Capitolo 19

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Una volta mi piaceva il mare. Ma ora mi ricorda ciò che ho perso.
Una volta ero più coraggiosa. Ma ora ho paura di ogni parola che dico, e di ogni mio pensiero.
Una volta ero felice. Adesso la felicità sembra proibita. Bandita dalla mia vita.
Mi ha chiamata Rose stamattina e mi ha confermato che andremo a Bali. Si parte domani. Mi ha anche riferito cosa è successo quella notte. A quanto pare i Vampire, si sono scontrati con una gang rivale. E Wade, il ragazzo che mi aveva aiutato a schiarirmi le idee quella fatidica sera, è morto. Gli hanno sparato. Ho pianto, speravo non fosse la verità. Lui era un uomo buono. Non meritava questa fine. E tutto per una stupida disputa.

Non vedo Austin da tre giorni. Forse è meglio cosí.
Luke ha insistito in questi giorni per visitare tutta la città. L' ho accontentato di malavoglia.
Siamo appena rientrati a casa. Mia zia è ancora a lavoro. E mia madre dopo aver cucinato ci ha salutato. Aveva un impegno. Siamo soli in casa.
Stiamo a tavola, seduti a mangiare in silenzio.
Luke tiene il telefono in mano. Mi alzo, vado verso il frigo e tiro fuori il vino. Me ne verso un bel bicchiere e comincio a bere.
<<Mio padre mi ha assicurato una campagna elettorale ad ottobre>> afferma Luke con un sorriso a trentadue denti. È elettrizzato.
Sollevo il bicchiere alla sua salute <<È meraviglioso >> rispondo continuando a bere.
Luke mi guarda con sguardo assottigliato e basito <<Che ti succede ?>> scuoto la testa e riempio nuovamente il bicchiere << A me ? Nulla ! Sono felice per te e sto brindando alla tua campagna elettorale. Sarai un bravissimo senatore per l'Inghilterra>> Sembro sarcastica. Continuo a bere. Sento il bisogno di spegnere il mio raziocinio. Sopprimere tutto quello che sento.

Luke non è convinto delle mie parole. Di solito lascia perdere i conflitti. Ma stavolta sembra deciso nelle sue indagini.
<<Non ti credo. È successo qualcosa
?>> scuoto la testa e riempio per la terza volta il bicchiere.
<<Luke guardami sono il ritratto della gioia >> allargo le braccia, e del vino cade sul pavimento.
<< Briar che succede mi stai facendo preoccupare >> comincio a ridere. Sono al quarto bicchiere. Comincio ad essere brilla. <<Non devi preoccuparti. Tutto va bene. Ci sposeremo e la nostra vita sarà perfetta. Io andrò in aula a difendere gli innocenti e tu sarai un politico, difenderai il popolo dalle ingiustizie. Due supereroi. Peccato che questo non sia un fumetto. >> Urlo ormai. Luke da perfetto inglese. Rimane sconvolto per la mia reazione esagerata.
<<Briar ma che stai dicendo ?>> <<La verità. Quella che a te non piace. Quella che secondo gli inglesi va taciuta. Non siamo felici, va bene ?!>> Luke scatta in piedi. Ma rimane calmo.
<<Briar non te la puoi prendere con la mia nazione. E che vuoi dire con non siamo felici ?>> <<Sto dicendo quello che penso>>
Sto piangendo ormai, ma mi scolo comunque l'ennesimo bicchiere.
Lui allora mi viene incontro e mi toglie il bicchiere e la bottiglia dalle mani.
<<Hai bevuto abbastanza per oggi>> <<Chi ti credi di essere il mio padrone ? Non siamo ancora sposati. Non mi puoi dare degli ordini>> <<Briar tu vaneggi. Dovresti andare a stenderti adesso>> grida. Sussulto.
È la prima volta che lo vedo perdere il controllo.
Mi zittisco e annuisco. Dondolo e mi allontano da lui. Salgo le scale. Entro in camera a fatica, mi appoggio alla porta per un attimo. Poi mi getto sul letto. Comincio a piangere di rabbia, e getto a terra i cuscini e la coperta. Dò dei pugni nel materasso. Sto impazzendo, inghiottita dai miei stessi errori e dalle mie insicurezze.
Mi sento annegare. Non riesco a raggiungere la riva e nessuno mi tende la mano.

Quando ero ad Oxford tutto sembrava possibile. Mi sentivo felice. Perché stavo andando incontro al mio futuro.
Quando sono entrata dentro l'enorme edificio. Ho subito sentito appartenenza. Solo altre due volte avevo sentito questa sensazione. In Cornovaglia, quando andavo in spiaggia. E con Austin quella sera in spiaggia, abbracciati insieme. Tutto sembrava vero. Solo nostro. Possibile.
Dentro le classi. Con l'odore di gesso e detersivo. Sentivo di essere nel posto giusto. Gli insegnanti erano menti acute. Le persone che avevo sempre sognato di avere attorno. Si parlava di politica. Civiltà. Letteratura.
Tutti temi fondamentali per la crescita intellettuale.

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