Capitolo 43.(seconda parte)

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Sapete i giorni senza senso? Un giorno vi svegliate lunatici, un altro psicopatici, un altro depressi, l'altro ancora con gli occhi gonfi ( per il troppo alcol, o per le lacrime o semplicemente perché avete deciso di fare i vampiri fino all'alba) oppure c'è il giorno che vi svegliate felici o semplicemente vi chiedete ''ma che cazzo ci faccio io in questo mondo?''.

Ironia della sorte? Noi umani siamo pieni di quei sbalzi d'umore (prima a parlare sono io) che il Karma solo sa come manovrarci.

Nel mio caso, quando ci si sveglia di buon umore, c'è qualcosa che deve rovinarmi la giornata: in questo caso il Signor Hamilton in persona.

Oppure vi lascio alla seconda chance: capitare a dover lavorare fino a fine semestre col ragazzo che come hobby si diverte a infilare il suo pene nella vagina delle ragazze ''molto belle'' che più comunemente vengono definite ''puttane''.

Ma anche in questo caso il Karma volle che costui fosse il doppelganger del mio ex ragazzo.

La terza e la quarta chance stanno nel considerare di imbattersi di prima mattina in un buonissimo caffè bollente e rimanere sbattuti fuori dalla classe o ritrovarsi a dover fare i conti col tuo passato: quest'ultimo caso vale se eravate talmente legati alla vostra famiglia che alla morte improvvisa di uno o entrambi i genitori vi sentite privi di emozioni.

In tutti questi casi, quello che non avevo considerato era:

1-come diavolo mi era venuto in mente di accennare o solamente provare a domandare cortesemente (sostantivo non molto forte e usato in questi ultimi anni, soprattutto se a ricordarmi questi ultimi quattro anni c'è un ragazzo pronto a ricordarmelo) di non accennare in alcun modo a nessuno quel che era successo la sera prima!

2-come diavolo mi era venuto in mente di afferrare un gancio sinistro a quella oca puttana?

3- che diavolo ci faceva qui John Hill?

4- dove diavolo è finita l'oca puttana?

La risposta è semplicissima. Se voi foste talmente abituati ad essere viziati dalle persone, viziati a tal punto che vostra madre o padre pagasse qualche spicciolo in più alla scuola o semplicemente se voi foste la/il cocco/a del preside...dove andreste?

Ed eccomi qui, in presidenza, seduta su una poltroncina dai cuscinetti rossi, a discutere su come siano andate le cose.

Ovviamente la bambolina al mio fianco piange disperatamente come se avesse lo zigomo rotto, ma quel che non capisco: è così divertente giocare sopra la vita privata di una persona come se si ballasse la lap dance su un piedistallo?

Non dico che quello che sto facendo io, dandole dell'oca puttana sia di meno, ma cazzo, avere tante domande e così poche risposte è una cosa terribile.

Dal momento che entrambe siamo famose per via del cognome e altre ragioni (riguardo la bionda), ce la caveremo con una'' bella e splendida ''pulita alla palestra: ovvero così lo definisce il vecchio preside.

Ma ovviamente alla principessa accanto a me nulla va bene: -Ma preside, quella mi ha appena aggredita!, dovrebbe lavorare solamente lei!- afferma acida con voce molto acuta, e sia io che il vecchio siamo quasi costretti a tapparci le orecchie.

-Non voglio sentir un'altra parola, e ora fila in casse, vi aspetto in palestra a fine lezioni!- afferma il preside cercando di mantenere un comportamento adeguato e un'espressione seria.

Passo qualche altro secondo seduta su quella sedia senza dire nulla, come se fossi ancora nel vortice delle parole della biondina.

Poco dopo mi riprendo ed esco dalla presidenza: ad aspettarmi, fuori, ci sono l'amico di papà (non ché mio attuale medico e infermiere della scuola), la mia amica di Manhattan, suo fratello e l'oca puttana.

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