Le Frasi di Giò

Parte 317

N.3522

  Ho visto due persone volersi tanto anche troppo, ma la paura li fece allontanare.  

N.3523

  Ho visto il vero amore incontrarsi, scontrarsi, amarsi, ignorarsi e fingere di non mancarsi! 

N.3524

 Potrai riscaldare queste labbra coi tuoi baci?

N.3525

  Così, spero che Dio mi dia abbastanza giorni per poter scriver di lei quello che non è mai stato scritto per nessuna. 

N.3526

 Io non lascerò mai che il tempo asciughi il ricordo di quei baci che ho preso, anche se di nascosto .

N.3527

  Arriva un momento in cui devi prendere il controllo della tua vita. Non importa da dove vieni, chi ti ha ferito o non si è comportato come avrebbe dovuto o non era chi credevi che fosse. Tu esisti, niente più scuse. 

N.3528

 Perché quando ti preoccupi dei problemi altrui, diventa molto più facile ignorare i tuoi.

N.3529

La parte migliore di qualsiasi bacio è l'istante che lo precede. Il momento subito prima di quello che le labbra si tocchino è un po' come fosse un rullo di tamburi.

N.3530

M'addormento con te in testa, mi chiedo se mi addormenterò mai con te accanto. 

 N.3531

  Perdo le persone senza compiere nessuna azione e mi rifugio in una canzone per chiederle una spiegazione. 

N.3532 

  La felicità è una puttana. Regala attimi di godimento, senza mettirci sentimento. 

N.3533

 - Mi ami?

No.
- Io ti amo.
È comprensibile.
- Perché ?
Perché sei piccola.
- Quanto piccola ?
Quello che basta per amarmi.
- Non dovrei ?
È pericoloso.
- Quanto ?
Quanto un terremoto di notte mentre il mondo è affusolato.
- Io non dormo più.
Ti salveresti.
- Ti salverei.
Mi sveglieresti mentre sogno l'amore ?
- Correrei il rischio.
Ti odierei nei giorni restanti.
- Quanti ne resterebbero ?
Quelli che bastano per odiarti.
- Mi odieresti più del terremoto di notte ?
Sono io il terremoto di notte che sogna l'amore.  

- Quindi amo il terremoto ?

Probabile.

- Quanto probabile ?
Probabile quanto la mattina del terremoto conti i cocci andati in frantumi.
- Mi farà male ?
Conosco uno che scatena tsunami di giorno.
Se vuoi te lo presento.
- Non cambierei mai un terremoto notturno con uno tsunami di giorno.
Perché ?

- Mi hai fatto vibrare il cuore, di notte.  

N.3534

  Continuo a pensare che, quando uno si innamora, non debba dirlo a nessuno. 

N.3535

 Io ho capito una cosa: solo chi ti ha spezzato il cuore può riaggiustarlo. Solo quella persona conosce il punto esatto in cui si è rotto e può rimettere insieme i pezzi. Le altre persone andranno a caso.

N.3536

  Come si fa a riprendersi una persona ? Come si fa ad averla persa così, in un giorno qualunque ? Sono arrivato alla conclusione che la matematica, pur odiosa come ce l'ha presentano, serve, serva. Perchè la vita è un insieme di numeri messi in un disordine mentale. Il nostro. C'hai presente un'espressione algebrica ? Li dentro ci sono numeri e lettere. Alcuni sono nudi, altre, sono coperte. Rinchiuse in varie parentesi. Graffa, quadrata e tonda. Supponiamo che quella espressione, sia quella finale. Quella che se la risolvi, hai raggiunto l'immenso. Supponiamo che sia una di quelle irrisolvibili. Una di quelle che non basta lo studio per venirne a capo. Ecco. Non basta lo studio per venirne a capo. Così, la vita. Così, l'amore. Così, si perdono le persone. Non bastano le attezioni. I ti voglio bene. I sentimenti e i ti amo. Non basta neppure un bacio. Neanche un sorriso. Nemmeno dirsi tutte quelle cose che si dicono tutti. Io la matematica la copiavo. Perchè avevo capito che per salvarmi il 6-, dovevo salvarmi, in qualche modo. E allora speravo che la salvezza stava nel copiare, quella espressione di numeri e lettere da un'altra mente. E la conclusione era sorprendente. Non mi sono salvato lo stesso. E ho capito che io l'espressione, l'avevo fatta bene. Che i numeri e le lettere, sono uguali per tutti. Ma c'è una cosa, che ci frega sempre. Il risultato finale è imprevedibile. Ogni espressione matematica può portare infiniti risultati. Così, le persone. Così, gli amori. E' infinito il disordine mentale. Dicono che l'amore rassicuri. Io dico che l'amore raffiguri, un'immagine distante impressa nei nostri occhi, che vorrebbe accalappiare quel senso d'appartenenza. Dico che l'amore, è un qualcosa d'infinito finito. Un equilibrio mai esistito.