Capitolo 8.

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No okay ci mettono in punizione per cosa? Perché sono scivolata nell'esatto instante che quel uomo mammut è entrato nel tetto?! Suicidio l'ha definito. Ma siamo seri?
Ho caldo. Sto evaporando. Sono incazzata. Infastidita. Devo solo andare via di cui.

Sono solo le 2:47 manca più di un'ora. -Mimì..- sussurro inconsapevole.

POV'S ROSS
D'un tratto si ferma. Non fa più avanti e indietro. Fissa un punto nel vuoto della pioggia. I suoi occhi sono chiusi in due fessure abbassate e sembra quasi preoccupata e persa nei suoi stessi pensieri.

Mimì, ha sussurrato. Quelle quattro letterine mi sono arrivati dritti in testa. Chi è? Che cosa c'entra questa persona ora?

Mi avvicino a lei. Non si accorge. Mi fermo qualche centimetro prima. Le tocco una spalla,non so con quale coraggio.

Alza gli occhi,li punta su di me. Sono scuri. Talmente scuri che non riesco a riconoscere le pupille. Scuri come un pozzo senza fondo.

Posa la mano fredda sulla mia. In un primo momento pensai che fosse strano. Ci siamo saltati addosso come scimmie già dai primi giorni di scuola,o meglio dire che tu l'hai attaccata . Quelli sono particolari.

Con un gesto me lo sposta via e io rimango allibito -è meglio se tu mi stai alla larga Ross.- sputa fredda. Perdo un battito. Non so il motivo, sei attratto o forse..no non lo sono.

-è già la seconda volta che finiamo nei casini. Prima per colpa tua e ora per colpa mia. Non mi piace attirare nei casini la gente,quindi stammi alla larga. È meglio. Anzi sono più sollevata nel non vederti- conclude decisa.

Nei suoi occhi vedo sincerità, il che mi trafigge. Perché dovrebbe? Sei in.. no! Basta! Non lo sono! Maledetta coscienza.

-è per Ch..-

POV'S BETHANY
-NO. TU NON PUOI NOMINARE IL SUO NOME OKAY? NON LO CONOSCI!NON LO NOMINI. NON DEVI PIÙ NOMINARE IL SUO NOME.!- gli urlo in faccia puntandogli l'indice contro il petto fradicio.

L'acqua scende davanti a me spaccando il silenzio e il poco spazio che riesce a dividerci. penso di essere talmente rossa in faccia che tra un po' scoppio. Solo il suo nome basta a farmi salire i porchi. Dio.

Stacco il dito dal petto scolpito e mi appoggio al parapetto. Come faccio ora a uscirne? Un'illuminazione. Ho 18 anni, ho la macchina,la patente. Sono maggiorenne.

Oh buon giorno. Vaffanculo.

Di scatto acchiappo lo zaino e mi incammino verso la porta sperando di non dover essere attaccata nuovamente. Attaccata...

Mi rendo conto di cos'è accaduto solo poche ore prima. Lui mi passa accanto come per uscire prima di me. Stavolta a fermarlo sono io. gli tiro la manica della felpa facendolo bloccare sul posto.

Mi guarda confusa. Non lo biasimo. I suoi occhi così freddi, i capelli ribelli che gli cadono sulla fronte sgocciolando... -mi dispiace per sta mattina- sussurro.

Ritiro la presa e me ne vado lasciandolo indietro.
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Parcheggio il veicolo nella via di tre sere fa.
Mi catapulto nel luogo senza però trovarli.
Dove saranno? Doce sono tutti?

Vedo dei bidoni dell'immondizia sovrapposti fino a formare una sotto specie di recinto e dei cartoni messi sopra al tutto.

Le mie gambe si muovono da sole. Il petto mi brucia. Alcune gambe fuori escono da quel 'capanno'. Mi sporgo di più e vedo un cumulo di persone schiacciati come porcellini in gabbia.

Alcune persone stanno dormendo come se fossero abituati. Altri,invece,mi fissano con sguardi infuocati.

-Bethany!- sento chiamarmi. Gli sguardi si spostano da me e vanno a finire su una bambina. Mimì.

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