Iniziò a tirarmi sberle a vanvera. Gli occhi si coprirono di lividi e mi sentivo debole, senza forze, senza palle.
Notai con quel poco che mi rimaneva una corda legata sull'avambraccio, lungo il gomito.
Mi alzò il capo e legò al collo una linea di corda stretta, quasi da farmi soffocare. Iniziai a tossire, mentre mi sferrava un altro dei luridi pugni secchi al ventre.
-zitta zoccola!- esclamò cercando di legare le mani non riuscendoci a causa dell'alcol in circolazione su di lui.
-porca troia! Quanto lurida sei puttana! quanto mi è difficile legati zoccola- comtinuava a dire a vanvera.
Nessuno sarebbe stato capace di raggiungermi e liberarmi, anche se, non volevo l'aiuto di nessuno.
Sentirmi dare della volgare era una offesa in pieno che non potrei mai subirmi. Non ci pensai due volte e con le poche forze rimaste gli sputai in un occhio.
Indiettreggiò e si esporse poco dopo estraendo da una tasca posteriore un coltellino e ne tralciò una riga sulla coscia mia facendomi gemere di dolore.
La ritirò facendomi ancora più male e la ferita inizio a sanguinare a dirotto.
-questa non la passi troia!- mi urlò e portò in alto il coltello come per pugnalarmi.
Chiusi gli occhi per prevenire di vedere il suo ultimo ghigno malefico e divertito. Passarono infiniti secondi ma non sentii nulla.
Riaprii pian piano le palpebre e il ragazzo dagli occhi chiari era perterra, pestato a sangue.
Un corpo robusto gli stava davanti e continuava a ritar calci imprecando parole incomprensibili.
Il ragazzo dagli occhi chiari si alzo e scappò via. Gli occhi iniziarono a richiudersi ma prima, l'altro corpo robusto mi si avvicinò prendendomi a modi sposa.
Riconoscesti il profumo e le palpebre si chiusero definitivamente sotto l'effetto del dolore allucinante provocatomi precedentemente.
¤¤¤¤¤¤Sentivo un odore nauseante di disinfettante e sangue. Il corpo sembrava intrappolato in qualcosa e gli occhi obbiettavano nell'apprirsi.
Poco a poco la memoria iniziò a passarmisi davanti mostrando poi le immagini della serata.
Contro volontà del mio subconscio che urlava quasi di non aprire gli occhi gli aprì facendo filtrare una luce insopportabile dentro.
Mi posai una mano davanti per coprirmi ma non sentì la pelle mia fredda. Sentivo qualcosa di poroso, ruvido.
Scostai la mano davanti agli occhi e la vidi avvolta in una benda.
Scostai le lenzuola e mi scoprì in intimo. Diventai paonazza all'idea che qualche essere vivente mi abbia visto, e cercai i vestiti della sera prima. Al posto degli indumenti, in quella stanza biancastra dalle pareti rovinate, trovai una delle mie felpe accompagnate da dei pantoloni da tuta.
Scesi dolorante dal letto, con la coscia e gli addomi fasciati, camminai pian piano zoppicando fino ad arrivare a una poltroncina accanto a una porta verdastra.
Mi affrettai nella mia lentezza a mettermi su la felpa ma la porta della presunta toilette si aprì scoprendo un ragazzo dagli occhi raggelanti.
Indiettreggiai istintivamente lasciando perdere i pantaloni che scivolarono dalle mani, cadendo poi a terra.
Mi bloccai al capezzale del letto mentre lui avanzava verso me. Si fermò a un passo da me e iniziò ad accerezzarmi una guancia delicatamente.
Il suo tocco. Così caldo, così puro, così simile. La porta si aprì facendo entrare una donna di media statura dai capelli biancastri e gli occhi chiari.
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◀specchi rotti▶
Roman d'amour-siamo persone di vetro.Una lama, e lo graffi. Un colpo, e lo crepi. Un botto e lo rompi. Siamo specchi che non riflettono, siamo specchi rotti, Bethany, siamo specchi rotti, non persone, solo specchi rotti- e si approppriò delle mie mie labbra, com...