Capitolo 34

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Cinque mesi. Sono cinque mesi che mi trovo a Winola House. La pancia è cresciuta tanto. Secondo il mio dottore tutto procede per il meglio. In questi mesi ho avuto la nausea quasi continua. E cosí mi sono premurata di assumere una donna delle pulizie che mi aiutasse. Non posso fare tutto
da sola.
Sono stata spesso dal medico, e non ho voluto che mi dicesse il sesso. Sarà una sorpresa.
Potrebbe essere un maschio, o una femmina poco importa. Lo amerò comunque.
Adesso sono seduta sulla poltrona, in salotto. Non c'è la TV. Cosí guardo dei video sul cellulare. Esso sta appoggiato sul mobiletto, che ho spostato davanti a me. Rido quando i video sono divertenti. E mangio delle patatine.
D'improvviso sento come se dentro la mia pancia ci fossero tante bollicine. Mi arriva un colpo, non è forte è come un calcetto. Sono a bocca aperta.
Il mio bambino si è mosso. È la prima volta che lo sento.
L'emozione è tanta. Mi cade la patatina di mano. Poggio i palmi sul ventre <<Ehi, sono la tua mamma, ciao>> mi viene da piangere. È in momenti come questo che vorrei Austin accanto a me.
Ma ormai è troppo tardi. Scuoto la testa, devo godermi i momenti senza malinconia. O non riuscirò a viverli affatto.

( Pov. Austin )

Cinque mesi, che non ho notizie di Briar. Cinque mesi, che Stella vive qui con me.
Quattro mesi, che mi sono totalmente gettato nel lavoro.
Tre mesi, che Stella ha perso il bambino.
Il tempo non ci ha risparmiato. In questi mesi ho evitato Rose. Non importa più cosa sia successo. Lei se ne andata. Questo è l' importante.  E vedere sua cugina mi porterebbe a farmi domande.
Io e Stella abbiamo fatto un accordo. Le permetto di rimanere, a patto che non mi consideri un potenziale marito. Ho chiuso con le relazioni. Non ne vale la pena. Soffrire per qualcun' altro. Interessarsi a qualcun'altra. È tutto inutile. Ma non sono l'unico che rinuncia.
Tommy ha lasciato il comando dei Vampire ha un ragazzino di nome Peter. Il locale è rimasto comunque la loro zona di ritrovo. È come ex capo la gang, lo venera ancora.
Quando gli ho chiesto perché l'abbia fatto, mi ha detto che il tempo era scaduto. Credo abbia ragione. Sono successe tante cose e non siamo più quei ragazzini che sfidavano la velocità, e che lottavano tra gang.
Però mi manca il sapore dell'adrenalina. Tanto quanto mi manca lei.
Non so dove sia o con chi sia. Ma le serbo ancora rancore. Per l'ennesima volta si è dimostrata codarda.
E mi ha lasciato senza una spiegazione.

Sono in cucina seduto su di uno sgabello. E leggo delle e-mail di lavoro dal tablet. Bevo una spremuta.
Stella è andata a cercarsi l'ennesimo lavoro. Sono due mesi che viene assunta e licenziata. È una viziata. Si lamentano tutti di lei. Ha lavorato in trentadue centri estetici, e tutti l' anno licenziata dopo neanche una due giorni di lavoro. È uscita da alcune ore.
Mi sollevo ed entro nel salone. Mi butto sul divano. Il mio sguardo cade sul tavolino. Vi è ancora il mazzo di chiavi della moto. Sono mesi che non ci salgo. Briar è stata l'ultima a guidarla.
Poso il bicchiere ed il tablet sul tavolino e afferro le chiavi. Le guardo con malinconia. Alle volte fisso la porta, e le scale in attesa che si presenti. Nel sonno sento i suoi passi ed il suo tocco sulla mia guancia. Ma quando li riapro è tutto sparito. Cosí come lo è lei.

La porta si spalanca. Mi sollevo in piedi speranzoso, ma spunta Stella vanificando ogni mio sogno.
<<Non c'è la faccio più. Non mi vuole più assumere nessuno.>> si getta a peso morto sul divano.
Sbuffo <<Stella sei un disastro. Ecco perché non vogliono >> <<Ma come potevo immaginare che lavorare fosse cosí difficile ?>> getto le chiavi dentro l'apposito cestino e mi risiedo <<Perché non fai pace con la tua famiglia, sarebbero felici di sovvenzionare i tuoi capricci>> lei allunga le gambe verso di me <<Ci ho provato ma sono ancora arrabbiati per...>> la sua voce s'incrina ed il suo sguardo si perde nel vuoto.
Non lo vuole ammettere ma è stato uno shock per lei perdere il bambino.
Le accarezzo la gamba per darle conforto. E riprendo in mano il tablet << E allora trova qualcosa anche ti piaccia, smetti di inseguire la ragazza che sei, e cerca invece quella che vorresti essere>> mi sorride curiosa <<Sei tanto saggio>> scrollo le spalle e scuoto la testa <<No, non lo sono, sono solo bravo a dire qualche bella parola>> <<Sarà, ma mi stai aiutando. Sei comunque un bravo amico>> <<Grazie e tu...non sei cosí disastrosa>> <<Lo prendo come un complimento>> annuisco e la guardo salire veloce le scale.
Dalla morte del bambino è cambiata tanto. È meno altezzosa. Meno cattiva e ogni tanto si vede con Rose. Passeggiano, mangiano fuori e parlano. Parlano tanto. Rose partorirà a breve è enorme ormai. E Tommy sta ultimano la cameretta. Avranno una bambina. Rose la vuole chiamare Snow. Tommy la vorrebbe chiamare Grace. Non so cosa accadrà. Chi vincerà. Ma secondo la mia esperienza vincerà Rose. Oppure cederà per stavolta.
Ma Tommy non ha speranze.
Scuoto il capo. Smetto di pensare e afferrato il tablet torno al lavoro. Ho una scadenza da rispettare e non posso perdermi nella mia malinconia.

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