TRATTO DA: "Inevitabilmente.. Noi (3)", capitolo 25, di aiulig [TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI A aiulig]
"Uscii a fumare una sigaretta e quando tornai dentro, non feci in tempo a rimettermi seduta che sentii bussare nuovamente alla porta. <<Vado io!>> esclamò mia madre, mi voltai verso lo specchio e quando lei richiuse la porta, mi venne incontro con una scatola. <<È da parte di Edo!>> disse accennando un sorriso. Me la misi sulle ginocchia ed aprendola, vi trovai una lettera nascosta tra tanti petali bianchi. Le mani mi tremavano e tirare fuori quel foglio, fu quasi un impresa. Respirai profondamente ed aprendola, iniziai a leggere:
"Come vedi in questa scatola non c'è niente; è vuota, insensata, come lo era la mia vita prima di incontrarti. Non me l'aspettavo, sai? Non mi aspettavo di trovare una donna come te, non mi aspettavo di ricevere un dono così grande, non mi aspettavo di arrivare a decidere di sposarmi e soprattutto di farlo così, da un giorno all'altro. Sei tutto per me e comunque andrà, so che non rimpiangerò mai niente di quello che ho fatto e continuerò a fare per dimostrarti quanto ti amo. Il matrimonio è una cosa importante Chiara, non ci cambierà la vita, ma sarà un ricordo che ci rimarrà nel cuore per tutta la vita. È per questo motivo che oggi, il mio regalo non sarà materiale, ma vivo. I vuoti sono fatti per essere riempiti e le mancanze per essere colmate. Una persona è stata poco presente nella tua vita, non c'era alle recite scolastiche, ai saggi di danza e ai compleanni, ma nonostante tutto, oggi non poteva essere assente. Ho incontrato tuo padre ieri, gli ho chiesto di farsi vivo se ne aveva voglia e stanotte mi ha detto che ci sarebbe stato. Avrai il tuo accompagnatore se vorrai.. la decisione ora spetta solamente a te... Ti amo, Edoardo.". Lessi quelle parole tutte d'un fiato e diedi sfogo alle lacrime che da quando mi ero alzata cercavo di frenare. Mi asciugai gli occhi e guardando verso la porta della camera, vidi una sagoma familiare farsi lentamente spazio. Mio padre era davvero lì. Incrociai gli occhi nei suoi e lentamente la sua immagine si fece sempre più grande e viva. <<Ciao Chiara..>> sussurrò, guardò poi mia madre e avvicinandosi la salutò. Io rimasi impassibile, la sua voce quasi non me la ricordavo più ed i lineamenti del volto ormai non più giovanili come una volta, mi parvero qualcosa di nuovo, di mai visto prima. Una lacrima mi rigò la guancia sinistra e il mio corpo prese a tremare. Si accucciò davanti a me prendendomi una mano ed iniziò, <<Sembra ieri che sei nata..>>, sorrisi nervosamente e non volendo sentire altro, lo bloccai, <<Perché forse è stata l'ultima volta che mi hai vista?>>, <<Non mi sono comportato bene, lo so.. ma..>>, <<Ma cosa? Dove sei stato in tutti questi maledetti anni?>> gridai, il suo sguardo si fece più cupo e una lacrima scese anche a lui, facendomi quasi sentire in colpa per aver alzato la voce. <<Vuoi che me ne vada?>> chiese, annuii istintivamente e lui alzandosi obbedì. Si avvicinò al mio viso e premendo le labbra sulla mia fronte sussurrò, <<Sii felice!>>, mi accarezzò poi una guancia e voltandosi fece per allontanarsi. <<Mi sembra un tipo in gamba Edoardo. Sono sicuro che non ti deluderà..>> continuò raggiungendo la porta, <<Papà!>> esclamai in preda ad una crisi di pianto, si girò e puntando i suoi occhi nei miei mi fece capire che potevo continuare a parlare, <<Non andare...>> singhiozzai, accennò un sorriso e stupito, scosse la testa. Mi alzai di scatto e correndogli incontro, gli buttai le braccia al collo. Crollai in un pianto isterico e notando i presenti nella stanza, mi accorsi di non essere l'unica a farlo. Per quanto lo odiassi, non riuscivo a fare a meno di lui. Si era perso tante di cose di me, mi aveva fatto del male, ma era pur sempre mio padre e forse potevo dargli un'altra possibilità. <<Ti voglio bene!>> bisbigliò al mio orecchio ed io senza rispondere lo strinsi più forte. <<Odio dover interrompere questo momento, ma sono quasi le cinque..>> disse Nicole con aria mortificata, <<Vai pure, ti aspetto qui fuori..>> fece papà accennando un sorriso, lo ricambiai e raggiungendo il truccatore mi rimisi a sedere. Mia madre sembrava ancora più felice di prima, quella piccola sorpresa aveva fatto bene un po' a tutti.
Una volta truccata, mi feci aiutare da lei a mettere l'abito e come lo indossai, mi specchiai mille volte. Osservai il corto strascico e tutte le rifiniture in pizzo che tanto adoravo. Mi stava benissimo! <<Sei davvero bellissima!>> esclamò Nichi carezzandomi la schiena, mia mamma lasciò scendere due lacrimucce e guardandomi espresse anche lei un suo giudizio, ma per niente lontano da quello di Nicole. <<Sono le cinque e dieci!>> esclamò mia cugina interrompendo quel momento di tenerezza, feci un altro respiro profondo e guardando tutti dissi di essere pronta. Mamma mi prese per mano e uscendo dalla porta, guardò mio padre, il quale con aria emozionata esclamò, <<Non ti ho mai vista così bella!>>, abbozzai un sorriso e prendendolo sotto braccio, iniziai a scendere per raggiungere il punto da cui sarei uscita. Avevamo allestito il tutto nel giardino dell'hotel e come arrivai davanti alla porta, da cui partiva il tappeto rosso, riuscii a vedere Edo. Camminava nervosamente e Francesco ridacchiava prendendolo in giro. Mia cugina e Nicole, uscirono per prime e come gli strumentisti se ne accorsero, presero a suonare la canzone che avevo richiesto per la mia entrata. Edo si mise immediatamente al suo posto, rimanendo di spalle. <<Ti voglio bene!>> esclamò mamma facendo per andare, le afferrai un braccio e tirandola a me risposi, <<Anche io.. ma entra con noi!>> sorrise emozionata e mio padre annuì, appoggiando quella mia decisione. Presi entrambi a braccetto e lentamente, iniziai a camminare..."