✖ FOURTY THREE ✖

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Quando é troppo, é troppo.
Esasperata, arrabbiata e quasi sul punto di piangere, cerco di rimediare alla situazione abbassando il tono di voce e cercando di non cedere agli occhi di Tiberia, che continua a squadrare Juàn e a guardare me in modo implorante.

«Matteo, per favore vattene.
Mi hai fatto innamorare e toccare il culmine della felicità e te ne sono grata, sul serio, perché mai con nessuno mi sono sentita come con te, lo devo ammettere. Ma adesso, per te che prima mi hai resa la ragazza piú felice del mondo, provo solo disgusto in quanto mi hai delusa, presa in giro e illusa, perció esci dalla mia vita una volta per tutte ed evita di rifare queste sceneggiate in futuro, perché con me non ci saranno piú possibilità.» finalmente libero i miei pensieri e mi levo un gran peso dallo stomaco.

«Quindi mi hai rimpiazzato all'istante? Non hai aspettato un solo secondo per trovare un nuovo ragazzo?» chiede Matteo ferito dalle mie parole, senza peró diminuire il suo tono vocale.

Sto per rispondere ma Juàn mi precede «Ti sei lasciato sfuggire una principessa, adesso io mi prendo una guerriera.»

«Che cazzo significa questo? E non sto parlando con te!» sbuffa Matteo acido.

Se continuiamo di questo passo ci saranno serie conseguenze sia per lui che per Juàn, che sembra si stia ritenendo il padrone della mia persona.

«Lasciaci in pace.» dico secca.

«Non posso arrendermi cosí, non posso lasciarti andare.» mi sussurra lui guardandomi dritta negli occhi, facendo in modo che le lacrime inizino a fare a gare per scendere.

«Avresti dovuto pensarci prima... Io non ho intenzione di tornare a soffrire come mi é già successo in precedenza.» rispondo fiera di non essera crollata in un mare di lacrime.

«Peró io...» tenta di spiegare lui, ma Juàn mi prende per mano e si allontana, trascinandomi con sé.

Mi volto un'ultima volta, prima di svoltare un angolo, notando lo sguardo di Matteo fisso su di noi.

Juàn continua a trattarmi come una sorta di oggetto e ció non mi entusiasma per niente.

Mentre ci incamminiamo verso il ponte di prua, Juàn cade con la faccia a terra, spinto da qualcuno.

«Matteo?» domando stupita, ma piú arrabbiata.

«Che cazzo ti prende?» urla il ragazzo spagnolo, alzandosi velocemente da terra.

«Devi starle lontano, non ti é chiaro?» sbotta Matteo, irritato.

«Basta, smettila!» esclamo con tono implorante.

«Aspetta, Ser, ci penso yo.» mi dice Juàn, come se volesse salvarmi da qualcosa.

«Sei geloso, eh?» domanda Juàn a Matteo, con un tono sarcastico, quasi a volerlo provocare.

«Si. Sono follemente geloso, sei contento adesso?» risponde a tono Matteo, spintonando via lo spagnolo.

Juàn non esita un secondo e sferra un pugno in piena faccia a Matteo, che si spacca il labbro inferiore.

«SMETTETELA!» urlo spaventata.

«Sei cretino per caso?» sbotta Matteo, tirando un destro proprio sull'occhio di Juàn, che inizia a gonfiarsi sempre di piú e a diventare nero.

«SIETE ENTRAMBI DEI BAMBINI! VERGOGNATEVI!» li separo con le mie urla.

Prima che possa avvicinarmi a Matteo per verificare il suo labbro rotto, Juàn mi porta verso il ponte principale, di nuovo, senza darmi il tempo di poter parlare con entrambi.

Odiami e baciami || The CrookidsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora