Capitolo 10

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Al mio risveglio, sento che è tutto diverso. La luce è limpida. Siamo ancora in spiaggia. Abbracciati. Sto spalmata sul petto di Austin. Lui è pieno di sabbia. Io indosso la sua giacca di pelle. Deve avermela messa ieri sera.
Cerco di non ridere. Sbadiglio, lentamente mi stacco, e mi metto in piedi. I muscoli sono indolenziti. Ho dormito in una posizione scomoda ma nonostante questo, ho dormito splendidamente.
Mi tolgo la giacca e gliela poggio addosso. Dopodiché comincio a camminare, lungo la riva. Tolgo le scarpe e le calze, e lascio che i miei piedi si godano la sensazione dell'acqua fresca e della sabbia morbida e liscia.
Stare qui mi ricorda la Cornovaglia. La mia terra. Ho abitato per tutta la vita in un cottege in riva al mare. A Bodmin. E solevo passeggiare sulla spiaggia ogni volta che mi sentivo giù o pensierosa.
Uscivo da casa. Scendevo dal sentiero. Svoltavo e continuavo a scendere finché non intravedevo la sabbia ed il mare.

<<Buongiorno >> dice Austin. Mettendosi accanto a me, con voce impastata. Mi abbraccia e mi bacia una guancia e sul collo.
<<Buongiorno a te >> rispondo accoccolandomi alla sua stretta.
<<Perché ti piace tanto il mare ?>> Domanda spontaneo, stringendosi ancora di più a me.
<<Quando stavamo in Cornovaglia, avevo la spiaggia a pochi passi da casa. Mi piace perché mi ricorda casa>>
<<Ora sarò io la tua casa>> scoppio a ridere e girandomi lo bacio.
<<Perché ridi ?>> <<Perché non pensavo che un duro come te fosse tanto dolce. Credo mi si sia cariato un dente. >> <<Davvero ?>> minaccia di farmi il solletico e cosí mi metto a correre.
Andiamo più veloci che possiamo. Austin riesce a raggiungermi varie volte. Mi afferra e mi solleva. Mi fa girare e ridiamo come bambini. Spensierati. Potessimo essere sempre cosí. Potesse il tempo smettere ti ticchettare.
Dopo un po'. Sfiniti per la corsa decidiamo di andare a fare colazione.
Saliamo in sella alla moto e andiamo in un bar.
Entriamo al primo che troviamo. E ci mettiamo seduti ad un tavolo abbastanza centrale. Viene una cameriera verso di noi.
<<Salve, cosa vi porto ?>> domanda guardando solo Austin.
So che è molto popolare tra le ragazze. Non solo perché è molto bello ma perché ha quell'aria da duro. Un' aria che sa di libertà e guai. La stessa aria che ha attirato anche me, lo ammetto.
Lui però non la degna di uno sguardo. Fissa il menù e poi guarda me <<Cosa prendi piccola ?>> trattengo un sorriso, notando la delusione nello sguardo della donna. E rispondo <<Prendo dei pancake al cioccolato e un succo di arancia rossa >>
<<E lei ?>> Continua a fissarlo.
<<Caffè nero zuccherato e un waffle con fragole>> <<Vi porterò tutto quello che vorrete, e se vi occorrerà altro io sono Mindy>> Austin si accende una sigaretta, senza degnarla di uno sguardo.
Cosí Mindy, si allontana a capo chino.
<< È carina e tu le piaci molto,
si vede >>
Austin alle mie parole. Volta lo sguardo. Mi osserva, buttando fuori il fumo.
<<Ah si ? Non me ne sono accorto >>
<<Ti spogliava con gli occhi. Tu la trovi carina ?>> <<Si, ma non è il mio tipo. Oggettivamente tutti qua dentro sono carini, ma io amo te >> non riesco a trattenere il sorriso.
Nasce spontaneo ed emozionato.
Mi sporgo e gli rubo la sigaretta dalla bocca. Austin mi regala un sorrisetto poi si toglie la giacca, e la poggia sullo schienale della sedia.

Gustiamo un ottima colazione. Lascio che mi racconti alcuni aneddoti della sua infanzia. Racconta rilassato e divertito per varie parti.
Sorrido a mia volta <<Ricordo che mi spinse e quando caddi a terra, mi si scheggio il dente. Cominciò anche ad uscire un po' di sangue dal naso. Ero terrorizzato ma non piansi. Volevo sembrare un adulto>> <<Duro fin da piccolo. Perché Tommy ti spinse ?>> <<Suppongo gelosia. Da quando ero nato mamma aveva occhi solo per me. Si era stufato. >> Ridacchia. <<A me invece è caduta la TV addosso a cinque anni>> <<Davvero ? Io a cinque anni ebbi la mia prima lavanda gastrica, avevo bevuto del profumo di mia madre>> assumo un aria schifata <<Perché ?>> <<Forse volevo l'alito profumato >> scuoto la testa ridendo con lui.
I legami si formano conoscendosi a fondo. Non basta presentarsi, provare dei sentimenti e baciarsi. In amore ci vogliono tante cose. Alcune più importanti di altre. Come la fiducia. La pazienza. Il compromesso. Il rispetto. La dolcezza. E qualcuno aggiungerebbe anche molto sesso. In ciò mi troverebbe d'accordo. Perché non c'è legame romantico che può fare a meno di quello carnale.
Ma per noi è ancora presto.
Per ora è meglio ispezionare parti di noi ancora coperte.
Austin va a pagare e poi usciamo dal bar. Di nuovo in sella alla moto, stretti l'una, all'altro. Ci rechiamo a casa mia.

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