-Giulii-

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TRATTO DA: "~Fire*", capitolo 12, di -Giulii- [TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI A -Giulii-]

"Rispondo immediatamente alla chiamata, con l'ansia alle stelle.
Dopo quello che mi ha confidato stamattina, non ho più avuto modo di sentirla, infatti non ho idea di cosa possa esserle successo; spero solo che non c'entri nulla con il nostro discorso.
Anche se, francamente, quando una persona ti chiama a mezzanotte, non promette affatto bene.
:-" Pronto, Emily??"-
Dall'altra parte del telefono, si sente un profondo silenzio accompagnato da qualche singhiozzo.
:-" Emily, ti prego rispondi!"-
Ho letteralmente il cuore a mille, in questo momento.
:-" Scusami per l'ora..
Io.."-
Scoppia in un pianto isterico, e mi sento sempre più impotente affianco ad uno stupido apparecchio elettronico.
Non basta quello per aiutare le persone in difficoltà, non basta un messaggio con su scritto "come stai?" per risolvere tutto.
No!
Ci vuole la presenza fisica, quella virtuale, in alcuni casi, non serve proprio ad un bel niente.
:-" Aspetta, dammi una decina di minuti e sono da te.
Fatti trovare fuori casa, ok?"-
Lei, quasi sussurrando, per fortuna acconsente.
Chiudo la chiamata, e mi avvicino a Scott che mi aspetta a braccia conserte nello stesso punto di prima.
Probabilmente, è scocciato perché la telefonata ha interrotto un momento speciale, ma non avrei mai avuto il coraggio di non rispondere; non è nelle mie corde abbandonare gli amici nel momento del bisogno, anche se li conosco poco o niente, proprio come nel caso di Emily.
:-" Scusami tanto"-
Riesco a dire solo questo per via dell'imbarazzo che provo al momento, ma questo basta per strappargli un sorriso sincero e un abbraccio confortevole.
Mi sento fortunata ad aver incontrato un ragazzo così nel mio percorso ad ostacoli, composto maggiormente di cadute.
Lui sta riuscendo pian piano a cucire ogni mia ferita, dalla più grande alla più piccola.
Sono certa che, in poco tempo, metterà di nuovo insieme tutti i tasselli del mio cuore infranto, che si trovano sparpagliati in terra.
Non sarà facile, quello per niente, ma confido nelle sue capacità.
Senza sforzarsi, riesce a farmi star bene in qualunque situazione, a darmi la carica quando ne ho bisogno, e farmi sorridere quando tutto va nel verso sbagliato, come in questo preciso momento.
Vorrei non staccarmi mai dalle sue braccia, ma Emily ha bisogno di me, e non posso farla aspettare troppo.
Lentamente mi stacco, lasciando un bacio significativo sulla sua guancia.
Respiro profondamente, e comincio a spiegargli la situazione.
:-" È successo qualcosa di grave, me lo sento, e devo assolutamente andare a casa sua.
Avresti voglia di accompagnarmi?"-
Come mi aspettavo, acconsente senza battere ciglio, intreccia le dita con le mie, e mi guida verso la macchina.
Saliamo quasi correndo e, dopo aver impostato il navigatore per evitare di perder tempo a cercare la via, partiamo subito verso casa di Emily.
La strada è libera, e questo ci permette di arrivare a destinazione in pochi minuti.
Scendiamo e, la prima cosa che noto, è una persona piegata su se stessa, con due borsoni al suo fianco.
Non ho dubbi su chi sia questa sagoma, infatti mi avvicino a passo svelto verso di lei.
:-" Emy.. che succede?"-
Lei rimane nella stessa posizione, ma sento i singhiozzi provenire dal suo petto.
Avvolgo le braccia intorno al suo minuto corpo, e aspetto che si calmi per potermi spiegare l'accaduto.
Sono davvero preoccupata, e i borsoni accanto a lei, non promettono nulla di buono.
Mi giro verso Scott che è rimasto affianco alla macchina, e lui mima con le braccia dei respiri profondi.
Ha ragione, devo cercare di calmarmi, sennò potrei solo peggiorare la situazione.
Ascolto il suo consiglio, e cerco di rilassare il mio corpo teso come una corda di violino, lasciando anche delle piccole carezze sulla schiena della ragazza per darle conforto.
Per fortuna, questa alza il capo verso di me, e posso subito notare come i suoi occhi siano rossi e gonfi da un pianto isterico che, forse, dura da ore.
Senza dire niente, con i pollici asciugo le sue lacrime, e le rivolgo un leggero ma intenso sorriso.
Finalmente riesco ad ottenere quello che voglio, ovvero una spiegazione, quasi sussurrata, dell'accaduto.
:-" Se ne sono andati..
Mi hanno lasciata qui.."-
Rimango scioccata dalle sue parole, e mi viene spontaneo chiederle il perché, quasi di getto.
:-" Al compagno di mia madre, hanno anticipato la partenza.
Mi stavano quasi costringendo ad andare con loro, ma, come vedi, ho rifiutato.
Allora, hanno chiuso la casa, dicendomi che se non fossi andata con loro, non avrei nemmeno potuto vivere in casa da sola.
"Arrangiati", è stata l'ultima parola pronunciata da mia madre, prima che entrasse nell'auto.
E adesso mi ritrovo qui.. non so davvero che fare"-
Scoppia di nuovo a piangere, e si porta le mani sul viso.
Sono davvero scioccata dal suo racconto, e ho quasi perso l'uso della parola.
Vorrei dirle che andrà tutto bene, di fidarsi di me, ma come faccio?
Non abbiamo un rapporto così consolidato da poterle garantire la massima fiducia, ma devo fare il possibile per farglielo credere.
Per fortuna, mi viene un lampo di genio, prendo il telefono e compongo il numero di Mery.
Al terzo squillo risponde, facendo partire una serie infinita di domande, alla quale non ho tempo di rispondere.
Non mi sembra proprio il caso di pensare alla mia serata con Scott!
:-" Mery, ne parliamo dopo, ora non fa.
Comunque, Emily oggi si ferma a dormire da noi.
A casa ti spiego il perché..
Puoi avvertire zia Sally?
Dille di scusarmi per il poco preavviso, ma è urgente"-
Cominciano a tremarmi le mani, non riesco proprio a mettere a tacere l'ansia che provo.
:-" Ehm, ok, non credo ci siano problemi.
Ma tutto bene?
Non ti ho mai sentita così agitata"-
E ha ragione, lo sono davvero.
:-" Non del tutto.
Ripeto, ti spiego più tardi, ora non fa.
Ciao."-
Chiudo la chiamata, e torno da lei che non ha nessuna intenzione di smettere di piangere.
Inaspettatamente, anche i miei occhi cominciano a bruciare, ma non posso farle vedere in alcun modo la mia debolezza.
Devo essere forte per lei.. ne ha senz'altro bisogno.
:-" Emy, ora prendi la tua roba e vieni con me"-
Alza lo sguardo, e sussurra
:-" Non posso.."-
Cosa vuol dire questa frase?!
:-" Cioè?"- chiedo, di rimando
Prima che lei risponda, passano alcuni interminabili secondi.
:-" Il problema è mio, non vostro.
Non voglio che mi ospitiate, mi sentirei di troppo.
Andrò in un Hotel per qualche giorno, non c'è problema"-
Sbarro gli occhi e, senza pensarci, afferro i sui pesanti borsoni.
:-" In un Hotel?!
Spero tu stia scherzando!
Forza, entra in macchina, se non vuoi che ti lasci qua da sola senza la tua roba!"-
Il tono di voce che ho usato, evidentemente, è stato parecchio convincente: si alza tenendosi sull'erba, sfilandomi uno dei due borsoni dalle mani con gentilezza.
Mi volto verso di lei, e le sorrido compiaciuta.
:-" Mi prenderò cura di te, non temere"
Mi fa una gran tenerezza vederla ridotta in questo stato, ma sono certa che, in un modo o nell'altro, arriveremo ad una soluzione in poco tempo."  

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