TetoraNishizono

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TRATTO DA: "Iride d'Angelo Ribelle", capitolo 2 "La radura", di TetoraNishizono [TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI A TetoraNishizono]

"Nel turbinio dell'oscurità che ingoia il vento, Nemy vede universi placarsi in torbide luci soffuse. Sente canti lontani, temporali sconnessi in palpebre che si chiudono, lente, per sfiorare la bagnata consapevolezza del non ritorno. Era stata lanciata sulla terra, nel fango, nella disperazione per scavare l'interno con le unghie, per far riemergere il suo buio ritmo pulsante. E tu mi trascini via, nella polvere di una notte sottile, in boati intermittenti di pulsar che sradicano respiri. Cosa troverò una volta tornata lassù? Forse schiantata a terra le membra dolevano ma aveva un senso, davanti al Creatore d'Iridi Immobili come mi mostrerò? Non è per il tuo volere che mi riaccetteranno tra gli angeli. La diversità sarà ancora più corrosa sulla pelle.Black avverte la preoccupazione di Nemy. Può sentirne i pensieri.- Cosa avresti trovato ancora continuando a restare schiantata a terra?Non abbiamo nulla da perdere. E tu, creatura, non devi temere nulla.Non ti riporterò dal Creatore, l'hanno avvelenato le mie ali prima di venire qui. Era un farabutto. Non ti restituirò agli angeli. Non sono pronti. E tu nemmeno.Per ora resti con me. Devi imparare ad accettarti.Devi imparare a volare.Le sue parole suonavano amorevolmente severe. Sì, si prenderà cura di Nemy.Ormai la sente sua. Non può lasciarla. Non vuole. Sei mia, sussurra al vento tiepido di luccichii notturni. E così, con Nemy stretta a lei, si tuffa in nuvole di vaniglia e porpora.In parole vitree, la luce alimenta il conforto, come una dolcezza decisa che penetra in vena. Nemy si stringe a Black nel secondo che precede il vuoto. Mai aveva udito parole così piene, tenere di vivida forma. Black sfiora le mani di Nemy, portandole sulle sue ali. - Dove vuoi andare?Senza attendere risposta, dolcemente prende una sua piuma. La trasforma, facendone una rosa bianca, e gliela porge.- Mettila tra i capelli, ti starà d'incanto.Sorride e continua a volare.- Voglio un posto dove non sorga mai il sole. Un posto dove la Luna possa esplodere in un tremito ogni secondo.Questo è il desiderio di Nemy. La connessione con la Luna è per lei di vitale importanza. Come il pulsare del sangue che alimenta un cuore stanco e lacerato. Le da sollievo.- Ti porto a casa. Così dicendo, Black si dirige verso la sua radura. - Lì anche la luce del sole, filtrata dagli alberi, sembra quella della Luna.Solo il pensiero della radura e della luce che gelosamente conserva, restituiscono a Nemy il dolce anelito della vita. Finalmente sente il cuore pulsare di quella calda tenerezza che invade anche le iridi con la segreta voce delle stelle.Black continua a volare con Nemy stretta a lei, finché dopo poco non atterra dolcemente. Il terreno è fresco e accogliente come l'ha lasciato.Gli alberi sussurrano come sempre parole al vento. Parole che giungono fino a lei. Bentornata, dicono. S'incanta ogni volta a guardare quell'intreccio di rami che accarezza il cielo e respira la terra. Eccolo lì, il suo piccolo mondo segreto. Nessuno sa dove sia. Nessuno può arrivarci. Dall'alto la vegetazione sembra così fitta da deludere ogni minima speranza di entrarci, ma sotto crea uno spazio arioso, circolare. Uno spazio in cui la luce filtra quel tanto che basta per rinfrescare l'anima senza ferire gli occhi.Black lascia scendere Nemy e richiude le ali. Non ne ha più bisogno. Non lì. Respira profondamente ad occhi chiusi ogni piccola sensazione che la sua casa le lascia sulla pelle chiara.- Benvenuta, Nemy. Qui siamo al sicuro.Così dicendo prende dalle mani di Nemy la rosa bianca che le aveva dato prima. La poggia a terra, dopo averla sfiorata con le labbra. In un attimo tutt'intorno a loro, ai piedi degli alberi, fioriscono rose bianche dal nulla.Ai piedi di Nemy, invece, ne spunta una sola. Piccola e delicata. La prende e la posa dolcemente tra i capelli della sua nuova amica.- Ti sta d'incanto. - le sorride e guarda commossa la radura.Nemy guarda la radura sorpresa. Ammira l'universo ghiacciato, in alto, in stelle roventi che succhiano le tenebre. Come può essere strana la libertà di un corpo adagiato a terra, un corpo che amplifica vibrazioni attraverso una scatola nel petto, un corpo a lungo trascurato e martoriato ora avvolto dal buio, in liquide e pallide membra bagnate da temporali passeggeri, lavata da battaglie mai esistite? Come può essere la felicità?- Non chiederti come può essere la felicità. Vivila.Black prende le mani di Nemy e la porta al centro della radura. Si inginocchia per poggiare il palmo della mano destra sul terreno. Un lago, piccolo e fresco, si stende ai loro piedi, lasciando intravedere il ruscello che lo alimenta proseguire fin oltre la radura. Sa perfettamente cosa c'è al di là di quel luogo incantato. Ma non vuole pensarci. Non adesso. Black forma una coppa con le mani e lava il viso cupo di Nemy. Poi si bagna di nuovo le mani e le sfiora la schiena. - Adesso splenderai e volerai di nuovo, piccola Nemy - sussurra queste parole al suo orecchio, mentre ammira lo spettacolo delle piccole ali bianche di Nemy mentre sbocciano. Sorride.Nemy avverte nervi di dolore che febbricitante brulica sottopelle, quando fuoriescono piume inumidite dallo sguardo della luna. Enormi silenziose ombre bianche si dischiudono in un tremito sciolto nel nero della notte che trattiene il respiro in vivide forme di riflessi volanti, drappeggi di lacrime assaporate. Il calore nel cuore che sale al viso, le gambe che tremano e si stendono. Nella mia nudità mi sento stella violentata riportata al ventre dell'oscurità. Queste sono le parole che vorrebbe rivolgere a Black in sospiri leggeri e sorpresi.- Grazie, Black – sono le uniche parole che riesce a pronunciare. E va bene così.- Non ringraziarmi, piccola Nemy. Sappi però che non è ancora tempo di alzarti in volo. Devi imparare a sentirle, a respirare con esse, a pensare con esse.La meraviglia degli occhi di Black si avvinghia avida allo sguardo lucente di Nemy, ferendone gli iridi con la sua luce. Quel tanto che basta per farla entrare in simbiosi con la radura. Le ombre delle loro ali giocano ad intrecciarsi in rivoli di segreti e speranze, sul terreno umido delle lacrime fiere di entrambe. Black accarezza la guancia destra di Nemy e poi le sue ali bianche e leggere, in netto contrasto con le proprie, nere e profonde.- Adesso è meglio lasciar andare la notte e dormire. Probabilmente stanotte farai sogni strani, ma non dovrai badarci.Dal nulla spunta un enorme nuvola porpora a forma di letto. Resta sospesa tra il tutto e il nulla delle loro anime, con una piccola scala per invitarle ad abbandonarsi al sonno. La prima a salire è Black, per tranquillizzare la sua piccola amica.- Ricorda, niente qui può farci del male – solo i sogni, vorrebbe aggiungere. Ma Nemy lo imparerà col tempo. - Buonanotte, dolce creatura. A domani."

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