✖ FOURTY ONE ✖

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Con un sorriso soddisfatto per questa piccola vittoria contro Angelica, me ne torno in cabina chiudendo la porta alle mie spalle e iniziando a preparararmi per la lezione di teatro.

«Andrai a dire alla Cowell della band?» mi chiede Isa, mentre io pettino i miei lunghi capelli.

«Se mi chiederà qualcosa si, altrimenti per oggi preferisco concentrarmi solo sulle prove.» rispondo, uscendo subito dopo dalla stanza e correndo verso l'aula, onde evitare qualche incontro spiacevole, come prima.

«Allora ragazzi, non abbiamo piú tempo da perdere! Forza, tutti in scena per la prova del secondo atto!» esclama la professoressa, dopo che la classe é completa.

Ripeto mentalmente le mie battute e iniziamo le prove, mentre la Cowell ci scruta uno ad uno con occhio critico, interrompendoci per ogni minima distrazione e sbaglio.

Deve tenere davvero tanto a questo spettacolo.

«Fermi, fermi, fermi!» ci interrompe per la centesima volta l'insegnante, mentre io e Juàn recitavamo una nostra scena «Piú emozione, piú sentimento! Siete troppo meccanici, non va bene!»

«E come dovremmo fare?» chiede Juàn, spazientito dalle troppe interruzioni.

«Dovete esprimere amore, passione, desiderio, frustazione per non poter coronare il vostro sogno d'amore, ma la voglia infrenabile di dover stare insieme, riuscite a capirmi?» ci spiega la Cowell, gesticolando come suo solito.

Io e Juàn annuiamo poco convinti, sommersi dal fiume di parole della donna, che tira un forte sospiro e si avvicina a noi, in modo da poterci guardare negli occhi.

«Quando Shakespeare scrisse "Romeo e Giulietta" volle dare l'impressione che le vicende accadessero in fretta, come per rendere l'idea della frettolosità dei giovani.
Infatti, tutti gli adolescenti e i ragazzi, sia dell'epoca che di adesso: agiscono.
Agiscono perché non hanno tempo da perdere, perché sono gli anni più belli della loro vita ed è per questo che agiscono di fretta, senza pensare e senza indugiare.
Perció, dovete rendere l'idea di ció, della vostra frettolosità nel credere in un futuro insieme, capite ora?»

«Si, penso di aver compreso ció che vuole dire.» affermo, volgendo lo sguardo verso Juàn, che nel frattempo inizia ad assumere un'espressione meno confusa.

«Riprendiamo!» ci incita tornando alla cattedra e dando il via alla recitazione, che fila senza ulteriori interruzioni.

«Bene, per oggi é tutto, potete andare. E ripassate le parti!» ci informa la Cowell, prima di farci uscire dall'aula.

A passi svelti, torno in cabina e, prima che possa chiudere la porta, vedo Isabella intenta a lanciare cuscini in aria e ad infuriarsi con il nulla.

«Che ti prende?» le chiedo cercando di fermarla.

«Niente! Niente!» urla lei continuando a tormentare un povero cuscino.

Eppure lui é l'unico che é sempre disponibile per un abbraccio.

«Calmati, Isa.» la imploro io, togliendole di mano il cuscino.

«No, voglio solo sfogarmi con questo maledetto cuscino immaginando sia la faccia di Lorenzo mentre bacia quell'oca di Beatrice!» si sfoga lei, buttando via un grosso peso dallo stomaco.

«Cosa? Quando é successo?» le chiedo spalancando la bocca per il troppo stupore.

Ma quante cose sono successe a vostra insaputa?

Mi ricorda troppo alcuni film americani. Troppi cliché.

«Prima che noi ci fidanzassimo... Ma non mi hai detto niente, mi ha mentito!» spiega lei, riprendendo a tormentare il cuscino bianco.

Odiami e baciami || The CrookidsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora