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La lezione era iniziata da un'ora, la professoressa non avrebbe fatto pausa quindi tirava dritto. Crystal annoiata prendeva appunti metodicamente, sperando segretamente che Lilith la distrasse di tanto in tanto. Lily aveva seguito attentamente accanto a lei, facendo anche qualche solita domanda delle sue, quando ad un tratto aveva iniziato a scrivere messaggi al telefono con aria seria e turbata. Non era da lei e soprattutto le rughe sulla sua fronte le davano un'aria grave, di cosa si trattava? Sembrava arrabbiata quasi. Si chiese se dovesse parlarle, se dovesse chiederle qualcosa. Ma forse non erano cazzi suoi, forse avrebbe fatto la figura dell'impicciona. Continuò a guardarla con la coda dell'occhio mentre con rabbia schiacciava i tasti della tastiera, inviando messaggi a più non posso, il volto rosso. Sentiva la sua agitazione crescere. Lily nascose il volto tra le mani rimanendo piegata sul banco.

Doveva fare qualcosa? Doveva chiederle se stava bene? Si sarebbe arrabbiata con lei se lo avesse fatto? E se non l'avesse fatto che amica sarebbe stata? Si girò verso di lei inumidendosi il labbro alla ricerca delle parole giuste, quando Lily di scatto si alzò andandosene senza guardarla in faccia. Cry ebbe quasi l'impressione di averle visto gli occhi lucidi, rimase immobile a fissarla mentre attraversava la porta, poi una spinta nel suo petto la scossa facendola alzare. La preoccupazione per Lily la tirò in avanti, e senza che se ne rendesse conto si trovò anche lei fuori dall'aula a guardarsi intorno alla ricerca della sua compagna.

Non era solita preoccuparsi così. Non era solita agire, ma non capiva. Non era da Lilith, non le aveva detto niente. E se stava male? Se si stava sentendo male? Se era successo qualcosa di grave? Non aveva idea di cosa doveva fare.

Lilith entrò nei bagni, trasportata dalla furia controllò che le porte dei cessi fossero tutte aperte e che non ci fosse nessuno oltre a lei ad assistere alla sua crisi di nervi. Il cuore le batteva furiosamente in petto, appoggiò le mani tremanti al lavandino, le nocche si stinsero di bianco mentre lo stringeva con forza, guardò il proprio riflesso stringere i denti.
«Porcodio, porcodio! Quanto lo odio!» sbottò ripiena di rabbia, la rabbia gli riempiva il petto, le arrivava fino in gola, le pulsava nelle vene, staripava nella sua carne facendole tremare i muscoli. Si tirò su di scatto iniziando a camminare avanti e indietro per i bagni con una mano a tenersi la fronte.
«Diocane devo calmarmi, devo calmarmi o spacco tutto!» tirò un pugno ad una delle porte dei bagni facendola sbattere violentemente contro il water. Si obbligó a respirare profondamente.

Il telefono le vibrò in tasca, non lo prese e altre mille notifiche lo fecero vibrare. Lo prese tra le mani tremanti di rabbia, senza accenderlo. Iniziò a squillare. Rimase qualche istante immobile prima di rispondere.
«Che cazzo vuoi? Porcodio, sono a lezione»
«Devi mandarmi altri soldi»
«Col cazzo! Non me ne frega un cazzo se sei nella merda sono solo cazzi tuoi»
«DEVI STARE ZITTA E MANDARMI I SOLDI HAI CAPITO PUTTANA?»
Lilith rise istericamente.
«Sei patetico. Non vivo più con te, è ora che ti impicchi, se spendi tutto il tuo stipendio da fallito in alcool faresti meglio a crepare prima di rompermi i coglioni ancora. Sparisci dalla mia vita»
«BRUTTA PUTTANA GUARDA CHE SO DOVE STUDI, VUOI CHE VENGA LÍ E...»
«E COSA? COSA PAPÀ?»
Silenzio.
Lilith fece un ghigno amaro.
«Aspetto il bonifico» riattaccò senza darle il tempo di insultarlo.

Il corpo di Lilith sembrava troppo poco per contenere tutte quelle emozioni.
Trattenne il respiro mentre tutto il suo corpo vibrava. Sentiva il sangue pulsarle al cervello mentre la furia cresceva in lei in maniera disumana. Mentre implodeva preparandosi ad esplodere.
«DIOCANE!» bestemmiò tra i denti. Non ce la faceva, non poteva sopportarlo, tutto quell'odio era troppo, era troppo per poterlo controllare. Per poterlo sopportare. Tirò un calcio alla porta dei bagni, una scarica di piacere e adrenalina la riempì, ne tirò un'altro più forte, e un'altro ancora e ancora. Lo odivava, lo odivava, lo odiava. Più lo odiava più la porta del bagno si sfondava in pezzi. Gli anfibi di Lilith colpivano veloci, violenti, senza pietà.

Crystal trattenne il fiato. Era entrata da poco.La porta cadde al suolo.

She Tastes So GoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora