TRATTO DA: "The first love", capitolo 4, di SilviaGennaro9 [TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI A SilviaGennaro9]
"Presi il telefono appoggiato al comodino alla mia destra, in appresso guardai l'ora.Con grande piacere e umore estremamente euforico, notai che mancavano solo quindici minuti all'arrivo del mio amore.Mi alzai dal mio comodissimo e adorato letto; mi incamminai verso il bagno per farmi una doccia veloce, truccai leggermente gli occhi e le guance, successivamente mi vestii con cura, ma senza cambiare completamente il mio aspetto abituale.Decisi di indossare un abito da sera blu notte, caratterizzato da: una scollatura a cuore, delle deliziose spalline nere, infine uno spacco laterale.Era abbastanza lungo; elegante e femminile al punto giusto, effettivamente mi piaceva molto.Per completare il tutto abbinai un paio di scarpe col tacco nere e un coprispalle. Mi diressi in salotto sorridente, come una bambina il giorno del suo compleanno."Eccomi, sono pronta. Come sto?", domandai curiosa a mia madre."Wow! Sei stupenda", esclamò lei, rimanendo quasi senza parole."Grazie mamma. Chissà dove mi porterà Alex stasera...""Secondo me al cinema", affermò in tono sicuro, facendomi l'occhiolino. "Eh chi lo sa. Comunque ti informerò.""Certamente tesoro, ci mancherebbe", disse, concludendo la frase e sventolando una mano in aria. 'Come mai quel gesto insolito? ', riflettei senza trovare una risposta alla domanda. Non ne avevo idea.Il suono del campanello interruppe i miei pensieri, attirando appieno la mia attenzione.Mi avvicinai alla porta di casa e aprii.Era Alex.Appena lo vidi gli saltai letteralmente addosso e lo baciai ripetutamente, lui ricambiò felicemente l'affettuosità stringendomi più forte a se, finché le nostre ossa non si toccarono. In quel preciso momento non desiderai nient'altro al mondo che stare tra le sue braccia. "Amber mi sei mancata così tanto", mi sussurrò dolcemente all'orecchio. "Anche tu, da morire", chiusi spontaneamente gli occhi e sprofondai il mio viso nel suo collo."Ciao Alex! Dai vieni qui e fatti abbracciare", intervenne mia madre salutandolo. "Ovviamente Margot! Come sta?", la interpellò abbracciandola teneramente."Ce la caviamo dai, come sempre del resto. Tu invece?", replicò ricambiando la stretta."Tutto a posto, sto bene. Finalmente ho trovato un appartamento dove andare a vivere da solo, non è molto lontano, anzi, si trova vicino casa dei miei", comunicò soddisfatto."Bene! Sono contenta per te.""Su ora andate. Divertitevi ragazzi, a dopo", proseguì lei.La salutammo e uscimmo di casa a passo svelto, mano nella mano.Ci avviammo verso la sua auto; una Fiat punto grigia, parcheggiata nel vialetto vicino a casa, dopodichè salimmo. Una volta inserita la chiave nel cruscotto, automaticamente il motore si accese, Alex si girò verso di me e mi chiese: "Ti va un po' di musica?""Uhm... sì dai, va bene", accettai.Dopo un attimo di silenzio, partì la base di una canzone che non riconobbi. Era tranquilla, lenta e dolce, davvero bella. "Quando la ascolto penso a te. Ti piace?", ammise all'improvviso, poi si voltò per guardarmi dritto negli occhi, con un velo di speranza. "Sì molto", risposi alla sua domanda con entusiasmo."Ne sono felice amore", arrossì leggermente in viso. Guardai fuori dal finestrino il cielo stellato; era proprio una bella serata di primavera, senza ombra di dubbio."Siamo arrivati", mi avvisò più tardi."Wow... che bel panorama, è spettacolare!", esclamai colpita, slacciandomi la