Sono ancora frastornata.
Sono stanca.
Confusa.
Arrabbiata.Sollevata.
Non so bene cosa pensare in questo momento, ma mi faccio forza e riesco a stento a seguire i passi di Theo in quella enorme città.
"Dove stiamo andando?" Chiedo con lo sguardo fisso per terra.
"In un bar." Risponde lui, con tono triste ma contemporaneamente sollevato.
Io annuisco, pur sapendo che lui non può vedermi dato che sto camminando dietro di lui.
"Ti è passata.." Sussurra Theo, abbozzando un piccolo sorriso.
"Cosa?" Chiedo ancora più confusa di prima, e anche con un accenno di curiosità.
"La paura degli ascensori." Dice lui fermandosi e voltandosi verso di me.
Il suo sguardo mi trafigge anche l'anima.
"N-no.. Beh.. Veramente ci sono entrata solo perché era l'unica via di fuga da.." Mi interrompo.
"Da me?"
Abbasso lo sguardo, di nuovo.
Poi scuoto la testa e lo incito a continuare a camminare.
Questo tragitto sta già diventando troppo lungo per me.---
"Cosa vi porto?" Ci chiede una cameriera dai lunghi capelli neri.
"Due caffè." Theo si prende la libertà di ordinare anche per me, ma non mi importa più di tanto perché non nego di avere un grande bisogno di caffeina.
"D'accordo, arrivo fra poco." La cameriera schiocca un occhiolino a Theo, che però non considera minimamente. I suoi occhi non si sono staccati da me neanche per un secondo.
"Forse è meglio se cominci a parlare, due minuti passano in fretta." Lo incito con tono freddo.
Theo aspetta qualche secondo, intento se parlare o meno. Ma che sta facendo? Gli ho dato la possibilità di spiegarsi e lui di punto in bianco si ammutolisce?
"Allora..?"
"È che.. Non so da dove comincia-"
"Potresti iniziare con il perché te ne sei andato!" Lo interrompo a metà frase, alzando per sbaglio il tono di voce.
Alcune persone si girano a guardarci ma nessuno di noi due ci fa molto caso. In questo momento quello che pensa la gente è l'ultima cosa che mi importa.
"Pensi davvero che me ne sia andato di mia spontanea volontà? Scappato da te?" Ora anche lui sta alzando la voce. Sembro averlo in qualche modo offeso.
"Dio, Theo, non ti sei fatto vedere per due cazzo di anni! Che cosa avrei dovuto pensare!?" Urlo a mia volta.
Theo sospira.
"Quando Isaac, sua madre, ed io siamo andati verso i branchi del Sud per fermare il loro piano di vendetta contro tutti noi, abbiamo trovato un accordo. Io sono stato quello che ha ucciso Nathan. L'ho ucciso io, e di conseguenza hanno deciso che io dovevo pagare." Si ferma un attimo a scrutarmi, come per accertarsi che lo stessi ascoltando.
"Va avanti." Gli occhi cominciano a rifarsi lucidi.
"Vedi.. L'accordo prevedeva che io dovessi sparire. Non potevo più vedere i miei amici, non potevo più vedere te. Loro sapevano perfettamente che la cosa più importante che avessi eri proprio tu, e ed hanno usato questa cosa a loro favore."
"Scusate, il vostro caffè." Ci chiama la cameriera.
"Grazie." Diciamo Theo ed io in coro.
Poi guardo Theo quasi come se mi aspettassi questa risposta, ma allo stesso tempo non è così.
Decido di parlare."Avrebbero fatto prima ad uccidermi, no? Così tu avresti sofferto di più." Parlo senza prima pensare.
"Ci hanno pensato, infatti. Poi ti hanno vista come ti comportavi con.. Con Adrian. Così hanno pensato che vedendoti insieme a lui io sarei stato più triste, deluso e arrabbiato. Insomma, tu pensavi fossi morto, quando non era vero, ed hai sofferto anche tu. Io sapevo che tu eri viva ma con la consapevolezza che non avrei più potuto vederti, nè abbracciarti."
Spiega Theo.Io rimango ferma immobile come una statua, in balia delle sue parole.
Non so come devo interpretarle, ma ci provo comunque."Tu non hai sofferto come ho sofferto io." Oso a dire. Non l'avessi mai detto!
"Dici sul serio, Alissa?! Soltanto un paio di mesi fa sono riuscito ad uscire di casa e provare ad andare avanti! Non avevo, e non ho nessuno qui. Tu avevi Fey, Adrian, Isaac. Io ero solo."
E con quelle poche parole che mi dedica, io riesco a scoppiare in un pianto allucinante.
"Forse è meglio se andiamo fuori." Asserisce lui, dopo aver finito di bere il suo caffè.
"Isaac lo sapeva.. Sapeva che tu eri vivo, vero?" Azzardo a chiedere mentre usciamo dal bar. Gli occhi di tutti sono incollati su di noi.
"Si.."
"Giuro che lo ammazzo appena torno a Londra." Dico piangendo sempre di più.
Almeno riesco a strappare un brevissimo sorriso a Theo. Poi, però, torna serio a guardarmi.
Ad un certo punto mi posa entrambe le mani sulle guance, appoggiando la sua fronte sulla mia."Dio, quanto mi sei mancata." Dice lui chiudendo lentamente gli occhi.
Vorrei dirgli che è mancato anche a me, più di ogni altra cosa ma, di nuovo, mi blocco, non riuscendo a proferire parola.
"Mi dispiace.." Continua lui, avvicinandosi sempre di più a me.
Successivamente io non riesco più a reggermi in piedi e, senza nemmeno rendermene conto, mi ritrovo rincasata tra le sue braccia forti. Il suo profumo mi inebria le narici, ed io assaporo quel momento quasi come se fosse l'ultimo istante della mia vita.
Una domanda, però, mi continua a tormentare.
Cosa sarebbe successo ora?HELLO, IT'S ME!
Ebbene si! Sono tornata!
LUNGA VITA AL WIFI!
Lasciate una stellina se vi è piaciuto il capitolo:3
Commentate e fatemi sapere cosa ne pensate:)Ah e comunque scusate per l'orario, ma io sono un animale notturno ormai:')
Buonanotte:3
(E se state leggendo il capitolo il giorno dopo, allora buongiorno!)
Ok basta, la smetto:3
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Lo Sguardo Del Male
WerewolfAlissa Grey, una ragazza trasgressiva, dai capelli rosa, e cresciuta solo dalla madre; si ritrova ad una festa a sorpresa organizzata dai suoi tre migliori amici per il suo diciassettesimo compleanno. Era tutto perfetto, all'inzio. Quando tra la fol...