TRATTO DA: "Love is not easy, but in the end is woth it", di cuorisincronizzati [TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI A cuorisincronizzati]
Ballo a ritmo con il mio sex on the beach tra le mani. Stasera il locale é gremito di gente e io cerco di sentirmi meglio ballando con il mio compagno di ballo, seppur sconosciuto. Per riuscire a tollerare le sue mani su di me, che viaggiano incuranti sul mio corpo, ho bevuto diversi drink, parecchi direi. Sarebbe piú facile scusarmi con lui e andare a sedermi al mio tavolo, direte. Non avete torto, ma ci sono due cose che mi frenano: primo, al tavolo c'é Thomas, secondo, la sottoscritta si é accorta di essersi innamorata di Thomas. E che problema c'é, mi direte, va da lui e diglielo. Fosse facile. Sono una ragazza che non é in grado di amare nel modo giusto. C'é chi ama e fa star bene il suo amato e c'é chi ama e fa soffrire; io faccio parte per certo della seconda categoria. É questo il motivo per cui sto ballando con questo sconosciuto che struscia il suo viscido corpo su di me. Guardiamo il lato positivo della cosa: con gli occhi chiusi e una quantitá elevata di alcol che guizza nel mio corpo, posso immaginare che sia Thomas il mio partner di ballo. Invece, lui si limita a fissarmi dal tavolo, come se volesse trafiggermi con lo sguardo. Non capisco come possa pretendere che io faccia la ragazza da parete in un locale, se entrambi rifiutiamo di amarci. Presto mi scuso con il mio partner e, sopraffatta dalla tristezza, esco dal locale per prendere una boccata d'aria. Ci saranno almeno duecento persone lì dentro, eppure é la sua presenza che mi lascia senza respiro. Mi siedo su un muretto, sentendo l'aria fresca di fine primavera incombere sulla pelle lasciata nuda dal mio vestito. In questo momento mi sento come se in me ci fossero due persone diverse interiori che lottano tra loro, devastandomi. Sono in conflitto con la mia piccola voce che mi intima di correre da lui e confessare tutto perché in qualche modo ce la faremo. Persa nei miei pensieri non mi accorgo neanche che sto piangendo e soprattutto che una mano più grande della mia guancia mi sta asciugando una lacrima silenziosa. Vorrei poter dire di non conoscere queste mani, ma purtroppo sono state mani di cui non ho potuto fare a meno. Sono la mia cura segreta e immediata ad ogni mia ferita, ma adesso... Adesso é il loro proprietario la dolorosa lacerazione della mia carne. Mi giro verso di lui, incontrando il suo sguardo dopo una settimana in cui cercavo di sottrarmi dalle sue attenzioni. I suoi capelli ramati sono scompigliati dal vento e il suo viso é visibilmente stanco. Sembra distrutto. Appena incontro i suoi occhi color nocciola, il mio stomaco si capovolge e il mio cuore si scoglie come se ci avessero versato una quantitá disarmante di acido.
«Thomas» sussurro fissandolo assiduamente. La sua faccia é un cipiglio.
«Ti ha fatto qualcosa?» mi chiede duramente. Si riferisce sicuramente al ragazzo con cui stavo ballando, quindi scuoto la testa e lui lascia la mia guancia dalla presa della sua mano. Sembrerá stupido, ma mi sento gelare ogni volta che il contatto fisico con lui si interrompe.
«Cosa ci fai qui, Thomas?»
«Dovevo vederti. Se pensi che non mi sia accorto che mi hai evitato tutta la settimana, ti sbagli.»
«Dovresti lasciare che ti eviti, invece.»
«Come fai a non capire, Julie?»
Mi guarda, con due occhi imploranti, distrutti, spenti, senza vita. Anche senza far niente ho tolto la vita a due splendidi occhi vividi.
«Thomas, non ti merito. Finirei solo per farti del male.» Lo vedo stringere i pugni.
«Dovresti smetterla di vederti come un mostro.»
«Dio, Thomas. Distruggo tutto ció che tocco, ho sempre deluso chiunque mi abbia voluta bene. Non sopporterei vederti soffrire a causa mia.»
«E sacrifichi la felicitá che potremmo provare per il dolore che potresti provocarmi?»
Annuisco. «Un sacrificio, che vale la pena fare» rispondo.
«Non vedi come stai soffrendo anche tu?» mi chiede. Non rispondo. A quanto pare ho il suo stesso aspetto afflitto, nonostante il trucco e la mia maschera di felicitá.
Con una mossa veloce prende il mio viso tra le sue mani e incastra i nostri sguardi.
Resto senza fiato quando la sensazione di calore invade il mio corpo. Ecco una delle cose che mi ha fatto innamorare di lui: in un mondo dove mi sento 'il caso a parte', con lui sono a casa.
«Continui a non capire, Julie. Io non voglio solo i tuoi pregi, sono disposto ad amare tutti quei difetti che ti rendono unica. Sei cosí bella, intelligente, sveglia, ma continui a non capire quanto ne valga la pena di rischiare. Io vedo ció che provi ed é esattamente ció che sento anch'io. C'é gente che cerca disperatamente ció che abbiamo e noi abbiamo cercato di sottrarci a questi sentimenti troppo a lungo. Non pensi che a questo punto siamo destinati a stare insieme?»
I suoi occhi tornano a brillare dei suoi veri colori, di quel ragazzo che ama vivere. Vedo che si avvicina alle mie labbra lentamente e nonostante la mia mente dica di correre via, il mio cuore fa le capriole. Ed ecco il nostro primo bacio, non credo che sarebbe potuto essere migliore. Posa le sue labbra sulle mie delicatamente, come se potessi rompermi da un momento all'altro. Fa muovere in un ritmo lento e straziante la sua lingua con la mia, formando una danza di due corpi perfettamente sincronizzati. Si stacca da me dopo un tempo indefinito. Sono sicura che sta vedendo nelle mie iridi il mio muro grigio crollare. Stanno uscendo fuori quei sentimenti che tenevo rinchiusi da tempo e non riesco proprio a volerli tirare indietro. Ecco cosa voleva farmi capire: stando lontani ci facciamo del male più di quanto potremmo soffrire stando insieme. Lo abbraccio di slancio e lui mi stringe a se, godendosi la sua vittoria. Eccomi, sono arrivata a casa.
«Ti amo, Julie.»
Il mio cuore perde un battito.
«Ti amo, Thomas. »
Sorrido, pensando a una delle mie frasi preferite, ma che ingenuamente non ho mai messo in pratica:
love is so precious, so love now, love always.