Le parole del professor Bernard mi passavo davanti agli occhi come un nastro al ripetitore.
Che diamine intendeva?
Non so se l'ha fatto apposta o meno ma ora dovrò lavorare con Ross fino alla fine del semestre.
Fantastico!
-Allora rossa quando ci vediamo per questo stupido lavoretto?- domanda Ross con un sorriso smagliante.
-Non ne ho idea, tanto dobbiamo consegnarlo dopo Natale. Il tempo ce lo abbiamo no?- dico con non la chance.
Ma una strana voragine al petto mi fa chiudermi ulteriormente in me stessa e questa cosa mi preoccupa.
Ho uno strano presentimento. Ma che cavolo mi prende oggi?
La lezione procede normalmente. Ma è la prima volta da quando sono qui che sento dire da quelli in classe che non si era mai comportato così.
Prima esce nel bel mezzo della lezione dopo che qualcuno cerca di contattarlo per più di cinque volte.
Non riprende coloro che sono stati assenti alla sua lezione o per esempio me che ho saltato alcune ore.
Il che è molto strano. Sarà per il cognome?
Non ne ho idea ma ho intenzione di parlargli. Le due ore di arte proseguono normalmente: mentre le coppie buttavano giù idee di tutti i colori, io e il mio partner non facevamo nulla.
Era come se quello che era successo a Marco o l'incontro inaspettato con Gary o solo il pensiero di aver chiesto scusa a Ross stamattina, mi avesse in qualche modo fatto aumentare ulteriormente il mio attuale caos che mi porto dentro.
Ross aveva iniziato a mettere giù qualche idea ma nemmeno una mi convinceva.
Non mi convinceva il fatto che mio padre mi avesse portata a New York dopo quattro anni dalla morte della mamma, non mi convinceva il fatto di andare a scuola a Manhattan, non mi convinceva il fatto che Gary insegnasse qui, non mi convinceva nulla oggi Santo Cielo!
Perché devo essere così paranoica? Dove cazzo è finita la pioggia? E perché cazzo il vecchio Bernard mi sta scrutando come per mettermi alla prova?.
Ogni giorno una domanda in più. Ma avrò tutte le risposte che merito un giorno?
La lezione finisce al suono immediato della campanella, che segna la fine delle due ore.
Avrei avuto matematica con Bella, così mi diressi verso il mio armadietto per prendere quaderno e libro.
Bella mi raggiunse agli armadietti, con le guance rossastre per via della corsa. Non avevamo molto tempo.
-Andiamo- disse lei e ci mettemmo a correre.
Non so per quale assurdo motivo oggi tutti ce l'avevano con me, in una maniera o nella'altra.
Avete presente quelle sensazioni che avete quando vi svegliate problematiche di prima mattina, ma comunque cercate di non pensarci, perché dite che è la vostra fantasia?
Beh io vi posso garantire che non è la vostra fantasia.
Infatti io andai a sbattere contro Klaus mentre Bella incontro a suo fratello.
Quel che mi scaldava in quel momento tanto da farmi tirare giù i santi, fu il caffe di Klaus che mi si rovesciò addosso.
E ora? I miei libri erano per terra, e mentre tentavo di raccoglierli, Bella mi aiutò prendendoli dalla mia mano e si alzó.
Klaus intano non ha più la felpa addosso, solo una camicia azzurra abbinati perfettamente ai suoi skinny jeans neri.
-Tieni, mettitela se non vuoi odorare di caffè- scherza porgendomi velocemente la sua felpa grigia. –Ehi guarda che il caffè emana un buon profumo!- lo riprendo, consapevole che l'ha fatto apposta a dire quella frase dato che sa benissimo quanto amo il caffè!
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◀specchi rotti▶
Romance-siamo persone di vetro.Una lama, e lo graffi. Un colpo, e lo crepi. Un botto e lo rompi. Siamo specchi che non riflettono, siamo specchi rotti, Bethany, siamo specchi rotti, non persone, solo specchi rotti- e si approppriò delle mie mie labbra, com...