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Lilith afferrò Crystal al volo prima che svenendo battesse la testa a terra.
«Cry!» la chiamò in un primo momento spaventata e confusa. Senza alcuna fatica sollevò la ragazza, minuta e di quindici chili più leggera di lei e la mise a stendere sul divano.
«Cry! Crystal? Oh! Cazzo, cazzo, cazzo! Svegliati! Cry! Svegliati!» le urló scuotendola piano. Le prese il volto tra le mani ma non dava alcun segno di vita.
«No, no, no! Ripigliati ti prego! Ma cosa sei, svenuta? Morta? Ma cosa... Ma cosa sei..?» ripeté borbottando preoccupata, turbata dai canini affilati ancora sporgenti, se non fossero stati ancora lì avrebbe creduto di aver avuto un'allucinazione. Non riusciva a crederci, che cosa era successo? Che cosa significava? Crystal era cosa? Un vampiro? Ma i vampiri non esistevano. Non era possibile, se fossero esistiti davvero ci sarebbero state delle prove a riguardo, o sarebbero stati un segreto dello stato.

Eppure aveva visto bene; Crystal aveva spezzato un dito a suo padre, i suoi occhi si erano tinti di rosso, come se il sangue li avesse riempiti da dentro, riempiendo i capillari, e i suoi canini come per magia erano spuntati fuori. E non era solo quello; anche il suo tono, il suo sguardo, la sua postura. Tutto per un breve istante era cambiato in lei. Dandole una forza e una sicurezza che non aveva mai visto prima. E poi l'aveva salvata; il petto le si scaldò di una sensazione soffice, guardò la propria amica addormentata.
Non le importava che Crystal fosse un vampiro,un alieno, un mostro, o qualche vittima di un esperimento segreto della NASA. Non era mai stata salvata da nessuno, da nessuno se non se stessa.
Appoggiò l'orecchio al suo petto. Aveva bisogno di sapere se fosse viva, ma non aveva idea di che essere vivente fosse, o di come funzionasse. Ai vampiri batteva il cuore? Respiravano? Sentiva un battito ma non capiva se fosse il proprio o quello della ragazza. Si maledì, era una pessima infermiera.

Nel panico si alzò in piedi, camminando nervosa. Ne approfittò per chiudere la porta, spaventata dall'idea che suo padre potesse tornare, o che qualche vicino potesse entrare vedendo Crystal ridotta così. Non poteva nemmeno chiamare l'ambulanza.
«Che cazzo devo fare. Faccio schifo in queste cose...»
Stava agendo mossa dal caos, dall'istinto, dal panico. Non aveva tempo di elaborare come si sentisse, o cosa dovesse fare o pensare in quel momento. Continuava ad agire in balia delle proprie emozioni confuse, avrebbe avuto bisogno di un momento e di un bagno caldo per pensare ed elaborare quell'assurdità, ma non aveva tempo. Si sentiva in colpa per Crystal, dannatamente in colpa. Era colpa sua. Se non l'avesse invitata non sarebbe finita svenuta sul suo divano. Forse non si sarebbe manco trasformata in un vampiro, magari era colpa sua. Magari era qualcosa di addormentato dentro di lei. Magari anche Crystal non aveva idea di cosa stesse succedendo.
Era tutta una follia.

Si inginocchiò per terra per essere all'altezza del suo volto, realizzò di avere ancora il labbro spaccato e sanguinante. Aveva macchiato la camicetta bianca di Crystal quando si era appoggiata al suo petto alla ricerca di un battito. Si portò la mano al labbro sporcandosi le dita di quel rosso acceso.

Osservò il volto pallido e stupendo di Crystal, statico. Se era davvero un vampiro tanto valeva provare...
Mossa da un istinto superiore le toccó il labbro inferiore macchiandolo di sangue. Crystal mosse appena la lingua, inumidendosi le labbra. Evidentemente il suo istinto, la sua sete, era più forte della sua incoscienza.
Tirò un sospiro di sollievo; Crystal era viva e vegeta! Aveva solo perso i sensi.
Capì fosse quella la cosa giusta da fare. Aveva senso. Se aveva compiuto uno sforzo fisico nel trasformarsi, forse aveva bisogno di energia, e se era davvero un vampiro, allora aveva bisogno di sangue.

