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Trascorro la notte a piangere, non ho più sentito Theo da ieri sera e mi sento tremendamente in colpa per quello che è successo.
È stata colpa mia.

Fey dorme ancora e, da buona amica quale sono, decido di non svegliarla.

Sono circa le 11:15 del mattino, i genitori di Fey non ci sono, ed io scendo in cucina intenta a fare colazione.

Mentre apro il frigo vengo distratta da un rumore: qualcuno sta bussando alla porta.

Sarà sicuramente Theo.
Ho bisogno di parlargli, devo scusarmi con lui.

Con questo pensiero mi precipito davanti alla porta aprendola furtivamente.

"Ehi.." Mi saluta quello che doveva essere Theo, ma in realtà è solo Adrian.

"Vattene." Dico fredda senza guardarlo in faccia.

"Alissa ascolta, mi dispiace, io non volev-" Cerca di spiegare ma io lo interrompo.

"Si, non volevi. Ma l'hai fatto comunque." E volendo chiudere qui la conversazione cerco di chiudergli la porta in faccia, ma lui la blocca con un piede. Te pareva.
"Cosa vuoi?" Aggiungo evidentemente irritata.

"Lunedì hai il recupero di matematica." Cambia argomento.

"E quindi?"

"E quindi oggi dovresti fare ripetizioni." Dice convinto.

Dio, ma come fa a non capire?
Con tutto quello che è successo ieri, della mia quasi-litigata con Theo e tutto il resto, ha ancora intenzione non solo di rivolgermi la parola ma addirittura di chiedermi di andare con lui a fare ripetizioni.

Mi scappa un risolino compiaciuto e sta volta, con un movimento rapido, riesco a chiudere la porta.
Bussa di nuovo, diverse volte, ma io lo ignoro.

"Ciao.." Mi saluta Fey che si è appena svegliata, saranno sicuramente stati i colpi sulla porta di Adrian ad averla svegliata.

Le faccio un cenno con la testa quando dal frigo prendo del gelato alla crema.
Altro che coppetta e cucchiaino, io lo mangio direttamente dal contenitore.
Sono depressa.
Quindi mangio il gelato.

Fey mi guarda triste, poi capisce che è meglio non chiedermi niente in questo momento, e cominciamo a mangiare entrambe il gelato in silenzio.
Non un silenzio imbarazzante o arrabbiato.. Un silenzio triste.

---

Chiamo Theo.

Non risponde.

Lo richiamo.

Non risponde.

Ripeto la cosa ancora, ancora e ancora e, finalmente, risponde.

"Theo.." Inizio.

Ma lui non risponde, rimane in silenzio. Dio, quanto odio il silenzio in queste situazioni.

"Mi dispiace." Mormoro piano.

"Lo so.." Si limita a dire.

"Scusa, è che-" Continuo, ma vengo interrotta.

"Non importa, Ali, davvero.." Fa lui.

"Non sei.. Arrabbiato(?)" Chiedo con uno strano tono interrogativo.

"Con te?"

"Si.. E con chi altro sennò?"

"Alissa io non sono arrabbiato con te." Spiega.

"Allora perché ieri sera ci siamo salutati in quel modo? Senza dire una parola.." Domando con le lacrime agli occhi.

"Ero arrabbiato, si, ma non con te..
Con quel figlio di put-" Lo interrompo.

"Adrian, con Adrian.. Se dicessi figlio di puttana insulteresti anche Isaac.." Spiego.

E sento una piccola risata da parte sua.

"Che hai da ridere?" Ora rido anch'io.

"Parliamo di cose serie e tu pensi a questi.. Particolari." Dice Theo ridendo.

Non ce la facciamo proprio a stare arrabbiati l'uno con l'altro.
Perché dopo manco 5 minuti di conversazione ci ritroviamo a ridere insieme. Ovviamente non pretendo che una semplice risata sistemi le cose, ma almeno le migliora un po.

Sto per riattaccare pacificamente quando mi viene in mente una cosa.

Forse è ora di riprendere la chiave, aprire il cassetto impolverato da un po e dire a Theo di quel bacio.
Penso tra me e me.

"Ah Theo.. Aspetta.. Ti devo parlare, non mi va di dirtelo per telefono.. Potresti venire?" Chiedo turbata.
"Anzi no, incontriamoci da Starbucks tra 20 minuti." Aggiungo.

"D'accordo, a dopo." Mi saluta.

"A dopo." Riaggancio.

Ora c'è un solo problema..
Come dirglielo? Mi accorgo di aver fatto un vero casino a non dirglielo subito.

---

"Allora, cosa dovevi dirmi?" Chiede preoccupato.

"Ascolta.. " Inizio quello che sapevo sarebbe stato un lungo discorso.
"Un po di tempo fa Adrian è venuto da me e mi ha baciata. Io, non so perché, ma ho ricambiato il bacio, anche se solo per un paio di secondi.
Però mi sono sentita in colpa e non te l'ho detto subito.. Ma non riesco a nasconderti nulla.
M-mi d-dispiace." Racconto tutto in mezzo secondo, tutto d'un fiato, alla velocità della luce. Quasi come se dicendoglielo mi fossi tolta un peso enorme dalle spalle.

"Ti prego dì qualcosa." Mi guardo i piedi non avendo il coraggio di guardarlo negli occhi.

Fa una lunga pausa prima di aprire bocca. Come se cercasse di prepararsi il discorso nella mente. Brutto segno.

"Ti amo." Questa è la sua risposta.

Io spalanco gli occhi e inizio a guardarlo come se fosse un alieno.

"Alissa, non sono arrabbiato, e non permetterò che Adrian rovini il nostro rapporto." Spiega lui, e so che sta cercando di trattenersi per non andare dritto a prendere a botte Adrian..
Apprezzo il gesto.

"Hai fatto molto più tu per me che chiunque altro." Conclude lui guardandomi dritto negli occhi.

"Tu per me hai fatto di più." Che sdolcinati che siamo oggi.

Fa una pausa.

"Per questa volta chiudo un occhio.. Ma sappi che la prossima volta che quel figlio di p- Adrian ti sfiora, lo uccido." Dice Theo sorridente.

"Ah, eccolo il mio Theo! Ecco la minaccia di morte che volevo!" Dico sarcastica.

Poi lo guardo e gli mostro un sorriso enorme.

Ciao!!
Scusate, ma oggi mi sento felice!!:))
Dunque mi sento in vena di riappacificare tutti senza farne troppo un dramma:3

Ma questo non mi fermerà per mettere in atto l'idea malefica di cui vi avevo accennato tempo fa:33

Mi odierete in futuro, lo so:(
Ma io vi amo:)

#7 in Lupi Mannari.

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