TRATTO DA: "Il mio inizio sei tu", capitolo 8, di ChiccaCominelli [TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI A ChiccaCominelli]
Un altro giorno sta per iniziare. Sono le 5.30 del mattino e non riesco a chiudere occhio. Ho l'intero viso che pulsa e la testa non è da meno, nonostante mi sia imbottito di antidolorifici. Decido di uscire a prendere un po' d'aria. Piuttosto che rigirarmi nel letto, meglio fare qualcosa di utile.
Esco di casa e mi incammino verso le stalle. L'aria è fresca. Il sole inizia a far capolino da dietro le colline e il cielo ancora scuro, inizia a colorarsi con sfumature gialle e arancio.
Arrivato in prossimità dei paddock vedo di nuovo lei accarezzare Duke. Ancora? Ma come è possibile una cosa del genere? Ricordando l'esperienza passata cerco di fare più rumore possibile per farmi sentire. Lei sussulta leggermente e si volta verso di me. Appena mi vede per un attimo sembra tranquilla, poi torna agguerrita.
"Se hai intenzione di aggredirmi evita. Non ho voglia di discutere con te" la blocco prima che possa aprire bocca.
Mi avvicino cauto, come se fosse la preda e io il predatore. Quando capisce le mie intenzioni si irrigidisce e cerca di indietreggiare, non vede l'asse poggiata proprio dietro di lei e si sbilancia. Avendo ancora il piede mal messo perde l'equilibrio e in quel momento il mio corpo reagisce.
Non ho dato nessun comando. Non ho quasi fatto in tempo a pensare a dire il vero, ma le braccia di tendono, le gambe avanzano e in un attimo me la ritrovo tra le braccia con il viso a pochi centimetri dal mio. A questa distanza il suo profumo è ancora più forte, ancora più inebriante. Lei ha ancora gli occhi chiusi, probabilmente per la paura di scoprire cosa ha di fronte. Così posso contemplare il suo viso ancora un po'.
Ha dei lineamenti bellissimi, fini, non troppo pronunciati, un piccolo neo sulla guancia sinistra e due labbra perfette appena schiuse, pronte per essere baciate.
Wowowo! Frena i cavalli cowboy! Ricordati chi hai di fronte.
Cerco di prendere le distanze, ma è praticamente impossibile. Sono in bilico, con una mano tengo lei, mentre con l'altra sono attaccato alla staccionata, le gambe sono sbilanciate e se mi muovo cadiamo entrambi. Finché non si muove, sono bloccato.
"Ei! Ti sei addormentata o hai una paralisi agli occhi?" ma bravo Jared, risveglia la furia che è in lei.
All'improvviso apre gli occhi, sono così profondi. Sembra di vedere i miei riflessi in uno specchio, con l'unica differenza che le sue scaglie verdi sono più scure delle mie, facendoli diventare più caldi e scuri dei miei. Potrei perdermici a fissarli. Okay ora basta.
"Bentornata, ora se riesci a muoverti sarebbe meglio, così possiamo ritornare dritti. Il braccio inizia a farmi male" sembra in difficoltà. Non riesce a distogliere gli occhi dai miei. Ad un tratto passa alle labbra e le guance le si colorano di rosso. La donna di ghiaccio è imbarazzata?
Mhm interessante...
"Bambolina ci sei?" dico quasi sussurrando a pochi centimetri dalle sue labbra. Sgrana gli occhi e diviene ancora più rossa. Ma che le prende?
"Amanda stai bene?" alzo la voce e ha un tremito, stacca gli occhi da me e fa dei respiri profondi. Cerca di muovere la gamba, ma tira un calcio alla mia, facendomi perdere l'equilibrio e facendo cadere entrambi. Mi ritrovo a terra sopra di lei. Ci siamo avvicinanti pericolosamente. I nostri corpi si sfiorano, le labbra sono sempre più vicine e il mio corpo sta cominciando a reagire al suo. I miei occhi non si staccano dai suoi e i respiri di entrambi accelerano.
"PERICOLO!! PERICOLO!!" No!!
"Dannazione Amanda! Sei così maldestra!" la sgrido, cercando di riprendere il controllo della situazione.
"Scusa" dice lei sussurrando mentre abbassa lo sguardo. Cosa, cosa? Mi ha chiesto scusa!? La guardo a bocca aperta per qualche secondo.
"Ti sei fatta male? Ti ho schiacciato qualcosa? Riesci a muoverti? La caviglia?" le faccio più domande contemporaneamente per non pensare. Mi alzo in piedi e poi l'aiuto a rialzarsi. Sembra tutto a posto.
"Sto bene. Non mi hai fatto nulla. La caviglia è ancora lì quindi tutto a posto" dice fredda come il ghiaccio.
Non la capisco. Prima si imbarazza, mi fa cadere e pensare cose poco caste e adesso ritorna Miss Gelo, come se non fosse successo nulla. Esatto. Come se non fosse successo nulla. Perché è così che è stato. Non è successo nulla e mai accadrà. Non può accadere. E nessuno deve sapere. Soprattutto Matt.
"Che ci facevi qui di nuovo da sola?" chiedo restando impassibile di fronte alla sua freddezza. Non ho voglia di litigare.
"Non dormivo e avevo voglia di uscire"
"Okay, ma hai tutto il bosco e il prato intorno a casa tua, perché sei venuta qui?"
"Volevo vedere i cavalli, okay?" perché le interessano così tanto?
"I cavalli o il mio cavallo?" le chiedo con il mio sorriso sghembo.
"Sei il solito presuntuoso. Sono qui semplicemente perché è l'unico che si fa accarezzare" bugia. Conosco i miei cavalli, soprattutto lui e non ha mai fatto così.
"Cosa hai da guardarmi così? Non lo sto mica ammazzando"
"Cosa hai fatto per farlo avvicinare?"
"Niente! Te l'ho già detto anche l'altra volta! Mi sono seduta e lui è arrivato. Mi ha annusata, l'ho accarezzato e non è scappato. Perché tutte queste domande? È un cavallo! Si fanno accarezzare sempre!"
"Lui no. Non si fa accarezzare mai. Da nessuno. Solo io riesco ad avvicinarmi e mia madre, ma lei è un caso particolare. Ha sempre avuto a che fare con questo tipo di cavalli"
"Che razza è?" chiede titubante.
"Un Mustang"
"Capito. Beh scusa devo andare" parte come l'ultima volta, questa però è rallentata dalla caviglia, così in due falcate la raggiungo.
"Fermati. Perché scappi?"
"Perché mi segui? Di norma quando una persona scappa lo fa perché non vuole stare con qualcuno e soprattutto non vuole essere seguito da quel qualcuno. O sbaglio?" ecco la saputella che torna.
"Smettila di sviare il discorso! Che cosa c'è tra te e i cavalli?"
"È lunga storia. Magari un giorno lo saprai o magari no. Di sicuro non ora e adesso voglio camminare da sola. Buonanotte cowboy"