3.

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Avevo appena visto l'oscurità. Letteralmente. Negli occhi di quel ragazzo, io avevo percepito il male.

Nessuno mi credeva, così ho deciso di andarmene da quella festa, la mia festa. Era sera ed era buio ormai.
Dovevo andare a casa, dirlo a mia madre, lei mi ha sempre dato una spiegazione per tutto. O forse sono io che stavo impazzendo?
Avevo ancora indosso il vestitino troppo attillato e le scarpe troppo alte che mi hanno regalato, e questo mi impediva di raggiungere la velocità che volevo. Intanto corro come meglio mi riesce, sono confusa e disorientata, non riuscivo a togliermi dalla testa quello sguardo; come se avessi guardato il diavolo negli occhi.

Dopo un paio di minuti arrivo davanti a casa. Prendo l'ascensore perché avevo troppo male ai piedi.
L'ascensore si blocca.

"Merda, proprio adesso ti devi bloccare!?" Urlo.

E per di più sono claustrofobica e quell'ascensore era davvero minuscolo, ci stavano massimo tre persone schiacciate l'una sull'altra.
Nel panico cerco il cellulare nella borsa e non appena lo prendo in mano, l'ascensore riprende.
Però sentivo che c'era qualcosa che non andava. Ma certo, invece di salire stava scendendo. Così mi ritrovo di nuovo al piano terra.
Appena lo sportello si apre non faccio nemmeno in tempo a uscire che me lo ritrovo davanti. Quello sguardo.
Lui.
Cado in terra per lo spavento e una lacrima mi riga il viso pallido.
Poi non vedo più niente.

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Mi risveglio in un bosco.
Non sapevo nemmeno ci fossero dei boschi nelle vicinanze, eppure sono circondata da alberi.
È buio.
Non ricordo come ci sono finita qui.
Mi alzo in piedi lentamente, mi guardo i vestiti per controllare che sia tutto a posto e noto che sono scalza.
Scalza in un bosco di notte?
La normalità di tutti i giorni proprio.
Poco dopo essermi alzata prendo il telefono e prima che potessi digitare il numero di qualcuno, sento un respiro dietro le mie spalle.
Lentamente mi giro, e rivedo quel ragazzo, che però aveva i suoi occhi verdi, che all'apparenza sembravano normali.

"Hai visto cose che non dovevi vedere" Mi dice nel buio del fitto bosco.

Io rimango ferma immobile, non sapendo cosa dire o fare.
Lui mi si avvicina e mi prende una ciocca di capelli in mano, rigirandosela tra le dita.

"Interessante" Dice poi.

Inizio a tremare come una foglia: un misto tra freddo e paura.

"Dimmi cosa hai visto" Sussurra al mio orecchio.
"Coraggio" Insiste dopo un po' che non davo risposta.

"I tuoi occhi.." Dico a bassa voce.

"Lo immaginavo, solo questo?"

"Si, solo questo" Rispondo senza cercare di nascondere la paura.

"Chi sei?" Mi azzardo a chiedere.

"Theo" Si limita a rispondere.
"Sei in un grosso guaio Alissa" Aggiunge con noncuranza.
Ma come conosce il mio nome?
E che vuol dire che sono in un grosso guaio?

"Dimenticherò. Non dirò a nessuno quello che ho visto, lo giuro" Dico in preda al panico.
Beh in effetti lo avevo detto a Kayla ma intanto non mi aveva creduta, quindi non vi era pericolo.

"Non funziona così, tesoro" Dice avvicinandosi a me ancora di più.
I nostri visi si sfioravano, e io tremavo di fronte a lui.

"Mi piacciono i tuoi capelli" Sussurra lui accarezzandomeli.
I miei respiri si fanno sempre più pesanti, il cuore mi stava per uscire dal petto e le gambe non reggevano più il peso del mio corpo. Ero per caso in un sogno? Mi viene in mente quest'idea che non era da escludere; queste cose non succedono tutti i giorni.
Non può essere una cosa reale.
Voglio andare a casa.
Che mi avrebbe fatto ora quel ragazzo dagli occhi dorati? Se mi avesse ucciso?
Presa dalla paura mi giro di scatto e inizio a correre, essendo senza tacchi riuscivo ad accelerare sempre di più.
Le foglie autunnali erano morbide sotto il mio tocco vellutato.
Non vedevo dove andavo, era troppo buio.
All'improvviso sento una voce, inciampo e di conseguenza cado. Poi non ho visto più nulla, per la seconda volta.

Lo Sguardo Del MaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora