Capitolo 32

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Sono arrabbiata. Saluto Rose sulle scale e procedo a passo veloce. Rientro nell'appartamento e sbatto la porta d'entrata. Austin esce dalla nostra camera da letto. Scende i gradini<<Sei tornata ?>> <<Si!>> dico furente.
<<Briar dobbiamo parlare>> <<Si è vero. Per esempio potresti dirmi, come mai tu e Stella Vannifer parlate ancora ?>> si ferma all'ultimo gradino. Mi fissa vago.
<<Non è che io parli con lei. Ci siamo visti ieri. Mi ha detto che è tornata.
Sembra abbia divorziato dal marito, un poliziotto. E sembra fosse il poliziotto che ha arrestato l'autista. Quell' uomo aveva rubato i gioielli dei Vannifer per fuggire con lei>> incrocio le braccia <<Avete parlato molto>> lui sorride divertito << Sei gelosa ?>> <<No, non m'importa. Fa quello che vuoi, vedo solo che non c'è onestà tra noi>>
Austin non comprende il mio sfogo.
<<Ma che cosa stai dicendo Briar ?>> non rispondo. Accorro per le scale e lui mi blocca, salendo qualche gradino sopra di me. <<Che cosa stai dicendo ?>> <<Dovevi sposare Stella>> <<Briar che stai dicendo ?>> urla disperato << Sto dicendo che è arrivato il momento di accettare la realtà. Austin ci abbiamo provato ma noi apparteniamo a mondi diversi. A persone diverse e...>> <<Sei ridicola. Dici sempre le stesse cose ma stavolta non mi freghi. Lo stai dicendo perché sei incinta ?>>
Mi tremano le labbra.
Lo fisso negli occhi impermeati di fiele. <<Chi te lo ha detto ?>> <<Ho visto la cronologia del computer. Senti qualsiasi si cosa succeda lo affronteremo. Prenderemo una casa più grande. Rimarrò a casa di più per aiutarti. Andrà tutto bene >> Fa sempre cosí. Ha una soluzione per tutto. Ma io posso davvero sacrificarlo. Posso davvero chiedergli questo? Scendo piano le scale
<<E i tuoi sogni di viaggiare ? Due giorni fa eri entusiasta di poter partire alle prime ferie. Volevi andare in Asia. Fare una crociera. Buttarti col bungee jumping. Sciare, conoscerci. E poi sposarci e avere figli. Io devo diventare avvocato. Ma con un bambino cambia sempre tutto>>
mi siedo sul penultimo gradino, con aria disperata. Austin si siede al mio fianco <<Si è vero. Volevo fare tante cose con te. E prima o poi le faremo, ma non adesso>>
Questa gravidanza lo priverà di tutto. E se non fosse suo figlio ? Come posso costringerlo a crescere il figlio di un altro ? Poggia il suo braccio sulle mie spalle. Tenta di confortarmi. Ma non funziona. Mi stacco e mi alzo.
<<Non devi farlo. Stamattina sono stata in clinica, e ho abortito>> mento, e lo faccio solo per lui.
<<Che cosa hai fatto ? Senza dirmi nulla. Io non conto niente ?>> Urla come un matto. Le vene del collo gli pulsano e gli occhi sgranati sembrano in procinto di scoppiare in lacrime.
Sorrido nervosa. Non lo priverò della sua vita.
<<È il mio corpo. Non il tuo. >> urlo impanicata <<Se pensi questo che senso ha stare insieme ?!>>Austin urla a sua volta. Mi sorpassa ed esce di casa. La porta sbatte ed io sussulto.
Chiudo gli occhi e mi accarezzo il ventre.

<<Andrà tutto bene, deve andare tutto bene >> sussurro.
Approfitto della solitudine, e corro su per le scale. Non piangerò. Non oggi.
Entro nella cabina armadio e afferro la mia valigia. La porto sul letto, la apro e comincio a riempirla il più velocemente possibile. Chiudo la cerniera e la metto a terra. Vado verso la scrivania e tiro fuori un foglio.
Scrivo qualche riga per Austin. Merita almeno un addio da parte mia. E l'augurio di una vita spericolata e felice.
Metto la sciarpa attorno al collo e scendo le scale.
Appoggio il foglio sopra il divano, insieme alle chiavi della moto. Dopodiché esco dall'appartamento. Prendo l'ascensore. E appena le porte si chiudono, esco dalla tasca il cellulare. Compongo il numero di
mia madre. E lei mi risponde quasi subito.<<Mamma sto tornando
a casa. >> <<Tesoro è meraviglioso, per quanto venite qui ?>> <<No, sarò sola. Austin è impegnato. Starò lí per un po' poi si vedrà >> <<Allora ti aspettiamo>> dice titubante.
Trattengo il pianto e spengo. Mi appoggio al muro.

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