Paola55555

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TRATTO DA: "Al di là dei tuoi occhi", capitolo 19, di paola55555 [TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI A paola55555]

"Quelle note, quella musica. Quelle parole. L'avevano ricondotta in luoghi lontani e pieni di incognite della sua anima. Luoghi ben nascosti che aveva cercato di tenere sotto chiave. Di dimenticare. Allontanare da mente e cuore. Fino ad allora. Tutto era riesploso violentemente mentre riconosceva quella melodia.Stai tranquilla e sappi che sono con teStai tranquilla e sappi che sono quiStai tranquilla e sappi che sono con teStai tranquilla, stai tranquilla, e sappi che...Quando il buio scende su di teE il sonno non ritrova più il tuo lettoRicorda tutto ciò che ti ho dettoSta tranquilla, tranquilla, tranquillaSe la paura scende sul tuo letto e il sonno non arriva piùRicorda tutto ciò che ti ho dettoSta tranquilla e sappi che...E se vai lungo la vallataE giunge l'ombra da dietro la collinaSe il giorno non dovesse mai arrivareSta tranquilla, tranquilla, tranquillaE se dimentichi quale strada prendereE perdi quella da cui sei venutaSappi soltanto che io sono al tuo fiancoSta tranquilla, tranquilla, tranquillaStai tranquilla e sappi che sono con teStai tranquilla e sappi che sono...Be still. The fray.Era fuggita dal locale ad ampie falcate senza che Noah potesse proferire parola. Lui sapeva. Intuiva cosa era accaduto. Sapeva che per Bech rappresentava la sua ninna nanna. Di suo padre. L'uomo che li aveva fatti appassionare alla musica. L'uomo che l'accompagnava al piano mentre quella bimbetta cercava di cantare, inventando le parole se necessario. L'uomo che aveva insegnato loro a nuotare, ad andare in bicicletta e che poi, di punto in bianco era sparito. Aveva abbandonato Mary e sua figlia all'improvviso e senza mai voltarsi indietro. Non le aveva più cercate. E lei non lo aveva ancora superato. Il suo rifiuto. L'abbandono. Perché se n'era andato?Perché non l'aveva mai contattata? Si chiedeva come stava? Che vita conduceva?Noah l'aveva condotta a casa in religioso silenzio. Si erano seduti sugli scalini del portico e avevano guardato le stelle. Lui le teneva un braccio intorno alla vita, mentre Bech si appoggiava alla sua spalla. Non servivano parole tra loro. Entrambi sentivano la medesima cosa. La stessa mancanza. Di una figura di riferimento forte.-Credi io abbia sbagliato qualcosa? Per questo non è più tornato? Perché non era la figlia che si aspettava? Forse l'ho deluso in qualche modo... io... avrei... --Bech, Bech, Bech, ascoltami. Non scopriremo mai le sue ragioni. È stata una sua scelta. Ponderata. Ha deciso di andar via, ma questo non significa automaticamente che sia legato a te. Tu non hai la responsabilità di tutto ciò che ti accade intorno. Soprattutto a dieci anni poi. Quindi no, per rispondere alla tua domanda, non hai sbagliato niente. Sarebbe comunque andata così. Anche se tu fossi stata perfetta, più di come sei e sei stata allora. --Se fossi perfetta non starei così, a piangere come una stupida per le parole di una canzone e per un uomo che non lo merita. Mah.... - disse singhiozzando - a volte, mi manca... mi manca così tantoNoah! Non ne hai idea! -Rimasero lì, fino a che lei non smise di piangere.-Mi dispiace, Noah. -- Per cosa? - rispose lui confuso.-Ho una lunga lista. Vediamo da cosa iniziare... per averti rovinato la serata, poi... -continuò pensierosa - per averti inzuppato la camicia.... -Riuscendo a strappare un sorriso ad entrambi.- Già, molto grave Bech.- rispose ridendo.-Per averti detto che non puoi capirmi. -Ritornarono seri all'istante, scrutandosi occhi negli occhi.-So bene quanto John ti manchi. È stato un padre premuroso con te, come anche con me. Mi ha accolta come la figlia che non aveva mai avuto. Anche se per poco.Gli volevo bene. E... sono stata indelicata con te prima. Mi dispiace, davvero. -Anche lui ti amava Bech. Eri speciale per lui. Mi ripeteva sempre di non smettere mai di starti accanto, perché tu mi rendevi una persona migliore. Ed è vero. Da quando sono qui, di nuovo insieme a te, io mi sento diverso. Più forte. Capace di sopportare qualunque cosa se ci sei. Devi solo lasciarti andare Bech, e condividere il tuo peso con me. -Erano molto vicini.L'uno di fianco all'altro.In quegli occhi Noah leggeva il timore ma anche una flebile speranza.Appoggiandole il palmo sulla guancia le sussurrò, sicuro:-Posso farcela. Fidati di me. Tu sei importante per me. Tanto. Non sai minimamente quanto. -Non ci pensò. Agì. Fu naturale e spontaneo. Come tanto tempo fa, nella radura. Un lieve sfiorarsi di labbra. Delicato mentre i loro battiti raggiungevano le stelle che stavano ad osservarli. Lui le stava chiedendo di fidarsi. Lei stava concedendogli forse la sua occasione. - Forse ora lo immagini. - La baciò velocemente ancora una volta per alzarsi e porgerle una mano. -Andiamo a dormire. Ne abbiamo bisogno.-".

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