cintura di sicurezza e scendendo dalla macchina. Era una meravigliosa sensazione sentire la brezza marina accarezzarmi il viso, ma sopratutto percepire quel magico e inebriante profumo di mare disperso nell'aria, in quel mentre riuscivo quasi a sentire l'intero oceano."Mi hai letteralmente sorpresa", aggiunsi e m'appressai con calma a lui, o almeno, finché le nostre labbra non si sfiorarono e le nostre lingue si intrecciarono l'una con l'altra."Lo speravo tanto, credimi", dichiarò stringendomi al suo fianco."Sei tutto per me. Lo sai vero?", mormorai con tono sincero e un pizzico seducente. Sorrise e mi fissò, i suoi occhi scuri e profondi affondarono nei miei. "Facciamo una passeggiata sulla riva, che ne dici?", mi chiese, accarezzandomi lentamente il mento con il pollice."Certo che sì. Che domande!", risposi prendendolo per mano.Ricambiò la stretta ridacchiando lievemente. "Comunque stasera sei bellissima", concesse."Ti ringrazio."Camminammo per una buona mezz'ora; dopo un po' alzai gli occhi al cielo e lo osservai, era molto buio, guardai l'ora sul cellulare e notai che erano già le undici. 'Come passa in fretta il tempo quando ci si diverte', pensai tra me e me."Cosa facciamo? Andiamo?", gli proposi incerta e lui annuì subito.Tornammo all'auto in silenzio, in seguito salimmo e partimmo.Il lento tragitto verso casa durò circa quaranta minuti.Una volta arrivati a destinazione tirai fuori dalla borsa le chiavi di casa, entrammo e stando attenta a non fare troppo rumore chiusi la porta dietro di noi.Ci dirigemmo con cautela verso la mia stanza, fino a quando non ci trovammo davanti alla soglia."Hai voglia di guardare un film?", gli suggerii, purtroppo senza avere altre idee in testa. "Certo, perché no", acconsentì."Perfetto. Allora fai una cosa... io vado un secondo in bagno, mentre aspetti se mai cercane uno da vedere, ok?", annunciai, indicandogli la scrivania dove erano posati tutti i DVD e CD."Va bene", acconsentì.Aprii la porta ed entrai; presi lo spazzolino e il dentifricio dall'apposito armadietto, lasciai scorrere l'acqua per qualche secondo prima di lavarmi i denti, mi sciacquai la bocca e rinfrescai il viso più volte, alla fine uscii e tornai in camera. "Che cos'è questa?", mi interrogò con aria confusa e delusa, mostrandomi un foglio di carta bianco."Giralo e leggilo", mi ordinò quasi, toccandosi con una mano i folti e ondulati capelli color nero cenere.Io ubbidii e cominciai a leggere. Il mio povero cuore perse un battito.Dicono che il nostro arco vitale è solo un lungo cammino verso la morte, una morte dolorosa, insensato secondo me; dicono che la felicità la incontri solo una volta nella vita, devi saper prenderla o lasciarla andare via, per sempre. A volte ripenso ai bei momenti passati insieme, ricordo i sogni che facevo quando ero tra le tue braccia, con amarezza ricordo anche gli incubi, quelli che mi tormentavano quando invece non c'eri, ricordo come mi facevi sentire ogni volta, mi facevi ridere, anche quando stavo così male da non avere la forza, ricordo tutto, ogni cosa.Cerco te, che mi hai dato il coraggio di andare avanti, piangendo insieme a me ed asciugando le mie lacrime, ti cerco disperatamente, perché la mia vita non ha più alcun senso senza di te, come la morte, non vale nulla se non c'è prima l'amore.Ti amo e ti amerò sempre.Tua Amber.Era quella dannata lettera.La paura mi bloccò e rimasi impietrita davanti a quelle righe.Righe che non avrei mai immaginato di rileggere, righe che ancora mi toccarono l'anima."