Capitolo 50

12 1 0
                                    

(Pov. Austin)

Parcheggio la moto proprio di fronte il marciapiede del palazzo.
Tommy scende dalla sua auto e viene verso di me. Il suo passo è affrettato, tanto quanto il mio. Mi afferra il braccio e frena la mia avanzata. Sarei pronto a sfondare la porta e salire come con fulmine.
<<Dobbiamo pensare bene a quello che stiamo facendo >> <<Tommy, quest'uomo ha rapito mio figlio >> sono irrequieto. Tommy annuisce.
<<Lo so, sta calmo>> <<Certo !>>
Lo ucciderò con calma. Questo non lo dico a mio fratello, ma se è successo qualcosa al bambino, non avrò pietà.
Avanziamo ed entriamo. Saliamo veloci le scale e non appena ci si para dinnanzi la porta, decido di bussare con veemenza.

Essa si spalanca dopo poco. E davanti a noi troviamo Luke.
Ci osserva divertito.
<<Sapevo sareste arrivati. Ma non credevo cosí presto>> <<Sono qui per mio figlio. >>
<<Tuo figlio ? No, lui è mio.>>
Lo afferro per il collo e lo spingo dentro l'appartamento<<Austin?!>> mi richiama mio fratello maggiore.
Ma io non lo ascolto. Ho mal di testa. Mi fanno male i muscoli, ma so una cosa che non lascia spazio alla ragione.
Dopo aver litigato con Luke ho riacquistato dei ricordi.
Perciò riotterró mio figlio e la mia memoria, picchiandolo come si deve.
Lo attacco al muro, e lui ride per
nulla preoccupato.
<< Hai sempre agito d'impulso. E per questo che Briar è sempre scappata >>
<<Tu che ne sai di me e Briar ?>>
Luke si perde nelle sue risate. Ma noto il sudore scendere dalla sua fronte <<Ho fatto le mie ricerche >>
Stringo di più la presa sul suo collo. La sua espressione diventa sofferente. Le sue braccia si alzano e tentano di afferrare il mio collo. Tommy corre allora in mio soccorso. E ci separa.
<<Fatela finita. Siete adulti. Dov'è il bambino ?>> <<Non è qui.>>
Afferma Luke con un sorriso sbeffeggiatore.
La porta è ancora aperta e sentiamo dei passi su per le scale.
Prendo il cellulare e compongo il numero della polizia.
<<Sto chiamando le autorità. Ti farai un po' di tempo in prigione per rapimento>>
<<Non oseranno. Io sono un
senatore. >>
Urla a pieni polmoni. Mi limito a ridergli in faccia. Come se
m' importasse il suo curriculum.

<<Dov'è Ivar ?>> Tutti e tre ci giriamo e sulla porta vediamo spuntare Briar. Smarrita, pallida. Bianca come un lenzuolo, e piena di lacrime. Ha l'affanno come se avesse corso da casa sua fino a qui.
<<Briar che ci fai qui ?>> chiede mio fratello <<Sono qui per il mio bambino, e se non me lo restituisci io ti ammazzo!>> La sua voce si solleva e si abbassa. Trema di rabbia e repulsione e tiene lo sguardo fisso su Luke.
Lui le mostra divertimento, ma non appena sta per dire qualcosa.
Stella si presenta a noi.
Scende le scale e tra le mani tiene un seggiolino.
<<È qui. Gli ho dato da mangiare e l'ho cambiato. Ora dorme >>
Briar si gira e si fionda verso il bambino. Lo prende in braccio. Ma il piccolo rimane addormentato come se riconoscesse il tocco della sua mamma.
Briar piange di gioia e lo culla a sé.
<<Amore mio>>
Sospiro di sollievo. E appena la polizia mi risponde spiego loro la faccenda.
Nel giro di dieci minuti si presentano tre autovetture con sirena innescata. Cinque poliziotti ci raggiungono dentro l'appartamento, e due di loro dopo avergli letto i loro diritti,  ammanettano Stella e Luke.
Io abbraccio Briar ed Ivar. Tutto è finito.

(Fine Pov. Austin )

(Pov. Luke )

La polizia mi trascina via. Ma come si permettono. Io sono il senatore Luke Tudor. Continuo a gridarlo. Con tutta la voce ed il fiato che ho.
Ma lo stesso mi portano giù, e mi costringono a salire dentro una delle auto. Ma non finisce qui.
Mentre la polizia mette in moto. Vedo l'auto nera con i miei uomini a bordo.
Loro capiscono la situazione e non scendono. Mancava poco e avrei avuto mio figlio. Il mio futuro.
Non piove più. Le strade sono piene di pozzanghere e l'aria è cosí gelida che fa tremare. Ed io sto ammanettato dentro l'auto nera.

Biker Wings Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora