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Crystal era nervosa come non mai mentre si avviava verso la classe. Lei e Lily non si erano più scritte, non le aveva scritto perché aveva paura di disturbarla, o di non rispettare il suo bisogno di solitudine, sapeva fosse viva perché l'aveva vista postare su Instagram condividendo qualche reel. Si perse nei propri pensieri tra i corridoi dell'università.

Alla fine aveva trovato quella che con tanto cinismo aveva rinominato "la bibbia dei vampiri", aveva passato un'ora intera a rivoltare la casa spopolata dei nonni, finché non l'aveva trovata nascosta in un piccolo cassetto nascosto nel antico armadio specchio della camera da letto. Aveva paura le si sbriciolasse in mano, le pagine erano ormai gialle e sgretolate sui lati. L'aveva preso di nascosto, non voleva i suoi familiari le facessero domande. Ovviamente non aveva rivelato a nessuno ciò che era successo, nemmeno a chi sapeva fosse un vampiro. Non voleva risultare incoerente, ma forse più di tutti non voleva mettessero il naso nelle sue questioni così delicate e complesse. Temeva di sentire dire cose negative su Lily e che la influenzassero, temeva la convincessero a smettere di frequentarla, temeva ne facessero in dramma facendola sentire in colpa.

Comunque aveva spulciato abbastanza il "sacramento"; era fitto e sbiadito in alcune parti che si leggevano appena, noncurante della storia dei vampiri, o di qualsiasi altra stronzata legata ai culti, ai rituali e a come scatenare i propri poteri, si era incollata alla pagina dei riti di sangue, preoccupata per gli effetti collaterali che Lily poteva star soffrendo dopo averle donato il proprio sangue.
La sola pomposità del testo le diede urto.
"Riti di sangue" li chiamavano, per non chiamarla carneficina, o abuso sugli esseri umani. Odiava come la cultura vampiresca si basasse sul raccontarsi la stronzata della superiorità. Credendosi creature sacre benedette da una Dea oscura, era molto più facile sentirsi giustificati nel consumo di umani, era più facile chiamarlo "rito di sangue" in onore di una divinità inesistente.
No, lei non credeva in quelle stronzate. Non sapeva bene come effettivamente la specie del vampiro si fosse evoluta e distaccata da quella umana, ma evidentemente se esistevano in carne ed ossa allora doveva esistere una spiegazione scientifica del tutto razionale e evolutiva. Credere nell'amica immaginare che vive nell'ombra li rendeva tanto ridicoli quanto gli umani che credevano nell'omino magico che vive nel cielo o nella storia di Eva e Adamo.
Peccato che solo pochi altri vampiri la pensassero come lei, per questo preferiva stare lontana da quella setta.

Crystal entrò in classe andando a sedersi al proprio solito posto, Lily non era ancora arrivata. Probabilmente era in ritardo come accadeva spesso. Trovò il coraggio di aprire la sua chat e le mandó lo sticker della facciona di un gatto arancione con scritto "good morning"

Crystal: ti tengo il posto?

Il cuore le faceva male più di quanto riuscisse ad ammettere, era terrorizzata dall'idea che Lily la stesse ignorando e ce l'avesse con lei, ma prima che potesse farsi altre paranoie Lily si sedette affianco a lei. Non l'aveva vista entrare.
«Buongiorno amo» la salutò collassando sul banco. Anche lei aveva le occhiaie quel mattino, si sentì responsabile.
«Ciao...» ricambiò rigida. Lily aprì il proprio quaderno, senza aggiungere altro, sembrava un po' trattenuta e distante.

C'è l'ha con me. Mi odia perché sono un vampiro. Le faccio schifo. È arrabbiata. Magari ha avuto tutti gli effetti collaterali. Come faccio a dirle degli effetti collaterali? È così imbarazzante

Crystal si disperava mentre sul suo volto non c'era traccia di un sentimento.
Lily sbadigliò appoggiando la testa al banco. Si sentiva distrutta, come sempre non riusciva ad avere degli orari sani e si era addormentata dopo le due di notte. Perché le lezioni non potevano essere al pomeriggio quel giorno, o meglio ancora tutti i giorni?

Lanciò un'occhiata furtiva a Crystal; era così concentrata sulla lezione. Non si erano più sentite, non le aveva scritto perché sapeva quanto avesse bisogno di tempo per se stessa, e poi temeva che decidesse di tagliare con lei. In passato era stata lasciata proprio per quelle ragioni, perché la sua vita, la sua infanzia era un fottuto disastro. Perché non era facile stare con una come lei, farsi carico di tutti i suoi traumi, finire nella sua vita caotica e fuori di testa, a dir poco. Se Crystal avesse deciso che tutto quello era troppo per lei, lo avrebbe accettato. Sarebbe stato troppo per chiunque. Lei stessa avrebbe troncato subito i rapporti con una ragazza con scatti di rabbia e perseguitata dal padre pazzo, e non per cattiveria, ma perché la vita era già difficile di suo. Pensò a fondo.

Ognuno ha i cazzi propri a cui stare dietro e ci sta chiudere situazioni troppo complicate se queste portano solo pesantezza.
Alla fine non è altro che amor proprio; non accollarsi i drammi altrui.

E ora c'era quella distanza tra loro che non capiva. La sentiva, sottile. Forse Crystal non aveva deciso ancora, ma ci stava pensando a scaricarla. Forse avrebbe voluto farlo, ma non poteva più dato che aveva scoperto il suo segreto. Sarebbe stato estremamente sbagliato se così fosse fosse stato, ma a Lily piaceva l'idea che Crystal fosse in qualche modo obbligata a non abbandonarla del tutto. Non l'avrebbe mai ricattata, ovviamente, però non sapeva se avrebbe trovato la forza di dirle "non dirò nulla, se vuoi sparisci pure" perché in fondo non era quello che voleva.

Trovava assurdo il modo in cui, nonostante avesse appena scoperto i vampiri esistessero davvero, quell'informazione fosse completamente passata in secondo piano davanti alla paura di perdere Cry. Come se fosse stata un'informazione da niente, o una cosa che sapeva da una vita. Forse era perché non riusciva ancora a crederci, magari quando suo padre l'aveva fatta cadere aveva colpito la testa e tutta quella era una sua allucinazione visiva, o un suo delirio. Ridacchiò, sarebbe stato pazzesco, ma non ci teneva ad impazzire. Era certa di aver visto quel che aveva visto, eppure ancora non riusciva a crederci del tutto. La sua ragione si rifiutava di assimilare quell'informazione, quindi l'aveva lasciata in un angolino della propria mente a fermentare. Probabilmente finiti tutti quei drammi emotivi sarebbe esplosa a scoppio ritardato, un po' come sempre.

Osservò Crystal e la sua carnagione bianca, le sue occhiaie marcate, i denti bianchi perfetti, il suo corpo scheletrico, sottile, il suo stile elegante e la sua postura rigida . Sì, sembrava proprio un vampiro. Ed era fottutamente stupenda. Non sapeva se sarebbe riuscita ad accettare l'idea di perderla.

Cry troppo tesa per quel silenzio tra loro iniziò ad agitarsi e lamentarsi della stanchezza e del sonno a bassa voce, proiettando la propria frustrazione su quella giornata. Non essere infastidita e molestata da Lily era orribile, ogni secondo che passava a non tormentarla la sua ansia cresceva.
«Che palleee! Voglio morire...» borbottò appoggiando la fronte alle ginocchia, si era seduta scomposta, appoggiando le scarpe sulla seduta.
Perse un battito quando sentì la mano di Lily accarezzarle la testa affettuosamente, intrecciando le dita tra i suoi capelli, solleticandole il collo.

«Oh you little little thing...» sospirò Lily intenerita.

She Tastes So GoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora