✖ FOURTY FIVE ✖

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Serena.

La mia migliore amica fa davvero miracoli!

Adesso che le occhiaie sono sparite, indosso dei jeans e una maglia bianca a maniche corte, abbino le Converse bianche e lego i capelli rossi in una coda di cavallo.

Al trucco di Isa aggiungo mascara e rossetto nude, poi mi avvio verso l'aula, mangiando al volo una mela.

Per tutte le ore di lezione, non ho fatto altro che incrociare lo sguardo di Matteo, arrossendo piú e piú volte.

Lui ha continuato a fissarmi per tutto il tempo, mentre io cercavo di evitare i suoi occhi, senza riuscirci.

Ecco, lui mi manca. E non poco.
Ma non posso soffrire e farmi prendere in giro da un ragazzo, ho comunque una dignità.

É anche vero, peró, che se continueró di questo passo, lo perderó per sempre.

Ma credo sia la cosa migliore andare ognuno per la propria strada.

Dovrebbe almeno capire quanto mi ha ferita giocando con i miei sentimenti, dovrebbe capire che ha sbagliato e che é solo un cretino.

Un cretino che peró ami, dico bene?

Ci mancavi tu, adesso!

A pranzo, io ed Isa ci sediamo ad un tavolo, mentre Matteo a quello accanto al nostro e Lorenzo a quello in fondo alla sala. Juàn, invece, non si é fatto vedere per tutta la mattinata.

Che sia arrabbiato con me? Forse si.

Bé, naturalmente si. E lo capisco anche. L'ho fatto soffrire, proprio come Matteo ha fatto soffrire me.

«Oggi pomeriggio la Cowell mi aspetta per la lezione di recitazione e poi quella di canto. Le dico che la band si é sciolta?» chiedo ad Isabella.

Lei annuisce, con lo sguardo chino sul suo piatto, cercando di non alzare gli occhi per evitare di incontrare la figura di Lorenzo, che si trova a pochi metri di distanza.

Probabilmente anche lei oggi avrà avuto qualche discussione con Lorenzo che l'avrà intristita molto.
Sicuramente prima delle lezioni, é chiaro come l'acqua.

Terminato il pranzo, mi fiondo in camera per studiare letteratura e per ripassare alcune battute dello spettacolo.



«Non credi di essere in ritardo?» mi chiede Isabella, staccandosi dallo schermo del suo cellulare.

«Come?» rispondo confusa, alzando la testa dai miei libri.

«Sono le quattro meno cinque!» mi fa notare la ragazza.

SONO IN RITARDO!

Senza guardarmi allo specchio, mi reco nell'aula di recitazione, dove sono già tutti pronti per le prove dello spettacolo.

Manca solamente un mese, oramai, ed io sono sempre piú ansiosa.

«Allora, ragazzi, il tempo stringe sempre di piú perció dobbiamo darci molto da fare per preparare al meglio lo spettacolo. Da oggi non voglio piú scuse o assenze, dobbiamo lavorare!» esclama autoritaria l'insegnante.

Iniziamo a recitare alcune scene già ripetute, poi la Cowell ha la brillante idea di provare una delle scene piú importanti della rappresentazione.

«In scena Serena e Juàn.» avverte la donna, ridestandomi dai pensieri.

Per tutta la prima parte della lezione, Juàn non si é né avvicinato a me, né mi ha salutata o parlata.

E se avessi perso definitivamente un'altra persona?

Odiami e baciami || The CrookidsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora