✖ THIRTY TWO ✖

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«Odio mia madre, odio i miei parenti e odio la Francia!» esclama Isa senza smettere di buttare a terra qualsiasi cosa passi tra le sue mani.

«Di che stai parlando?» continuo a chiedere sempre piú confusa, facendola sedere sul letto per farla calmare.

«Non so se te l'ho mai detto, ma ho dei parenti qui a Parigi e mia madre vuole che ci passi questo fine settimana, prima di andare in Inghilterra.» mi spiega Isa, riprendendo un po' di fiato dopo quella scenata isterica.

«Dai, non é una tragedia! Dovrai passare solo due giorni con loro, venerdí, ovvero domani, e sabato.» la tranquillizzo poggiando una mano sulla sua spalla.

«Si, ma i miei parenti sono irritanti, fastidiosi, noiosi... Uffa.» sbuffa lei, ormai rassegnata all'idea di dover passare questi due giorni con parenti francesi. Bé, anche io non sarei molto allegra all'idea di passare alcuni giorni con dei parenti noiosi.

Mi reco in bagno per fare una doccia calda e prepararmi per la scuola.
Indosso dei leggins neri, una maglia bianca a maniche corte, dato il caldo che sta arrivando in questo mese di maggio, e le mie Converse rosse.
Lascio i capelli rossi sciolti e Isabella mi costringe a truccarmi con mascara e eye-liner, nonostante le mie pessime abilità di fare una linea dritta con il pennello.

Dopo le solite ore di lezione di inglese, altre lingue, matematica e chimica, arriva l'ora di pranzo in cui io, Matteo, Isabella e Lorenzo, invece di pranzare, proviamo alcune canzoni per lo spettacolo, dato l'avvicinarsi sempre piú della data.

Alle quattro e mezza, invece, mi reco a lezione di teatro della Cowell, per iniziare le prove dello spettacolo "Romeo e Giulietta".

«Hola Serena.» sento Juàn avvicinarsi.

É da qualche giorno che non lo sentivo e non ci parlavo.

In aula ci siamo solo noi, gli altri devono ancora arrivare.

«Ehm.. Ciao.» lo saluto, un po' piú distaccata del solito.

«É da un po' che non parliamo, é successo qualcosa?» mi chiede lui, un po' preoccupato.

In effetti, dopo essere stati in Spagna non ho piú scambiato nemmeno un saluto con lui. E io che pensavo di esserne innamorata, che stupida!

«No no, sono solo molto impegnata con gli studi, il corso di canto, le prove con la band e poi sto lavorando ad alcune mie canzoni, quindi non ho molto tempo per rilassarmi.» spiego sorridendo, cercando di allontanarlo il piú fretta possibile.

«Ah, capisco. Comunque se hai bisogno di aiuto in qualcosa, sai che puoi contare su di me.» dice lui, accarezzandomi una guancia.

Indietreggio un po' per evitare il contatto con lui, che assume un'espressione di delusione.

Ora arriva la parte in cui devo ferire i suoi sentimenti. E questa parte non mi piace proprio per niente.

«Senti, Serena, io voglio dirti una cosa da un sacco di tempo. Mi sarebbe piaciuto dirtelo tra le strade di Barcellona, ma dato che avevi già preso appuntamento con Matteo, non mi sembrava il caso.» inizia a parlare Juàn, dopo un breve momento di pausa «Yo te quiero, Ser.» dice infine.

«Ehm.. É un po' imbarazzante, ecco, ma io sono fidanzata.» rispondo balbettando e sentendomi in colpa.

Non augurerei mai a nessuno di trovarsi in una situazione simile. É davvero troppo imbarazzante dover dire cose del genere ad una persona che ti ha appena espresso il proprio amore.

Penso non esista una situazione piú brutta di questa, soprattutto quando sei tu a dover spezzare il cuore all'altra persona.

«Oh... Con lui?» mi chiede abbassando lo sguardo, alludendo a Matteo.

Odiami e baciami || The CrookidsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora