Capitolo 41.

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POV'S ROSS

Mi sveglio con l'acquolina in bocca per il buon profumo di pancake, bacon, uova e caffè latte.

-mia nonna tende sempre a esagerare di prima mattina- ecco questo sì che è un buon giorno in persona .

Zitta coscienza! Mi zittisco da solo, ma so di non ave torto.

Sentire la voce della ragazza misteriosa dai capelli rossi è decisamente più di un buon giorno.

È sempre così calma, non è mai irrequieta, e trasmette sempre una certa sicurezza che ti travolge completamente e non ne esci se ti fai travolgere in pieno.

Mi alzo a sedermi e porto le mani a strofinarmi gli occhi.

Poi ragiono su una cosa -i tuoi non dicono nulla se mi vedono qui?- domando la ragazza seduta davanti a me con la coperta a coprire solo le gambe.

Fa spallucce e questo mi fa dubitare di lei. Ancora una volta.

No..non è quel genere di ragazza.

Sposta la coperta appena suona la sveglia accanto a me e mi accorgo dell'assenza dei pantaloncini sotto alla maglietta.

Solo un paio di slip bianchi che mi fanno diventare pazzo. Distolto gli occhi da quella figura incredibile e li sposto altrove.

I miei occhi vanno a ricadere sul telo accanto al muro, rimasto lì dov'era anche l'ultima volta.

È brava a disegnare , molto brava devo ammettere e anche nel colorare, incastrare alla perfezione i colori tra di loro.

Ma non posso non domandarmi perché non finisce il disegno.

Passa davanti a me strisciando le calze a terra e contemporaneamente facendosi uno chignon in testa: tanto elegante quanto disordinato. Una combinazione attraente e semplice... proprio come lei.

Da quando ..sono così?

Non ne ho idea, questa ragazza mi sta facendo impazzire!

Ritorna poco dopo vestita con dei semplici leggins e una felpa tre volte la sua misura.

-Quando hai intenzione di finire il quadro?- domando senza riuscire a contenermi dalla curiosità.

Non risponde come mi aspettavo.

-Vestiti dobbiamo andare- ordina, e io, essendo in casa sua, sono costretto ad obbedire.

Dopo cinque minuti sono pronto, così scendiamo in cucina dove c'è una quantità industriale di cupcakes e altre delizie americane.

Nella casa regna il silenzio totale, che vengono interrotti solamente dai movimenti della ragazza.

Mi fece un piccolo cenno con la testa per dire di abbuffarmi con quello che volevo e io osservandola mentre si faceva un semplice caffè caldo, presi un cupcake, e lo portai in bocca addentando un morso.

Così feci per il resto della squisitezza che avevo in mano, ma quando la vidi sorseggiare pian piano la sua bevanda calda, rimasi quasi paralizzato nel vedere gli stessi movimenti di una bambina di sette anni, nei suoi gesti.

Sophie. Mi ricordava Sophie...

È così che ci si sente allora nel rivivere giorno per giorno il suo passato in me?

È così che ci si sente, quando ti ritrovi gli stessi atteggiamenti di una persona importante del tuo passato davanti a te?

È così che ci si sente? Col magone nel petto, la fatica a respirare, un vuoto nello stomaco, quasi se avessero sparato un colpo da arma da fuoco proprio lì. Come se la ferita continuasse a sanguinare nonostante fosse stata ricucita.

-è così che ti senti Bethany?- dico tra me e me, ma quando i suoi occhi si alzano dalla tazza e sbirciano i miei, capisco di aver commesso un enorme sbaglio parlandone a voce alta.

Aggrotta la fronte, ma senza avere risposta, e io capisco che è la stessa identica situazione, capovolta.

I nostri ruoli si sono invertiti e ora è lei a cercare risposte.

Ma non rimane molto a cercare dettagli significanti nei miei occhi, questo perché un uomo sulla quarantina se non di meno scende in cucina con una canotta e dei pantaloni da calcetto.

Mi sorpassa come se non mi avesse visto, ma poi quando si ferma e fa retromarcia proprio a un metro da me, capisco di chi si tratta: il Signor Hamilton.

OH MERDA! E ora?

-Chriss? Chriss Sumpter? Che buon Dio! Cosa ... cosa ci fai qui? E da ..da quanto sei in città?-domanda a vanvera passando le mani sulle mie spalle - E...e tu..tu lo sapevi e non mi hai detto niente?- rivolge la domanda a sua figlia stavolta ,che però,non sembra di buon umore ora.

- O mio Dio, fatti abbracciare ragazzo!- esclama nel momento esatto in cui sua nonna compare in cucina e afferma -Non è Chriss, si chiama Ross!-

Il padre inizia a ridere, e mi scruta di nuovo - state scherzando? Certo che è il tuo ragazzo..- -ex ragazzo- lo corregge Bethany infuriata come mai vista.

Il padre incredulo non fa altro che scrutarmi, ma poi si ferma, si ferma e guarda i miei occhi.

-Scusami ragazzo, pensavo fossi il ragazzo di mia figlia- afferma ed è lì che Bethany perde le staffe .

- EX RAGAZZO! Porca puttana, ex ragazzo! Cosa non capisci delle parole ''ex ragazzo''?- domanda facendo le virgolette sulle ultime due parole.

-Beth..- cerca di parlare il padre ma non ci riesce -NO! NON PROVARE A TOCCARMI!- urla la ragazza quando il padre le si avvicina -non ci provare- ripete prima di trascinarmi via per il braccio.

A CASA HAMILTON


Kevin e Malina sentendo urla provenire dal pian terreno scendono di corsa, ma è tardi, Bethany trascina via Ross a braccietto da casa sua.

Una volta in cucina vedono la nonna,e Stefan sull'orlo di una crisi di mezz'età.

Malina si avvicina a suo marito e chiede cosa era successo, che poco alla volta incredulo di ciò che aveva appena visto, le racconta tutto.

-Ti odia da quando ci sono io Stefan, vorrei poter far qualcosa, ma peggiorerei le cose- prova a consolarlo ma quel che ottiene è solo comprensione da parte di suo marito che la rassicura dicendole che è stata lei a salvarlo dalla sua perdita, e che nessuno sarà mai capace di colmare il vuoto di sua figlia.

A queste parole anche il piccolo Kevin sembra risentire la mancanza della madre e piccole lacrime si fano spazio in lui.

-Non è vero!- afferma il piccolo.

Tutti si girano a guardarlo. -Non è vero che nessuno non sarà mai capace di colmare il suo vuoto. Tu ne saresti capace, ma non ci provi nemmeno. C'è differenza papà- conclude, e il suono di un clacson avvisa Kevin che è arrivata la sua nuova amica a prenderlo.

Saluta tutti con un semplice 'ciao' e la nonna con un bacio sulla guancia e se ne va sparendo dietro la porta lasciando il padre a riflettere sulle parole del figlio di soli nove anni.

SPAZIO AUTRICE

TUTTE A ROSS CAPITANO.
MA COME CI SI SENTE A DOVER ESSERE UN'ALTRA PERSONA AGLI OCCHI DI TUTTI?

CHI È LA NUOVA AMICHETTEA CHE È VENUTA A PRENDERE KEVIN?

#unpiccolouraganointempesta

_LoveAngela♡

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