-Ehi, ehi! Rallenta, così finiamo per fare un incidente- l'avviso cercando di farla calmare un po', ma invano, prende un'altra curva ad alta velocità e io prego che la macchina non si schianti contro il muretto.
-Oppure continua, finchè un poliziotto non ti fermerà, ma tanto non servirà a nulla giusto? Soldi non ti mancano e basta fare il cognome di t..- okay Ross dacci un taglio, mi avviso da solo prima che la rossa incazzata possa buttarmi giù dal ponte che mi separa dal fiume Hudson.
Sono passati all'incirca un quarto d'ora, e secondo i miei calcoli mentali a momenti dovremmo essere a scuola. Almeno questo è quello che intendevo prima che iniziasse a diluviare.
Improvvisamente, il veicolo rallenta, e Bethany sembra più rilassata.
Ha ancora le sue piccole mani pallide avvolte attorno al manubrio dell'auto, la felpa che le copre metà mano.
Vorrei poterle chiedere tante cose ma la mascella serrata e gli occhi concentrati sulla strada, lo strano chignon che ha in testa, le lentiggini che sembrano più sparse sulla sua faccia, sotto gli occhi , e il modo seduttivo ma involontario di mordersi il labbro inferiore, mi fanno rimandare le mie richieste.
È così bella anche ora che è incazzata.
Forse mia sorella ha ragione a dire che provo qualcosa per questa ragazzina viziata che è al mio fianco, che ora come ora è la persona più incasinata ma calma che ''conosca''.
Ma poi, cos'è che provo per Bethany Hamilton? Attrazione fisica? Sesso? O amore? Aggiunge il mio subconscio.
Non ne ho la minima idea. Ma poi quando la bacio, tutte le mie paure, le mie ansie, le mie perplessità, tutto, tutto va a puttane e sento solo brividi, e adrenalina attraversarmi da capo ai piedi.
Entrambe le due volte che ci siamo baciati, tutto il mio essere duro e superiore ad altri è svanito nel nulla.
Ero un ragazzo normale: vicino a Bethany Hamilton mi sento un ragazzo normale.
Senza dire nulla arriviamo a scuola, tappezzata già dall'ingresso principale di foto di Marco. La cosa mi fa incazzare e Bethany si accorge di questo.
Parcheggia la sua nacchina e prima che io possa chiederle qualsiasi cosa per farla incazzare ulteriormente o altro, si gira verso di me e mi guarda per un istante in faccia.
-Scusami- dice solo e non riesco a capire.
Vedete, questa ragazza è peggio di un sudoku giapponese (sempre se ne esistono).
È così complicata da capire e io giuro su mia sorella Sophie che faccio di tutto e di più per capirla, ma nulla, non ci riesco.
E forse vedendo il mio stato di confusione continua -per stamattina, per mio padre..- si sofferma come se chiamarlo 'papà' le desse fastidio -per tutto, per Marco e ..- non riesce a continuare e capisco che si sta sforzando nel chiedermi scusa per qualcosa di cui non ha colpa.
-Ehi- la riprendo ma non accenna a guardarmi così stavolta sono io a continuare -sono io che ti devo chiedere scusa per tutte le volte che ti ho aggredita, ma in particolare per averti addossato la colpa della morte di Marco.
Dunque penso che tu non mi debba delle scuse solo qualche risposta- propongo anche se so la risposta.
la vedo persa nei suoi stessi pensieri e probabilmente anche sul fatto di chi sia il ragazzo davanti a lei che chiede scusa, ma poco m'importa.
Quessa ragazza mi sta cambiando e voglio vedere fino a che punto si spingerà.
Prima di scendere mi chiede un favore: di non dire nulla della sera precedente e io annuisco non capendo se parla del bacio o dell'incubo.
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◀specchi rotti▶
Roman d'amour-siamo persone di vetro.Una lama, e lo graffi. Un colpo, e lo crepi. Un botto e lo rompi. Siamo specchi che non riflettono, siamo specchi rotti, Bethany, siamo specchi rotti, non persone, solo specchi rotti- e si approppriò delle mie mie labbra, com...