Il modo più semplice per nutrire Crystal in quel momento sarebbe stato baciarla. Lilith arrossì sentendosi immediatamente una molestatrice, anche solo per averci pensato. Non desiderava altro, e quella era un'ottima scusa per farlo...
Insomma era una necessità, doveva farlo per il suo bene! Non perché lo volesse da tempo. Avvicinò il volto al suo arrossendo ancora di più, sentendo una vampata di calore scaldarla. Respirò affannosamente.
Si ritrasse indietro di scatto.
Non poteva, non poteva farlo.
«Ommioddio! Non è il momento per questo... gay panic o qualsiasi cosa sia! È una situazione drammatica Lilith! Concentrati porcodio!» si tirò uno schiaffo da sola facendosi male perché la guancia era ancora rossa per il ceffone che aveva ricevuto. Perché si stava comportando così? In modo così stupido e impulsivo. Forse aveva battuto la testa... ci avrebbe pensato più tardi.

Comunque Crystal non aveva mai baciato nessuno, nessuno in vita sua. Non aveva mai dato il primo bacio. Per questo non poteva baciarla, non così, non mentre non era cosciente. Non come una pervertita. E poi che bacio era un primo bacio dato da svenuta, con tutto quel sangue, dopo essere state aggredite, dopo essersi trasformata in un vampiro. Non meritava un primo bacio del genere, non poteva rubarle un momento così unico, che aveva preservato per vent'anni. Sospirò pensando alla seconda alternativa, per quanto fosse poco dignitosa e scomoda.
Afferrò un bicchiere e appoggiandoci la bocca prese il labbro spaccato tra il pollice e l'indice e lo pinzò tra le dita per farlo sanguinare di più. Le bruciava ma qualche goccia scese, trattenne le lacrime aprendo la ferita. Anche le dita le stavano sgocciolando di sangue. Era tutta macchiata, era uno scenario a dir poco macabro che nella sua mente cinica appariva per qualche ragione comico. Ghignò per l'assurdità di quella scena, vedendosi da fuori. C'era un vampiro sul suo divano. Scoppiò a ridere.
«Cristo Cry, per fortuna che non mi vedi ora... spero tutto sto sangue non ti triggeri la bestia, vabbè al massimo morirò divorata da un vampiro. Nella top dei miglior modi di schiattare. Anche se vorrei essere divorata diversamente...» sdrammatizzó ad alta voce, senza perdere la propria ironia. Avvicinandosi, le mise il cuscino dietro alla testa alzandole la schiena per aiutarla a deglutire, le appoggiò il bicchiere sulle labbra e versó le goccioline che aveva faticosamente estratto nella sua bocca. Era strano, far bere il proprio sangue a un'altra persona.
«Sai, non avrei mai pensato di finire a versare il mio sangue in bocca ad una ragazza... Oddio, beh. Oddio... Cioè...» rise dei propri pensieri inopportuni che anche nei momenti più disperati rimanevano parte di lei. La ferita le bruciò facendole male, sì zittí.

Con pazienza osservò le goccioline rosse cadere lasciando una scia porpora sul vetro. Non era molto sangue, solo qualche goccia, ma sembrò aiutare perché finalmente sentì di nuovo il suo respiro. Appoggiò il bicchiere vuoto sul tavolino.
«Hey Crystal? Ti prego svegliati... non so che cazzo sta succedendo o che cazzo devo fare. Non so niente, nemmeno che cosa sei diventata, o sei... So solo che ti ho rovinato la camicia, scusa» era l'unica cosa che sapeva fare quando era tesa, sdrammatizzare in modo idiota. Le sfiorò le labbra coi polpastrelli, sporcandole di una gocciolina che le era rimasta aggrappata all'indice. Sfiorò i suoi canini.
«Cazzo, sei un fottuto vampiro. Mi hai salvata... Mi hai davvero salvata. Immagino che dovrò rimanere nella tua vita per sempre, ora. Per mantenere il segreto, non perché mi piaci da morire, no... Chissà se lo sai... Cazzo, sei proprio...  Anche in queste condizioni sei proprio bella, sei proprio belliss..» le accarezzó una guancia ammaliata.
«Eh?» Crystal fece un verso. Lily ritrasse immediatamente la mano sobbalzando indietro imbarazzata.
«Aaah oddio! Stai-stai bene?»

She Tastes So GoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora