È notte ormai. Sbadiglio stanca. Sono al computer, seduta alla mia scrivania. Faccio una ricerca per il compito di domani. È sugli obbiettori di coscienza. Il professore vuole una nostra opinione legale. Il titolo del compito è : Come difendereste un obbiettore di coscienza ?
Ho scritto solo una pagina ed il compito ne prevede almeno dieci. Sono spacciata.
Mi lego i capelli in una coda disordinata e continuo a digitare, sembro una lepre impazzita.
Ad un tratto vengo però distratta da dei rumori. Provengono dall' esterno. Giro il volto, verso la mia finestra. Mi sale la tensione. Spunta una mano sulla mia finestra e poi un altra. La sollevano. Qualcuno sta cercando di entrare nella mia stanza. Mi alzo di scatto e afferro un libro. In cerca di qualcosa con cui difendermi.
Essa viene spalancata e un uomo a cui non vedo il viso penetra nella mia camera da letto. Sto per colpirlo ma si posiziona eretto, e finalmente lo riconosco.
È Austin. Rilascio un sospiro ho avuto quasi un infarto. È pieno di sangue, sul viso e sui vestiti. Poso il libro e vado verso di lui.
<<Austin che ci fai qui ? È perché sei in questo stato ?>> lui mi mostra un sorrisetto <<Sono venuto a trovarti e questi, sono dei graffi>> mente.
Il suo viso è tumefatto. Ha un taglio sopra il sopracciglio, uno sul collo e un altro sul mento. Fortunatamente sono superficiali. Lo faccio accomodare sul mio letto e corro a prendere il kit di pronto soccorso.
Sono in disordine. Mi guardo allo specchio. Indosso il mio pigiama con le paperelle gialle e rosa. Mi sciolgo i capelli, e cerco di non pensare a cosa penserà lui di me.
Torno e lo trovo a petto nudo, che legge ciò che ho scritto al computer. Sta all' impiedi.
<<Scrivi bene Briar. >> trattengo un sorriso, e seria lo costringo a posare il computer e a sedersi nuovamente.
Ha un taglio anche sull 'avambraccio. Noto anche dei vecchi tagli sul petto.
<<Hai fatto a botte ? >> Chiedo aprendo il kit e prendendo le garze, l'acqua ossigenata ed il cotone.
<<Non proprio >> comincio a medicargli il viso, e lui mostra delle smorfie di dolore. <<Non fare il bambino ! >>
Ho paura di perdere l' equilibrio quando sono con lui. Come se fossi appesa ad una fune che rischia di sgretolarsi.
<<Che ci fai qui ?>> << Ho pensato che senza di me non ti saresti divertita>>
<< È notte fonda, in casa c'è la mia famiglia, devi andartene Austin>> gli bendo la ferita all'avambraccio e gli metto dei cerotti in viso. Poso il kit sopra la scrivania ma Austin. Non mi permette di andare lontano. Mi afferra per le mani, e fa sì che io gli cada addosso. Siamo sopra il mio letto.
<<Io non vado da nessuna parte, sono dove voglio essere >>
Siamo occhi negli occhi.Abbiamo tutti degli impulsi ma ciò che ci differenzia dagli animali e imparare a gestire tali desideri.
Ammetto che per un momento rischio di cedere ma poi mi allontano, cosciente delle mie azioni. Ma non delle sue reazioni.
<<Devi andartene Austin >> sono nuovamente in piedi. Attaccata alla parete. Austin mi fissa a sopracciglia aggrottate << Pensavo tu mi volessi >> <<Non puoi aver pensato qualcosa che non ho mai detto. Io non sono quel tipo di ragazza. Io voglio solo studiare e diventare avvocato. Mi è piaciuto venire in moto con te, ma tutto termina qui Austin>> lo guardo mentre sussulta. Ogni mia parola sembra un coltello che si imprime sulla sua pelle.
Si solleva di scatto. Si rimette la maglietta ed il giubbotto di pelle <<Ti sei presa gioco di me >> <<No, ho delle altre priorità è diverso e dovresti averle anche tu. >> <<Che ne sai di me, delle mie priorità >> risponde con astio <<E cosí che immagini il tuo futuro. Risse, moto. Se è cosí sei sulla strada giusta. Ma io ho altre aspettative >>
È strano come d'improvviso la lucidità si accompagni alla cattiveria.
Ci guardiamo per l'ultima volta. Austin va verso la finestra, ancora aperta. E poi esce. Con un balzo arriva a toccare l'asfalto. Mi affaccio e lo guardo, dirigersi sulla sua moto. Lo guardo andare via.
Chiudo la finestra, mi dirigo a dormire. Mi getto tra le coperte, accucciata e ad occhi chiusi, tento di addormentarmi.( Pov. Austin)
Lascio la moto nel garage della villa. Levo la giacca ed entro. La villa è silenziosa. Mio fratello non è tornato. Non vi è la sua moto. Ho fame cosí cammino per raggiungere la cucina. Ma una volta dentro il salotto, vengo sorpreso da mio padre. Egli siede su una poltrona rivestita. Tiene in mano un tablet.
<<È questa l'ora di tornare ?>> dichiara a muso duro, fissandomi <<Sei in uno stato pietoso. Dov'è quell'altro disgraziato di tuo fratello ?>> <<Non saprei>> rispondo scrollando le spalle. Lui appoggia il tablet nel tavolinetto di legno che ha accanto, e si erge in piedi. Con aria schifata. Veste ancora con camicia bianca e pantaloni blu. I suoi capelli bianchi sono corti, ben tagliati. E i bottoni della camicia urlano per via della sua enorme pancia, dovuta al suo continuo bere.
<< Siete la vergogna di questa famiglia. Due teppisti. Se potessi vi caccerei ma non voglio dare questo dolore a tua madre >> <<E da quando non dai dolori a mamma, hai dimenticato i tuoi continui tradimenti ?!>> sgrana gli occhi per la rabbia e si dirige veloce verso di me. Mi molla uno schiaffo ferendomi, col suo anello con lo stemma di famiglia, proprio sul labbro inferiore.
<<Come ti permetti. Non mancarmi di rispetto ragazzino insolente. >> grida con acredine. Io tento di rimanere però impassibile. E girata la testa riprendo a guardarlo.
<<Ti darò una scelta, andartene da questa casa, finirai per strada, come il mendicante che sei. Ho ritrovare il buon senso e smetterla con tutte queste porcherie. Torna in te, e aiutami con l'azienda, sì il mio erede. >> gli scoppio a ridere in faccia <<Essere il tuo erede ? Stai scherzando, io non voglio prendere in mano le redini della tua stupida azienda >> <<A quanto pare sei interessato solo hai miei soldi allora.>> <<Io non ti ho mai chiesto nulla papà >>
<<A no, e con quali soldi hai comprato quella moto. Tu e tuo fratello sapete solo sperperare. Ma da oggi non riceverete un centesimo. Datti una ripulita. E smetti di vedere una certa ragazza. Stella è il tuo futuro, ness'un altra>> mi sento mancare. La confusione mi circonda e mi attanaglia le viscere, guardo i suoi verdi<<Di che stai parlando ?>> si crea un sorriso tra le sue labbra <<So tutto di una certa Briar Tail. >> <<Mi hai fatto pedinare ?>> urlo in preda ad una crisi isterica <<Certo non essere sciocco. Se vi rivedo insieme, rovinerò la sua famiglia per sempre. Finiranno a chiedere l'elemosina. Non voglio più vederti bighellonare con tuo fratello. Lui è un buono a nulla ma tu. Puoi ancora recuperare. Togliti questo giubbotto, abbandona quella moto, o giuro che ti renderò la vita un vero inferno, non lo dimenticare, qui dentro comando io >> la sua espressione è crudele, e riversa tutto il suo veleno su di me.
Ripreso il suo tablet si dirige verso le scale. Va nella sua camera da letto. Appena la porta sbatte. Sento le forze abbandonarmi. Crollo sul divano.
Non ho paura per me, ma per Briar.
E ora cosa posso fare ? Sono in trappola ed il mio carceriere, non intende lasciarmi uscire.
Mi è passata la fame ed il sonno. Tutto ciò che rimane è una catena stretta intorno al mio collo.( Fine Pov. Austin)
****
Non ci avevo sperato ma ho finito il compito e ho avuto anche un bel voto. Ho preso una B+. Meglio di quanto immaginassi.
Dotty mi sta parlando delle sue aspettative per il futuro. Vuole entrare nel mondo della moda. Siamo per i corridoi.
<<Secondo me le cinghie sono sopravvalutate, io intendo creare una mia intera linea di vestiti, privi di cinture. Che ne pensi ?>> <<Si, sembra una bella idea.>>
La verità è che non ci capisco nulla di moda.
D'un tratto udiamo molte voci.
Quasi in fondo al corridoio c'è una calca di gente riunita. La curiosità ci spinge ad avanzare.
La folla si apre e dà essa escono Austin, vestito con un completo bordeaux. Sembra un agente immobiliare. Camicia nera e capelli ben pettinati. È mano nella mano con Stella. Ella sta a mento alto. Allegra come se avesse vinto alla lotteria. Lo fisso senza capire. Solo ieri voleva baciare me. E ora sta con lei ?
Mi sento presa in giro.
Quindi per tutto questo tempo a giocato con me. Sono stata il suo passatempo. Qualcuna con cui sbaciucchiarsi. In attesa della vera preda ?!
Austin e Stella ci passano accanto, ma mentre lei mi regala un sorriso di vittoria. Lui nemmeno mi guarda.Colui che mi ha donato emozioni mai vissute. Mi ha appena regalato un ultima emozione. Dolore.
Mi sento sola e cosí mi allontano da Dotty, corro via. Senza una meta.
Mi hanno appena spezzato il cuore.
Sono io che l'ho cacciato, è vero. Ma non mi aspettavo questo finale. Mi ha chiesto ieri sera, se mi fossi presa gioco di lui. A quanto pare era lui che stava giocando con me però.
Ho la gola secca. Lascio la scuola. Corro per le strade. Voglio solo tornare a casa. Voglio solo un abbraccio. Qualcuno che mi dica che andrà bene.
Anche se so che è solo una menzogna.
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Biker Wings
ChickLitBriar Tail, vuole studiare, vuole fare parte di menti acute ed essere inquadrata. Austin Collins ama la sua moto. Taciturno sfida la velocità, odia essere come gli altri. Un amore ruggente e selvaggio. Due vite, due cuori. S'incontrano, s'intrecci...