Capitolo 37

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( Pov. Austin)

Ogni volta che guardo il mio viso allo specchio, mi rendo conto che ho dei debiti con me stesso.
Parte della mia vita l'ho passata aspettando. Aspettando che mio padre si degnasse di essere fiero di me. Di farmi un complimento. Aspettando le avventure. Aspettando di vivere. Aspettando che Briar si degnasse di rimanere con me. Aspettando di essere abbastanza. Ma spesso l'amore non è sufficente.
L'attesa è snervante adesso. Mi sento un fantoccio nelle mani degli altri. Ho rilevato un azienda che non mi piace. Vivo in un luogo che non mi piace. Con una donna che non ho mai sopportato.
Se potessi tornare indietro porterei Briar lontano.
La sera che l'ho conosciuta. Eravamo noi due. Catturati in un momento solo nostro. Ricordo quel momento. Le chiesi da accendere. E quando lei si voltò. Capì di essere rimasto intrappolato. Era cosí timida. Ma sicura nelle sue decisioni.
Dopo essere risalito in sella alla mia moto, ebbi l'idea di aspettare. Se lei fosse salita avrei fatto tutto quello che voleva. E lei lo fece, si appoggio a me, mi diede la sua fiducia.
Eravamo liberi. E ora vedo che non era cosí che doveva andare. Dovevamo viaggiare. Stare insieme per sempre. Ma si sono tutti messi tra noi, e lei è fuggita.

Scendo le scale. Stella siede sul divano e non appena si accorge di me. Mi viene incontro. È sempre molto truccata e veste abiti corti e pantaloni attillati.
So cosa cerca di fare. La domanda è : Glielo lascerò fare ?
Scuoto la testa.
<<Austin mi dispiace per l'altra sera. Non mi piace che tu non mi rivolga la parola. Mi perdoni ?>> mi prendo di coraggio e faccio qualcosa che non avrei mai pensato di fare.
La bacio. Cosí d'improvviso. Voglio capire se sarà diverso. Se proverò qualcosa. Se posso dimenticare Brair. Ma le sue labbra non sanno di niente.
Non mi danno niente. Non sento euforia, amore. E nemmeno piacere.
Mi stacco, lasciandola interdetta.
È stato come baciare un foglio di carta.<<Austin, è un si ?>> Scuoto la testa con ferma negazione.
<<No. Sì sincera Stella, tu hai provato qualcosa ?>> Lei si passa la lingua sulle labbra, si appoggia alla scala ed io mi metto davanti a lei. Poi con sorriso forzato risponde <<No!>> annuisco e vado verso la cucina.
Stella mi segue. <<Ma questo non ci vieta di essere felici insieme >> scoppio a ridere e apro il frigo <<Stella. Sei stata felice con tuo marito?>> <<No ma che c'entra, lui non aveva neanche un decimo del tuo fascino >> <<Ti ringrazio, ma siamo sinceri, non vuoi un uomo che sia pronto a gettarsi nel fuoco per te ?>> <<Austin non capisco>>
Frustrato mi passo una mano tra i capelli e poso sul tavolo la bottiglia di latte. Chiudo il frigo e poi guardandola dritta negli occhi enuncio <<Tu mi ami ?>>
La prendo alla sprovvista. Non sa cosa rispondere. Boccheggia<<Questa è la risposta di cui avevo bisogno. Tu non mi ami, e allora perché ti ostini a volermi ?>> <<Perché non ho più niente. Noi dovevamo sposarci e invece io ho gettato tutto >>
Nego col viso. Le vado di fronte e le metto le mani sulle spalle <<No. Saremmo stati infelici per tutta la vita. Se fossi solo. Se non fossi innamorato. Lascerei che le tue lusinghe mi affoghino. Diventerei tuo. Anche se non lo sarei veramente. Ma dirti si Stella, non è il mio destino. >>
<<L'ami cosí tanto ?>> È in lacrime.
Annuisco <<Come posso spiegartelo.>> Cerco le parole corrette da dire, e le trovo << Anche se è lontana, anche se mi ha fatto tanto male. Noi siamo legati da qualcosa che va oltre gli errori. Io non lascerò mai stare, finché avrò fiato nei polmoni e la capacità di camminare. Parlare e stringerla a me. Io continuerò a volerla, continuerò a lottare. E anche se lei è fuggita. Io so che lei pensa a me. E qualcosa che sento dentro. Nel mio cuore>> è senza parole. Indietreggia e si appoggia ad una delle sedie. << Wow. Tu l'ami a tal punto. E lei prova lo stesso ?>> <<Sono sicuro di sì. >> <<Te l'ha
dimostrato?>>
Mi metto seduto. Ripercorro per un attimo con la mente tutti i nostri trascorsi e poi sorrido.
<<Si>> <<Quando ?>> chiede arrogante, sedendosi al mio fianco. Ha un' espressione davvero curiosa
<< Perdonando i miei errori, scappando con me da quella chiesa e anche adesso. E da quando è andata via che penso costantemente che sia andata via per darmi libertà di scelta. È successo tutto cosí in fretta. Non ci siamo mai presi del tempo per capire cosa volevamo davvero dal nostro rapporto. E se ora mi mettessi con te. Non avrei la possibilità di capirlo. >>
Stella annuisce. Si solleva in piedi e va verso le scale. La guardo e le domando <<Dove vai ?>> mi mostra le sue lacrime e risponde <<A fare le valige. Mi sbagliavo. Ha vinto lei. E poi io ho bisogno di un ricco che non mi dia problemi. I tuoi sentimenti sarebbero un intralcio al tipo di vita che voglio. Sono stata troppo qui. E ora che me ne vada.>> Sembra derisorio il suo discorso << Ti auguro di ottenere quello che vuoi Austin. Che sia Brair o una lampada dei desideri.>> Corre su per le scale e va a chiudersi nella sua stanza.
Non andrò a cercare Briar. Ho smesso di correrle dietro. Ma qualcosa mi dice, che presto sarà lei a venire da me. O che in quella che modo la vita ci riunirà. Almeno confido in ciò.
Perché prima o poi si renderà conto che ci siamo persi per troppo tempo.
Comincio a fare colazione e sorrido speranzoso, e forse un po' ingenuo. Io non voglio essere il suo presente, ne il suo passato. Io sarò il suo futuro. Io non sarò il suo primo bacio. Io voglio essere l'ultimo.

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