Non sapendo dove andare o cosa fare, decido di chiamare mia madre.
Lei è l'unica che può aiutarmi in fin dei conti, e tenersi tutto dentro non fa bene.
Risponde al primo squillo.
"Mamma?" Rispondo con voce tremante.
Capisce subito che c'era qualcosa che non andava e mi chiede cosa può essere successo da ridurmi la voce in un sussurro.
Io le racconto tutto, ogni minimo dettaglio, partendo dall'inizio.
Partendo dalla notte del mio compleanno.
So che non dovrei parlarne al telefono, dovrei parlargliene di persona, ma non sapevo cosa fare.
Racconto tutto in pochi minuti e molto velocemente, al termine non avevo più fiato.
Lei sembra comprensiva e mi parla dell'origine della nostra famiglia.
Da come tutto è iniziato, e il fatto che la collana che mi aveva regalato al compleanno non è solo un cimelio di famiglia. È un qualcosa che mi caratterizza.
E mia madre, non so come, riesce a tranquillizzarmi.
"Non ti fidare di nessuno tesoro, solo di te stessa. Da lì potrai capire da sola a chi concedere la tua fiducia." Mi dice saggiamente.
La saluto e riattacco.È da una quarantina di minuti che cammino in questo maledetto bosco ma ho come l'impressione di essermi persa. Non vedo più la vecchia casa in legno o la recinzione del confine.
Prendo il cellulare intenta a chiamare qualcuno ma niente, non c'è campo qui.
Mi giro di scatto e lancio un urlo per lo spavento. C'era Theo a pochi centimetri di distanza da me.
"Ma perché mi devi sempre spaventare comparendomi alle spalle?" Chiedo frustrata.
"Mi dispiace." Dice.
"No, non fa niente." Rispondo.
"Non intendevo per averti spaventata, dicevo per.. Per prima." Aggiunge a bassa voce.
Decido di non rispondere e tenere il muso ancora un po', tanto per fargli capire che ci tengo alla vita dei miei amici.
"Potresti restare qui a girovagare senza sapere dove andare, o perdonarmi e avere un biglietto di sola andata per casa tua." Dice ancora serio.
Impiego alcuni minuti per decidere.
"Okay, hai vinto." Lo perdono consapevole di aver ceduto troppo facilmente. Ma dovevo tornare a casa. Volevo tornare a casa.-----------------
Theo mi accompagna fino davanti al mio palazzo. Io comincio a salire le scale e poi lui mi fa una domanda insolita.
"Perché non usi l'ascensore?" Chiede.
"Da quando si era bloccato e mi sono ritrovata te davanti ho la fobia degli ascensori." Dico totalmente sincera.
Lui sembra soddisfatto della mia risposta, come se fosse sicuro che rispondessi così.
Prima di girarmi e continuare a salire le scale lo vedo ridere per la mia risposta.Entro in casa.
Vedo subito comparire mia mamma che mi abbraccia.
"Tutto bene ora?" Chiede semplicemente.
"Si, grazie mamma." Rispondo ricambiando l'abbraccio.
Non ho voglia di parlare, lei sembra averlo capito e non mi fa domande.
Come se non fosse successo nulla.
Grazie mamma.
Successivamente vado in camera mia e mi butto sul letto.
Perché ogni giornata deve essere così stancante?
Sbuffo.
Accendo la televisione in cerca di qualcosa di interessante ma non trovo niente.
Così prendo il computer e guardo in streaming un film horror.
Si, mi piacciono i film horror."È pronto da mangiare!" Mi grida mia madre. Era già ora di cena, per fortuna avevo finito il film giusto in tempo.
Mi alzo svogliata dal letto e mi reco in cucina. Mi siedo a tavola e mi trovo davanti una pizza enorme.
Guardo mia mamma e ci scappa una risata.
Se ha tentato di tirarmi su il morale ci è riuscita alla grande. Non c'è niente che una pizza calda non possa curare.
La sbrano.Dopo cena mi faccio un bagno ai sali, e sono riuscita a rilassarmi una volta tanto. Sono immersa nella fitta schiuma e mi diverto a giocarci.
La sera vado a letto prestissimo, la stanchezza mi aveva prosciugata.
Mi stendo sotto le coperte e mi addormento subito.Ma un incubo si fa strada nella mia testa: tutte le persone intorno a me morivano ed io non potevo fare nulla per fermarlo.
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Lo Sguardo Del Male
WerewolfAlissa Grey, una ragazza trasgressiva, dai capelli rosa, e cresciuta solo dalla madre; si ritrova ad una festa a sorpresa organizzata dai suoi tre migliori amici per il suo diciassettesimo compleanno. Era tutto perfetto, all'inzio. Quando tra la fol...