4.

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Sta volta mi risveglio nel mio letto.
Quindi era un sogno?
È impossibile perché avevo i piedi scalzi e sporchi di terra, i capelli arruffati e il cuore spaventato.
Ma se fosse stato un incubo?
E se il fatto che ho i piedi interrati fosse che magari essendo ubriaca sono andata a passeggiare in un bosco da sola di notte?
Ma che giustificazioni stupide sto trovando?
Sto solo cercando di autoconvincermi del fatto che non sia successo niente.
Ma so che non è così. Dentro di me so che era reale. A chi potrei raccontare questa breve e stupida storia?

Immagino la scena.
Oh si, tu, sai ero alla festa del mio compleanno e ho visto tra le luci colorate un ragazzo con gli occhi dorati. Poi sono scappata e mi sono ritrovata in un bosco di notte, scalza, a parlare con una persona che mi sarei potuta anche immaginare.
E questa persona era inquietante dal suo modo di fare e il suo sguardo puntato su di me mi metteva ancora più ansia di quanta già non avessi.
Certo, tutti crederebbero a questa cosa senza senso.

Alla fine decido di non parlarne con nessuno, né con Kayla, né con Isaac, né con Fey, né tanto meno con mia madre. Nessuno lo avrebbe saputo.
Penso che dimenticherò io stessa questa stupida coincidenza giustificandola con una sbronza.
Voglio solo dimenticare.
Non farò assolutamente nulla.

Dopo aver scacciato via i pensieri vado sotto la doccia per togliermi la terra e i resti di quell'esperienza.
Poi ad un tratto, mentre sono sotto il getto d'acqua calda, sento una voce.
Una voce nella mia testa, non reale, di quel ragazzo, Theo, che mi diceva (prima che io inciampassi): "Non lo dovrà sapere nessuno".
Solo ora me lo ricordo?
Beh, rispetterò la richiesta.
Me ne dimenticherò io stessa: non voglio avere guai.
Esco dalla doccia e mi asciugo i lunghi capelli rosa, mi infilo dei leggins e una felpa grigia abbastanza larga e voilat.

Oggi è Domenica, perciò ho la giornata libera.
Decido di guardarmi Harry Potter, storia su magia e incantesimi che non possono realmente funzionare.
Mangio un pacchetto di patatine e la giornata era già giunta al termine.

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La mattina dopo suona la sveglia.
No. Un incubo.
Mi alzo dal letto senza voglia, faccio colazione con la mia solita e immancabile caffeina e mi preparo.
Prendo lo zaino nero in pelle con qualche borchia, saluto la mamma ed esco di casa svogliata.
Mi incammino per la via di scuola e trascorro la mattina più noiosa di sempre: 2 ore di biologia, 1 di matematica, 2 di italiano e 1 di economia. La morte.
Alcuni prof continuano a prendersela con i miei capelli rosa, ma i cazzi loro mai eh? A me piacciono così e lì lascio così, e questo non dovrebbe influire sul mio rendimento scolastico.
Che nervoso.

Passano i giorni, le settimane, i mesi.
La mia vita, dopo quell'avvenimento che speravo di dimenticare, ma che sempre ricorderò, ha ripreso la giusta via. Mi va tutto alla grande.
Tranne ovviamente la matematica, che rimarrà sempre sotto terra per me. Per il resto: amici, famiglia (cioè mia madre), il resto delle materie, va tutto bene.
Devo ammettere che alcuni giorni speravo di incontrare di nuovo Theo, perché avrei tanto voluto delle risposte.
Ce l'ho messa tutta per dimenticare, ma non ci sono riuscita.
Anzi, diventavo sempre più curiosa.
Il tempo passava ma nessuna traccia su Theo, né su nient'altro.
È come se quella notte, la notte del mio compleanno, il destino mi abbia giocato un brutto scherzo.
Dovevo solo dimenticare Alissa, non pensarci più.

Dopo finalmente 3 mesi e mezzo, riuscivo a non pensare più a questa storia. Non mi facevo più domande, né ci pensavo più, nemmeno un secondo della giornata.
Quell'avvenimento rimase chiuso in un cassetto nella mia testa, e avevo deciso di buttarne via la chiave.

Lo Sguardo Del MaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora