Capitolo 40

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I ricordi sono la cosa più preziosa che una persona può custodire. Che siano tristi o felici.
Quelli tristi aiutano a non commettere nuovamente lo stesso errore.
Quelli felici ci tirano su il morale dopo una tempesta.

Ivar dorme nel suo passeggino. Accanto a me. Siamo fuori casa. Mia madre siede nella sdraio al mio fianco. È calata la sera ormai.
<<Non ho mai capito perché a tuo padre piacesse l'America. È frenetica, qui invece c'è pace e silenzio. Qui sembra che tutto scorra lento>> dice mia madre ad occhi chiusi appoggiata allo schienale. Guardo la luna piena alta nel cielo << Non so. La nonna ha detto che era un sognatore. >>
<<Quando ci siamo conosciuti diceva che voleva aprire un ristorante. Poi il giorno del matrimonio mi rivelò che in America la nostra vita sarebbe stata ricca. Ed io gli dissi di essere incinta. >>
Sorrido <<Avevate tutte e due dei bei progetti>> mia madre ridacchia, ad occhi semi-aperti.
<<Allora chi è il padre ?>>
Domanda d'improvviso. Una domanda scomoda fatta in una serata silenziosa.
<<Mamma !>> <<Non vuoi ancora rivelarlo ?>> scuoto la testa <<No>> <<Va bene. Tieniti i tuoi segreti per stanotte. >>
Apre gli occhi mi dà un bacio sulla guancia. E dopo avermi augurato la buonanotte, va dentro casa.
La guardo allontanarsi e quando sto per alzarmi e seguirla, Ivar si sveglia. Comincia a piangere. È ora di farlo mangiare. Lo prendo in braccio.
E lo attacco al seno.
<<Tu non sbagli mai eh ? Piccolo mio un giorno dirò tutto, lo prometto. Un giorno scopriremo chi è il tuo papà >> gli accarezzo le guanciotte. Lui beve e mi fissa. Sorrido stanca.
Intanto la luna viene coperta dalle nuvole. La nottata presto si trasformerà in una tempesta.
Devo sbrigarmi a rientrare.

( Pov. Tommy)

Sono esattamente le undici di notte.
Siamo stati svegliati dallo squillo di una chiamata urgente.
Non appena Rose ha risposto. Ho appreso dell'incidente del mio fratellino.
Sembra che un camion lo abbia investito. Ha riportato vari tagli superficiali. Ha sbattuto la testa e ha una ferita abbastanza profonda alla gamba sinistra. Io e Rose abbiamo lasciato Pearl alla vicina che abita due piani sotto di noi. E che spesso ci aiuta facendo da babysitter. E ora siamo in sala d'aspetto. All'ospedale dove è ricoverato Austin.
Sono nervoso. Ho già fumato quasi un pacchetto di sigarette. E sono qui da solo due ore. Rose sta seduta a mani giunte. Non è mai stata religiosa ma prega. Prega che vada tutto bene.
Appena è stato portato qui. I dottori lo hanno subito trasferito in sala operatoria. Sembra che non riuscisse a respirare bene. Non mi hanno detto altro.
È sotto i ferri da circa quattro ore ormai.
Mi siedo accanto alla mia donna <<Vedrai che andrà tutto bene>> mi dice lei. Lascio che mi accarezzi il braccio, e annuisco. L'amo davvero tanto.
Guardo verso la porta della sala. Spero che si apra presto.
Tutto questo mi ricorda che fin da bambini siamo sempre stati spericolati, nonostante questo di rado finivamo all'ospedale. La prima volta che il mio fratellino prende l'auto e la guida in piena sicurezza. Viene investito e quasi ci lascia le piume.
Tutto ciò non è giusto. E come se avessero congiurato contro di lui.
Egli non fa che soffrire. Sono anni che soffre, per colpa di tutti.
Nostro padre. Stella. Briar. E anche per colpa mia a volte.
Sono stato un pessimo fratello. Avrei dovuto proteggerlo da papà, in qualsiasi modo. Ma tutto ciò che ho fatto è stato fuggire, senza lottare. E tutto è ricaduto sulle sue spalle.
Lo ammiro e lo compatisco.
Mi fa soffrire l'incertezza. Ed in questo momento ne provo tanta.
<<Secondo te c'è la farà ?>> Rose mi fissa con i suoi occhioni dolci e stanchi <<Si. Deve farcela, deve fare tante cose ancora. >> Sembra che stia per piangere. Allora la stringo forte a me, annuisco. Ha ragione. La conforto e lei conforta me, entrambi ne abbiamo bisogno.
D'improvviso si spalanca la porta a vetro della sala operatoria. Spunta un dottore. Il suo camice e la mascherina sono sporchi di sangue.
Ci solleviamo in fretta e lo raggiungiamo.
<<Dottore come sta mio fratello ?>> il dottore sospira, si leva la mascherina e afferma. <<Ha ricevuto delle ferite superficiali. Lo abbiamo operato d'urgenza. Quando è arrivato qui aveva tre costole rotte e vari pezzi di vetro conficcati nel ginocchio. Per il resto il suo corpo è illeso. La testa invece è quella che mi preoccupa. Ha ricevuto un colpo molto forte e oltre al sanguinamento ha subito una vera commozione cerebrale. Il che sta a significare che potrebbe svegliarsi con qualcosa in meno. Potrebbe non ricordare nulla. O aver dimenticato l'uso della parola o motorio. Non posso dirlo per adesso con certezza. Preparatevi a tutto. >> <<Grazie dottore >> risponde Rose.
Io sono senza parole.
E come se il mondo mi sia crollato addosso. E davvero cosí che arrivano le responsabilità?
Mi crollano le ginocchia. E se morisse ?
E se smettesse di camminare ?
E se smettesse di parlare?
Crollo seduto, Rose si mette in ginocchio davanti a me, e mi poggia
le mani sulle ginocchia.
<< Andrà tutto bene amore vedrai. Austin è forte >>  <<Si. Lo...so>>
le accarezzo il viso e poi la bacio sui capelli. Spero abbia ragione.
Spero che tutto si risolva. Tutto deve andare bene o non so cosa farò.

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