Lilith sbiancò, presa totalmente alla sprovvista, ancora in pigiama e con i capelli spettinati, ancora assonnata e confusa da quel cambio violento di atmosfera. Il sorriso crudele di suo padre la colpì come uno schiaffo, il suo corpo si scaldò preannunciando il pericolo, le orecchie le si tinsero di rosso, il cuore prese a correrle in petto con foga. Non sapeva dire se fosse paura o rabbia quella che provava, forse un insano condimento delle due, tanto viscerale da farla sentire una bestia in cattività.
«Vedo che non ci siamo ancora svegliate qui! Te la godi, eh? Questa casa che quella stronza di tua nonna ti ha intestato... Doveva andare a me» sbraitó suo padre appoggiando la mano alla porta per aprirla. Lily non glielo permise socchiudendola. Non l'avrebbe fatto entrare a costo di chiudersi fuori con lui. Non poteva permettersi di mettere Crystal in pericolo.
«Che cazzo ci fai qui? Che cazzo vuoi?» lo guardò minacciosa, sperando non notasse il suo tremitio.Suo padre era un uomo tozzo ma spesso, segnato da numerosi tatuaggi. Non era per niente un bel uomo, era stempiato, e aveva i denti ingrigiti e bruciati dagli anni di fumo e droga, aveva la pancetta per il troppo bere difatti puzzava di alcol come sempre, ma aveva due occhi di un azzurro caldo, intensi, capaci di mettere i soggezione chiunque.
«Lo sai che cazzo ci faccio qui...» rispose lui con un ghigno sgradevole. Lily non reagí, rimase impassibile e il suo volto mutó rendendola apatica. Pronta per la battaglia. I nervi le si saldarono, si stava preparando a trovare un modo per uscire da quella situazione.
«Ho bisogno di soldi, Lilith. E ne ho bisogno subito»Di nuovo quella sensazione. Lilith sentì come un laccio attorno alla propria gola a quella richiesta, lo sentì stringere e toglierle fiato; il guinzaglio che aveva indossato per anni durante la propria adolescenza. Di risposta una rabbia feroce la riempì. Guardò proprio padre e sentì solo che avrebbe voluto ucciderlo, avrebbe voluto colpirlo a morte, prenderlo a calci fino a vederlo agonizzare, avrebbe voluto mettere fine alla sua vita, perché era l'unico vero modo che aveva per liberarsi di quella tortura. Respirò profondamente tremando per la rabbia, sentendola pompare nel sangue, sentendola renderla feroce. Si ripetè di stare calma, avrebbe trovato un altro modo, e poi non poteva fisicamente vincere contro quel uomo; sarebbe solo stata picchiata, non che avesse paura, non aveva più paura del dolore, ed era sicura che ne sarebbe valso la pena, anche solo per avere la soddisfazione di sfregiarlo e vedere la sua faccia.
Il padre di Lilith s'irrigidì, la guardò con rabbia a disagio, come se potesse leggerle nel pensiero. Il silenzio parlò per loro. Lilith non si lasciò intimidire, era troppo arrabbiata.«Ascoltami. Adesso tu ti giri e sparisci dalla mia vita. Non ti devo niente, non ti darò niente, non avrai un solo centesimo in più da me. Per me non sei nessuno. Io non ho un padre, quindi sparisci dalla mia vita prima che chiami la polizia» scandì ogni parola con freddezza scavando nella sua anima col proprio sguardo, provando ad ucciderlo con quello. Una smorfia divertita tinse il volto di suo padre facendolo scoppiare a ridere nervoso.
«No, tu non sei mia figlia. Perché quella troia di tua madre chissà chi cazzo si è scopata. E tu sei come lei, sei una puttana! Quindi fottuta ingrata dopo averti sopportata, vedi di darmi ciò che mi devi senza farmi arrabbiare. Va bene bambina?»
Lo guardò disgustata, con sufficienza, toccata ma non ferita dalla sua violenza a cui era abituata, che aveva masticato per anni e anni fino a farsi le ossa, fino a diventarne parte.In quel momento Lily sentì il rumore della chiave girare nella serratura e vide Crystal uscire dalla porta del bagno alle sue spalle. Le due si guardarono con sorpresa. Le sguardo di Cry confuso, interrogativo.
Suo padre approfittò di quella distrazione per spingere la porta e aprirla entrando di un passo. Si fermò anche lui davanti alla ragazzina sconosciuta e guardò Lily come a chiederle chi fosse.Lilith si sentì morire, la testa le pulsava per la tensione, si sentì improvvisamente fragile. Le cose non dovevano andare così. Doveva proteggere Crystal da proprio padre costi quel che costi.
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She Tastes So Good
Vampire(Storia saffica a tema vampiri in epoca moderna) Crystal soffre di una forma grave di ansia sociale per questo prende psicofarmaci, sta sempre sola in prima fila e ha scelto di studiare psicologia in università. Non parla con nessuno, ma conosce tut...