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Sono passati all'incirca 8 o 9 giorni; la questione Adrian è chiusa, Kayla e Hardin sono un po meno appiccicati di prima, la scuola è ricominciata, e ancora nessuna traccia di Isaac.

Sono le 7:28 del mattino, sono in ritardo per andare a scuola e per di più Fey ha la febbre, dunque sono costretta ad andarci da sola.
Appena alzata vado dritta in bagno a sistemarmi velocemente, poi però mi accorgo che non faccio in tempo a fare colazione, così prendo lo zaino e le chiavi di casa ed esco.
Sento qualcuno picchiettarmi sulla spalla da dietro.
Mi giro.
"Ehi piccola Alissa!" Dice Adrian.
Poi mi volto di nuovo e continuo a camminare senza calcolarlo minimamente.

Una volta giunta a scuola noto subito Theo appoggiato contro l'albero del cortile. Appena mi vede mi bacia con foga, e io ricambio felice senza esitare.

Successivamente le ore di lezione trascorrono lente, anzi lentissime.
I professori sono sempre meno capaci ad insegnare e sempre più noiosi.
Le solite oche della classe continuano a provarci con Theo ma con false speranze.
Mento sulla mano e braccio sul banco, sto seriamente per addormentarmi dalla noia.
All'improvviso la campanella suona, tutti escono dall'aula e rimaniamo solo Theo ed io.
Mi sento chiamare dalla mia adorata professoressa di matematica.
"Grey? Posso parlarle un attimo?" Chiede facendo cenno a Theo di aspettarci fuori.
Oddio, che vuole adesso questa?
"Si certo." Dico sfoderando un bel sorriso falsamente educato.
"Grey penso che lei abbia bisogno di ripetizioni se non vuole essere rimandata nella mia materia. È da un po di tempo che sembra persa nei suoi pensieri, sulle nuvole, ecco." Dice seria.
"Grazie mille del consiglio, prof." Dico intenta ad andare via il prima possibile.
Ma lei mi tiene ancora per una ventina di minuti facendomi la solita ramanzina snervante.
Direi che la giornata è iniziata alla grande.

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Al pomeriggio mi ritrovo in casa con i genitori di Fey intenti a prepararle una zuppa di verdure miste per farle passare la febbre. Fey, ovviamente, sbuffa e prega loro di non fargliela mangiare con la forza.
"Io esco un attimo!" Urlo per farmi sentire, e subito dopo esco di casa.
Devo assolutamente andare da un tabacchino per fare una ricarica, il mio cellulare sta chiedendo pietà.
Fuori è nuvoloso e fa anche abbastanza freddo, quindi decido di prendere la scorciatoia per fare più veloce e per tornare il prima possibile a casa.
Si, quella scorciatoia. Quella in cui ero stata aggredita prima che Theo venisse a salvarmi. Durante il tragitto ripenso alle prime volte in cui ho frequentato Theo, avevo quasi paura di lui, aveva un qualcosa di strano sia nello sguardo che nel modo di fare, un qualcosa che non mi convinceva.
Beh, mi sono ricreduta alla fine.

Arrivo davanti al tabacchino ed entro facendo trillare il campanellino posto in cima alla porta d'ingresso.
"Salve." Dico infreddolita.
Poi faccio tutto quello che devo fare e prima di uscire mi concedo due caramelle ai frutti tropicali, ho bisogno di qualche zucchero in più in corpo.
Il commesso mi fa un cenno di saluto ed esco di nuovo dal piccolo edificio.

Sto ripercorrendo di nuovo quella piccola via isolata, la scorciatoia, quando sento un rumore alle mi spalle. Il mio istinto da lupo mi mette subito in guardia, così mi volto di scatto, ma non vedo niente.
Torno a camminare ma risento quel rumore come di passi su un tappeto di foglie secche. Mi volto, di nuovo.
E ancora una volta, il destino mi stupisce.
"Dio, Isaac sei vivo!" Corro incontro al mio migliore amico, che mi accoglie a braccia aperte. Nonostante siano passati solo una decina di giorni dalla sua 'scomparsa' (se così si può definire), mi sembra di rivederlo dopo tanto tempo. Mi mancavano quelle braccia forti e calorose sempre pronte ad abbracciarmi.
"Ehi." Dice lui stringendomi ancora più forte e addirittura sollevandomi da terra.
"Mi sei mancata, mi sono mancati tutti." Dice solamente.
Ho tantissime domande da fargli ma in questo momento non riesco a proferire parola, riesco solo a prolungare quel tanto atteso abbraccio.

Ma appena mi stacco da esso, noto una cosa che prima non avevo notato.
Sangue.
Una macchia enorme di sangue, era ovunque, sulla sua maglia, sui pantaloni, e anche un po sulla faccia.
Come avevo fatto a non vederlo?
Sicuramente l'ho visto ma a primo impatto mi sono concentrata sul fatto che fosse vivo, che stesse bene.
Lui vede la mia espressione preoccupata.
"No, tranquilla, non è sangue mio." Dice Isaac.
"E di chi è allora?" Chiedo curiosa e seria allo stesso tempo.
"Diciamo che.. Ci sono stati degli imprevisti durante il mio viaggio di ritorno e.." Spiega.
"Okay, ehi, mi spiegherai tutto più tardi, mi basta solo sapere che stai bene." Rispondo sollevata.
Okay, so che potrebbe aver ucciso qualcuno o che potrebbe essere successo qualcosa di brutto, di grave, ma per ora mi accontento del fatto che quel sangue non sia suo.
E che lui sia vivo.
Ho già rischiato di perderlo una volta per mano mia, non voglio rischiare più di perdere le persone che amo.
È sempre un'ansia continua, non so mai se i miei amici sono al sicuro oppure no, insomma, c'è sempre qualche fantasma del mio passato che ad un preciso instante della mia vita decide di ricomparire tanto per creare qualche problema.

Ma ora Isaac è qui.
Non mi importa del resto.

Weee:3
Ho aggiornato in tempo, miracolo!
Scusate se il capitolo fa un po schifo ma ci tenevo ad aggiornare in tempo per una volta!
Quindi lasciate una stellina per compassione:33
In questo periodo mi stanno arrivando un sacco di notifiche di voti, commenti, e persone che aggiungono la storia al proprio elenco di lettura, quindi grazie:3

Voi non lo sapete ma per me questa è una piccola soddisfazione, e giuro, anche se non rispondo a tutti i commenti sappiate che li leggo tutti e mi regalate un sorriso ogni volta che li leggo!

Sono sdolcinata, lo so!:3

Lo Sguardo Del MaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora