✖ THIRTY SEVEN ✖

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«Avanti, presentati!» mi incita il produttore dall'aria rigida.

La folta barba bianca e la sua corporatura robusta lo fanno assomigliare moltissimo a Babbo Natale.

«Io mi chiamo Serena e sono di Roma.» rispondo tremante.

«Allora, Serena, perché hai deciso di partecipare a questo casting?» mi domanda il regista, piú simpatico rispetto all'altro.

É piú giovane, un pizzetto sfoggia sul suo mento e i suoi capelli neri e corti mettono in mostra le orecchie a sventola che si ritrova.

«Sono sempre stata appassionata di recitazione da quando avevo otto anni.» rispondo molto tesa.

«E hai già avuto esperienze?» mi domanda ancora.

«No. Ho solo frequentato corsi di teatro nella mia città e seguo un corso di recitazione anche adesso, sulla nave. La nave dove sto studiando, intendo.» rispondo a macchinetta.

«Rilassati, cara.» mi suggerisce Rosalinda, interrompendo il regista.

Faccio un grosso respiro e ritorno a guardare negli occhi del regista.

«Che ne dici di fare qualche scatto fotografico?» dice l'uomo indicando un fotografo seduto in un lato della stanza.

Non l'avevo proprio notato!

Annuisco e mi ritrovo di fronte l'obbiettivo di una Canon, con il fotografo che immortala ogni mia posizione.

Inizio a sorridere semplicemente, lasciando le mani sui fianchi.

Rosalinda tossisce, quasi volesse comunicarmi qualcosa, quindi inizio a rilassarmi e a fare le facce piú buffe che abbia mai fatto.

Occhiolini, linguaccia, faccia sorpresa, posizioni sensuali, sorrisi spontanei pensando a Matteo... Avró fatto cento scatti minimo, ma potrei continuare all'infinito, solo se nella mia mente c'é quella massa di capelli scuri e quegli occhi profondi che mi infondono sempre un gran coraggio e una forte determinazione.

«Perfetto, abbiamo finito.» avvisa il regista interrompendo il mio shoot fotografico.

«Devo fare altro?» chiedo, sperando di essere andata bene.

«Si, prima di lasciarti libera, devi provare a recitare.» mi dice l'uomo Babbo Natale.

«D'accordo... Che cosa?» continuo a chiedere, sempre piú nervosa.

«Quello che vuoi. Puoi improvvisare o recitare la scena di qualche opera a tuo piacimento.» risponde l'uomo.

Annuisco e penso velocemente a qualcosa da improvvisare, fin quando non esce fuori un monologo inventato secondo dopo secondo.

«Perfetto, puó andare adesso.» annuncia il produttore interrompendomi.

«Compili il modulo qui fuori. La richiameremo.» mi dice infine il regista, facendomi uscire dalla stanza.

Matteo si trova in piedi, accanto alla porta. Appena usciamo dall'edificio mi sommerge di domande e io inizio a raccontargli ogni singolo particolare, finché non torniamo sulla nave.

«Io vado, ci sentiamo piú tardi.» mi dice Matteo lasciandomi un lungo e passionale bacio sulle labbra, prima di uscire dalla mia stanza.

Rimango immobile al centro della stanza, non riuscendo a realizzare ancora ció che é accaduto.

Isabella ritorna verso le nove e io inizio a sommergerla di parole sul mio casting e sull'intera giornata trascorsa tra le vie e i negozi londinesi.

Odiami e baciami || The CrookidsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora