TRATTO DA: "Non è da noi", capitolo 27, di Read_Forever_Alone [TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI A Read_Forever_Alone]
Sentii solletico sul collo così mi svegliai e mi grattai la guancia. Dopo aver messo la mano sulla guancia, mi sporcai tutta con quella che sembrava panna montata.
Davvero uno scherzo bellissimo!"Cameron!" scesi dal suo letto furiosa, guardandomi allo specchio per togliermi la panna.
"Ne vuoi ancora un pó?" uscì dal bagno ridendo.
"Non è divertente" mi lavai il viso.
"Ne ho approfittato dato che dormivi" mi fece l'occhiolino e io alzai gli occhi al cielo.
"Mi hai stritolato stanotte" rise "per poco non morivo soffocato" si avvicinò.
"Sarebbe stato meglio" lo presi in giro.
"Non credo che tu la pensassi così ieri sera quando mi hai abbracciato" alzò le spalle.
Odio questi discorsi inutili.
"Oh si, quindi adesso quando abbraccio un mio 'amico' vuol dire che mi piace" sbarrai gli occhi.
"Chi lo sa" sorrise.
"Non mi piaci Cameron e mai mi piacerai" dissi secca oltrepassandolo e salendo in camera lasciandolo da solo.
Non mi piaceva, credo. No! Ma che dico, non mi piace punto. Lo odio.
Odio la sua dannatissima convinzione di essere al centro dell'universo, non è Dio sceso in terra.
Presi le cuffie e ascoltai un pó di musica, la cosa migliore in questo momento.
Ho un mal di testa tremendo, la febbre credo che mi sia scesa, ma in ogni caso non andrò in negozio e credo che lo chiuderó fino a quando non verranno Adele e Ariana.
Perora devo pensare a quella dannata cena che sarà la prossima settimana, e sono messa anche male dato che non ho un tubo da mettere. Grandioso direi. Mi duole dirlo ma credo chiederò a Cameron di accompagnarmi in giro per i negozi, immagino già la sua faccia del tipo: 'dai sbrigati, si sta facendo notte, mi sto stancando' e bla bla bla. Che noia.
Bussarono alla porta e sobbalzai dallo spavento.
Cameron entrò con un sorriso apparentemente dispiaciuto sul viso. Si sedette sui bordi del letto e mi guardò in un modo, come se vedesse la cosa più preziosa del mondo. Ma mi starò solo sbagliando, perché non lo sono.
"Ti va di... Uscire?" si scompiglió i capelli.
"Ehm, si. Anche perché devo comprare un vestito" sorrisi sorpresa dalla sua domanda.
"Ok, bene. Stai ancora male?" mi baciò la fronte per vedere se ero calda, e posso giurare di aver sentito mille brividi percorrermi la schiena quando le sue calde labbra si poggiarono sulla mia pelle.
"No, non hai febbre" si alzò.
"Ti aspetto in macchina" uscì dalla stanza.
Sorrisi e mi vestii mettendo qualcosa di comodo. Uscii di casa ed entrai in macchina mentre lui picchiettava le dita sul volante.
"Scherzavo prima" disse dopo un lungo silenzio.
"Ok" forzai un sorriso.
"È che... Quando ti ho conosciuta pensavo fossi diversa" sospirò.
"In che senso?"" mi aggiustati meglio sul sedile.
"Pensavo fossi come tutte le altre ragazze con cui io... Beh, hai capito" disse imbarazzato.