✖ SEVEN ✖

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Prima che possa bussare alla camera dei ragazzi, sento Isabella respirare talmente forte da far vibrare le pareti del corridoio.
«Se hai finito, posso bussare?» chiedo seccata da quella situazione tanto ridicola quanto imbarazzante.
Isabella annuisce lievemente e smette di fare quei profondi respiri.

«Chi si rivede.» dice Tiberia aprendo la porta.
La situazione é come prima. Paggi é intento a giocare alla sua Psp, mentre sul letto di Tiberia si trova un computer che emette una musichetta alquanto fastidiosa. Probabilmente starà giocando anche lui a qualcosa.
Tutti e due i ragazzi indossano i boxer e una canotta, Paggi di un colore nero, Tiberia quella bianca di prima.

Sei contenta di rivederlo in boxer, eh?

OMMIODIO! Ma quando decidi a sparire?

Aaah, quante storie. Ti sto solo dicendo la verità.

A me sembra che tu stia solo rompendo un tantino le palle.

Ma solo io sento cosí caldo?

Ovvio che hai caldo. Ti sei ritrovata di fronte a Tiberia in boxer!

Ma la finisci con questa storia?

Se é cosí figo non é certamente colpa mia.

«Abbiamo bisogno del vostro aiuto.» dico io in tutta risposta.

Tiberia ci lascia entrare nella stanza che odora di acqua di colonia e... pizza?

Si, Paggi ha al suo fianco un cartone di pizza margherita.

Non faccio domande su come l'hanno procurata, non mi interessa.

«Allora, in cosa possiamo esservi utili?» chiede Paggi, distogliendo lo sguardo dal suo videogame.

Aspetto che sia Isabella a parlare, ma quando capisco che si trova in uno stato di trans, prendo la parola:
«Dovete aiutarci a scendere dalla nave appena si fermerà in Sardegna.»

I ragazzi ci guardano con aria abbastanza confusa, cosi inizio a spiegare loro tutta la vicenda.

«Non c'é niente di piú facile. Vi aiuteremo noi.» dice Paggi.
«Ma ad una condizione!» esclama Tiberia «Dovrete farci venire alla festa con voi.» spiega.

Isabella non perde tempo e inizia ad annuire con la testa.

«Va bene!» esclamo, quasi sbuffando.
«Perfetto, ci cambiamo velocemente e andiamo sul ponte. Aspettateci fuori.» ci ordina Paggi.

Sbarro gli occhi. Non voglio prendere ordini da loro, ma sono costretta dato che loro ci aiuteranno a procurarci dei bei vestiti per la festa.

Vuoi vederli mentre si vestono?

Ti lascio perdere che é meglio.

Usciamo fuori dalla stanza e iniziamo ad aspettarli.
«Sbaglio o Matteo indossava una collana identica alla tua?» mi chiede Isabella.
«Intendi quella con il simbolo giapponese?» rispondo con un'altra domanda.
Lei annuisce.
«In realtà, é la mia. L'ho regalata a lui poco prima della riunione con i prof.» decido di dirle la verità, non ha senso dire bugie.
«Quindi hai avuto modo di parlare con lui da sola? Siete diventati amici?» inizia a sommergermi di domande.
«Calma, calma! Stai correndo un po' troppo, non credi? Non siamo per niente amici... Ho fatto solo un favore alla professoressa di inglese e quando Tiberia ha visto la mia collana gli é piaciuta, cosi gliel'ho regalata.» spiego cercando di fermarla.
Isa rimane molto delusa dal mio racconto ma dovrebbe sapere che tra me e quei ragazzi non ci sarà mai un'amicizia.
Comunque é inutile ricordarglielo, tanto da un'orecchio le entrerà e dall'altro le uscirà...

Odiami e baciami || The CrookidsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora