Capitolo 1

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Sto seduta sul portico, a respirare l'aria. Essa sà di smog, inverno e cartoni da trasloco.
Io e la mia famiglia ci siamo trasferiti da due giorni. Nella bellissima Indianapolis. Non sono nata nel Midwest. La mia famiglia, viene dalla Cornovaglia. Ma l'America è sempre stata la meta da raggiungere, per mio padre.
E quando è morto. Mia madre, mia zia e mia cugina hanno deciso di trasferirsi qui. Per onorare il sogno di Ross Tail. Mio padre.
Siamo una famiglia di sole donne. Mia madre e mia zia, sono sorelle gemelle, ma sono completamente differenti. Mia zia è un tipo posato, all'antica, colei che crede nei valori del matrimonio e che ama fare le conserve, le marmellate e tutto ciò che è sott'olio.
Mia madre invece fin dall'adolescenza è sempre stata una ribelle. Un tipo di donna che fuma, si veste attillata e sta sveglia tutta la notte. Ama la musica punk rock e truccarsi. Dice che il trucco è la maschera delle nostre emozioni e la tomba delle bugie. Per lei se il trucco è messo bene nessuno scoprirà mai ciò che realmente pensi. O chi tu sia realmente.
Mio padre l'amava per la sua mentalità aperta, e per il suo coraggio di dire e fare tutto ciò che le passa per la mente. Mia cugina le somiglia molto come carattere.
Io dico ciò che penso, ma non sono uno spirito libero. Vorrei librarmi ma non credo di avere le ali. Esse sono più un ornamento, che ancora non ho usato.
<<Scansafatiche mi occupi la strada >> sollevo lo sguardo al mio fianco. Mia cugina Rose è in piedi. Tiene dei pacchi ormai vuoti tra le braccia e mi fissa con disappunto. Sorrido mortificata<<Scusa>> cosí mi alzo e mi sposto. Lei scende i gradini e va a gettarli nell'apposito cassonetto.
Poi tira fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette, e se ne accende una << Chissà dove ci si diverte qui >> <<Forse c'è qualche locale>> fa dei tiri e poi me la passa <<Credi che abbiano del buon gin >> chiede guardando la strada.
Fumo e osservo i suoi capelli lunghi rossi illuminati dalla luce. I miei sono castani. Un colore insulso, ho sempre sognato di averli come i suoi.
<<Non lo so >>
I cambiamenti si prospettano difficili ma anche stimolanti.
<<Ragazzine rientrate >> dice mia madre mostrando solo la testa e tenendo la porta d'entrata semi-chiusa.
<<Si, signora >> esclamiamo in coro io e Rose.

Sistemo i poster nei muri della mia camera da letto. Essi raffigurano la mia band favorita. Sono due, attaccati nella parete, accanto al letto.
Comincio a sistemare la federa del cuscino, piego il copriletto azzurro. Mia cugina entra e si getta sul mio letto. Il mio lavoro e appena stato disfatto.
<< Briar stasera usciamo. Ho trovato un locale online >> << Io Voglio andare a dormire presto. Cosí domani non mi addormenterò alla mia
prima lezione >>
Domani comincerò l'università.
La Saint. Light University. Voglio diventare un avvocato, come lo era mio nonno.
<<Briar non puoi chiuderti dentro casa, aspettando che il mondo giri senza di te, dovresti aiutarlo a girare>> sorrido ascoltandola. Rose abbraccia il mio cuscino e si mette su di un fianco <<Ti prego non voglio uscire da sola >> sbuffo e mi lego i capelli in una treccia <<Vediamo. Prima devo sistemare le cose per domani e poi potrei anche scegliere di seguirti nei tuoi bagordi notturni >> mia cugina solleva le braccia al cielo allegra e mi ringrazia.
Scuoto la testa e raggiungo la cucina. Trovo mia madre che prepara del caffè turco, il suo preferito. L'odore non è male, è forte ma il sapore è troppo per i miei gusti.
L'affianco e tiro fuori dal frigo del succo di ananas <<Hai compilato tutti i documenti per domani ?>> <<Si, mamma >> <<Sei nervosa ?>> bevo dei sorsi <<No, dopotutto credo che andrà tutto bene >> mi appoggio al piano cottura e bevo a sorsi.
<< Il tempo passerà veloce e presto non saremo più delle intruse in questa città. Ti abituerai in fretta, vedrai>> <<Non ho detto nulla >> dico nervosa, ma tenendo su un sorrisetto.
<<Oh figlia. Io ti conosco >> mi bacia la fronte e va verso il salotto con aria di saccenza.
Storco la bocca. Sa sempre quello che penso. Non sono mai riuscita a nasconderle nulla. E non credo mai che ci riuscirò.

<<Se prendiamo la strada di destra, arriveremo in circa venti minuti>> mormora mia cugina seduta al mio fianco. Siamo sul mio letto. Io controllo i miei libri e lei la mappa del GPS.
<<Siamo a piedi Rose >> <<Si...lo so ma possiamo prendere la macchina di mia madre o un taxi >> << E chi la guiderà ? Io non ho la patente e la tua te l'hanno revocata. >> <<Quegli stupidi poliziotti. Ho solo mancato due semafori rossi >> <<Ma se hai quasi creato un incidente ?!>> sono sconcertata dalla sua leggerezza <<Comunque, prenderemo un taxi allora >> annuisco ma non sono ancora convinta di questa uscita.

Durante la cena, mangiamo in silenzio, mia zia ci offre nei piatti le sue olive. Sono buone, forse un po' troppo salate.
<<Mamma puoi darci la macchina stasera ?>> <<Rose la tua patente è revocata >> mia cugina sbuffa e beve un sorso di vino. Sembra una bambina.
Mi pulisco la bocca <<Io e Rose vorremmo andare in giro per farci qualche amico >>
<< E dove andate ?>> domanda mia madre fissandomi composta <<Pensavamo ad un locale >> mi sento sotto un faro <<Rose ha trovato un locale simile al Corny, vero cugina
?!>> Rose annuisce compulsivamente. Non so se le due donne ci credono. Si fissano e poi mia zia lancia le chiavi a Rose <<A casa all'una, guida piano e non voglio problemi >> <<Ti adoro mammina >> le manda tanti baci ma mia zia non ci casca <<Lo credo >> sorrido. Continuiamo a mangiare e poi andiamo a prepararci per la nostra prima notte fuori.

Guardo con rammarico l'interno del mio armadio. Non ho molti vestiti femminili. Opto allora per una maglietta viola a maniche lunghe e un jeans scuro aderente. Indosso delle scarpe da tennis e decido di ricorrere al trucco. Metto un filo di mascara e uno strato di ombretto perlato. Sciolgo i capelli, mi pettino e li lascio sciolti e lisci. Prendo il cellulare e mi affretto ad uscire dalla mia camera. Mia cugina e hai piedi delle scale. Sembra una modella. Indossa un abito rosso con spacco sulla coscia. E scollo a cuore, pieno di glitter. Anche lei sta con i capelli sciolti in boccoli e truccata pesantemente, hai piedi porta dei tacchi e in mano ha una borsetta rossa senza tracolla.
<<Sei pronta a divertirti?>> la fisso divertita e annuisco<<Andiamo e sbrighiamoci, voglio tornare a casa per mezzanotte >>
<<Guastafeste !>> <<Lo so, mi dispiace>> scendo le scale e usciamo dall'edificio.
Entusiasta Rose apre l' auto. Una Audi A1 bianca. Si mette alla guida e messo in moto comincia a guidare verso il famigerato locale.
Le strade sono illuminate dai lampioni, le auto, le moto e le persone riempiono ogni angolo delle strade. Rose segue il GPS poi parcheggia e una volta spento il motore si aggiusta il trucco.
<<È quello il locale ?>> dico guardando dall'altra parte della strada. << Si è l' Angel Devil >> l'insegna illumina l'asfalto e due guardie lasciano entrare solo le persone che sono in lista.
<<Non credo che ci lasceranno entrare >> <<Vedremo>> esce dall'auto con sicurezza.
Mi affretto a seguirla. Attraversiamo la strada e appena siamo di fronte ad una delle guardie, mia cugina sfoggia un enorme sorriso e la sua scollatura <<Possiamo entrare?>> l'uomo la fissa e poi annuisce. Apre la porta e noi incredule e veloci entriamo nel locale notturno.
C' investe l'odore pregnante di fumo e alcool. Le persone ballano, bevono. Si abbiano e giocano hai tavoli delle carte e del biliardo.
<<È un locale davvero strano. >>
<<Si è vero, ma mi piace >> << A te piacciono sempre questi posti >> sorpasso tante persone e mi dirigo verso il bar. Ordino un bicchiere d'acqua. Quando mi giro, nell'attesa. Il mio sguardo cade sul tavolo da biliardo.
Vi sono molti uomini con delle giacche nere di pelle. Dietro vi è scritto "VAMPIRE" in rosso, e una figura nera quasi nell'ombra è ricamata sotto la scritta.
Guardo meglio e noto poi un ragazzo. È muscoloso ma non troppo. Ha i capelli biondi lisci , molto chiari, sembrano quasi bianchi. Il suo sguardo è misterioso, veste con una maglietta a maniche corte nera e un jeans nero attillato. Ha la stecca in mano e lunghi anfibi hai piedi. Sembra ammantato da un aria di cattiveria ed elettricità al tempo stesso. Avverto le palpitazioni ed il mio viso farsi rosso.
Mi giro di scatto e mi scolo l'acqua tutto d'un fiato. Rose viene al mio fianco e ordina un gin tonic.
Sento di star per svenire, ma non proferisco parola, se non per ordinare uno shot di tequila.
Si prospetta una lunga notte.

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