TRATTO DA: "Strong", capitolo 15, di ChiaraBrunetti3 [TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI A ChiaraBrunetti3]
Aprii la cabina armadio dove scovai degli abiti bellissimi, ne scelsi uno per il compleanno di Katy, un abito bianco tutto di pizzo, con uno scollo profondo dietro la schiena, non ero solita a mettere questo tipo di vestiti, ma vederli appesi lì con cura mi facevano gola, abbinai delle decoltè color carne, acconciai i capelli in uno chignon scomposto, non ero brava in queste cose e un filo di mascara dato che non sapevo truccarmi.
Quando sentii bussare alla porta, andai ad aprire,
"Wow Cindy sei una visione" vidi Kevin a bocca aperta e ridendo feci un giro su me stessa,
"Ti piace?" Gli chiesi curiosa, sapevo che sarebbe stato sincero,
"Se non fossi un tuo grande amico non ci penserei due volte a sfilartelo di dosso" confessò con voce sensuale, gli diedi un colpetto sulla spalla, facendolo ridere,
"Katy?" Guardai se era in macchina ma non c'era nessuno,
"Devo passarla a prendere dopo, ti lascio a te al locale, dopo tutto è una sorpresa" canzonò rivelando un sorriso sincero, aprendomi lo sportello della banchina,
"Ti piace ancora vero?" Si allacciò la cintura senza rispondere, aggiustando lo specchietto,
"Kevin...sono tua amica, prometto che non fiaterò" feci finta di cucirmi la bocca con i diti, lui mi fissò scuotendo la testa divertito,
"Si, ma se gli rivelassi le cose che ho detto a te in confidenza non credo mi vedrebbe più con gli stessi occhi" il tono cupo, mise in moto la macchina tenendo lo sguardo fisso davanti a lui, volevo trovare qualcosa da dire, dopotutto erano gli unici amici veri che avevo,
"Se non glielo dici non lo saprai mai, sono convinta che lei ricambia Kevin" gli toccai un braccio per rassicurarlo, si girò a guardarmi,
"Sei una vera amica Cindy" un sorriso Lieve e spontaneo si formò sul suo volto fresco di rasatura, e ne fui felice.
Arrivammo davanti al locale, scesi dalla macchina dando un bacio sulla guancia a Kevin. Quando entrai mi sentii un po' spaesata, decisi di prendere qualcosa al bancone,
"Un bicchiere di Whisky" un ragazzo dai capelli rasati, pieno di tatuaggi annui sorridente, porgendomi il bicchiere in cui galleggiavano due cubetti di ghiaccio, lo scolai in una sorsata, non volevo ubriacarmi, ma avevo bisogno di sciogliere la tensione, ero stata troppo racchiusa in me stessa che il mondo fuori non sapevo neanche cosa volesse dire.
Mi avviai fuori per aspettarli, l'aria si era rinfrescata carezzando la mia pelle,
"Cindy...ma guarda chi si vede" riconobbi quella voce è un fremito di paura si divulgò dentro, sentivo la sua presenza vicina, mi girai mostrando calma, quella che non avevo, mi squadrava con un sorriso lascivo, i suoi occhi ambrati si posarono su di me senza pudore,
"Come mai tutta sola?" Non riuscivo a parlare, le parole rimanevano in gola strozzate, era Rudy il ragazzo di quella sera,
"Tu...mi hai drogato bastardo" sussurrai, un suono spezzato dal timore che avevo,
"Vedo che allora la droga non ha avuto grandi danni sulla tua memoria, e sulla tua lingua tagliente" si avvicinò ancora di più, piantando una mano al lato della mia testa, posizionandosi di fronte a me, una vampata di Alcool mi assalì insieme alla paura, ero sola,
"Spostati lurido verme" le lacrime chiedevano permesso per uscire, ma non glie l'avrei dato, i suoi occhi erano due fuochi ardenti, mi strinse il collo come una morsa,
"Faresti meglio a trattarmi bene, non sai con chi hai a che fare, il mio fratellastro non ti ha insegnato come si trattano i capi" quelle parole piene di astio erano un pugno nello stomaco, stringeva sempre di più, avevo gli occhi velati di lacrime che non scendevano, restavano lì per offuscare la vista,
"Lasciala subito figlio di puttana" vidi Kevin correre in contro a me, una Katy dall'altro lato della strada con la mano sul cuore e una a coprire la bocca,
"Chi cazzo sei te?" Lasciò la presa dal mio collo facendomi tornare a respirare,
"Lasciala andare, o te la vedrai con me" gli occhi di Kevin erano pura rabbia,
"Sennò che fai?" Lo stava sfidando, restavo impassibile a vedere tutta la scena, la paura che accadesse qualcosa al mio amico,
"Ti ammazzo schifoso" si avvicinò a lui, guardai Katy intimorita, fu un attimo, sentii uno sparo arrivò dritto al mio udito, un esplosione dentro al cuore, vidi Kevin accasciato a terra, corsi addosso a lui, inginocchiandomi le lacrime scorrevano impetuose sulle guance che prudevano di dolore, il mio amico era ferito per colpa mia,
"Ciò che mi spetta, puoi dirlo a James" urlò fuori dalla nostra visuale, Katy si avvicinò, piangendo, non riusciva a parlare,
"Kevin ti prego di qualcosa" supplicavo, vedevo che boccheggiava, aveva uno sparo alla costola, Katy piangeva coprendosi il viso, il mio amico si era sacrificato per me, non potevo accettarli,
"Aiuto...ve ne prego Aiutateci" gridavo di disperazione, il ragazzo che mi aveva offerto la bevuta venne fuori e chiamò un ambulanza, i minuti che passarono sembravano eternità, quando arrivò caricandolo su una barella,
Katy mi abbracciò in preda alle lacrime,
"È tutta colpa mia Katy, Kevin mi ha difeso, non doveva, sarei potuta morire io, se non si salva, oh mio dio" gli accarezzavo i capelli setosi, si scostò dal mio abbraccio, guardandoci nel lago che avevano formato i nostri occhi,
"Non dirlo neanche per scherzo, tu sei parte di me Cindy, Kevin se la caverà è forte, vedrai io lo so, siamo tutti amici, ci sosterremo a vicenda sempre qualsiasi cosa accada, noi staremo sempre uniti" le parole impastate dal dolore, vedevamo Kevin inerme su quel lettino, gli tenevamo entrambe le mani, so che si sarebbe svegliato per tornare da noi, mi avvicinai al suo orecchio,
"Sei un vero amico Kevin, resisti, non ti abbandoneremo mai" gli diedi un lieve bacio sulla fronte imperlata di sudore, e sentii la presa sulla mia mano farsi più prepotente, si era tra noi, ce l'avrebbe fatta, avrei dovuto mettere fine a questo mistero con James.
Abbassai lo sguardo, non avevo mai trovato amici come Kevin e Katy, non avevo mai avuto amici, avrei dato l'anima per loro, e sapevo che anche per loro era così.
Katy appoggiò la testa sulla mia spalla, addormentandosi, avrebbe dovuto resistere ancora pico Kevin eravamo vicini,
"Ti voglio bene Cindy" aprii gli occhi e vedevo che mi stava guardando, le parole erano affaticate, lo abbracciai, per quel poco che potevo, "ti voglio bene Kevin" sussurrai, prima che le porte dell'ambulanza si aprissero per portarlo in sala operatoria.