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Andrea Waters.

C'era stata un grande temporale per giorni. Calum mi aveva tenuto a casa sua, la neve copriva le strade e la grandine continuava a cadere dal cielo. In questi due giorni avevo dormito nella stanza di Suki perché lei aveva paura che Calum se ne potesse andare nel mezzo della notte. Era solo per un po', ma a lei non piaceva. Stavo quasi per addormentarmi quando la porta di aprì e Calum entrò nella stanza. Si mise accanto a me e mi sorrise.

"Il mio letto si sente solo." Sussurrò, le coperte coprivano a malapena i suoi piedi perché era alto da morire. "Suki ha anche il sonno profondo."

"L'unica ragione per cui il tuo letto si sente solo è perché noi siamo qui." Calum scrollò le spalle e mi prese una mano, Suki si voltò e affondò il viso nel petto di suo padre. "Ho dipinto tutte le parti del video."

Tutte?" Chiese Calum e annuì.

"Vuoi venire da me e scegliere quale portare alla mostra?"

Lui si mordicchiò il labbro. "Quando?"

"Domani." Sorrisi. "Prima che venga a prendere te e Suki per andare a pattinare."

"Okay."

E ci addormentammo entrambi. Le sua mano strinse la mia per tutta la notte. Mi strinse la mano anche se era sudata.

Quando mi svegliai ero stretta nell'abbraccio di Calum, la sua bocca era premuta contro i miei capelli. Suki non era nella stanza, mi colse la preoccupazione mentre mi alzavo e lo coprivo con il lenzuolo prima di uscire dalla stanza.

Suki era in cucina a mangiare una tazza di cereali. Le sorrisi e mi avvicinai, baciandole la testa.

"Sei eccitata per oggi?" Quando mi voltai per guardarla notai che aveva il naso rosso, gli occhi sembravano esausti.

"Non mi sento bene." Tossì. "Pensavo che fosse perché avevo fame, ma adesso ho solo voglia di vomitare."

Spinse via la ciotola e si portò una mano sulla bocca mentre io mi affrettavo a prendere il cestino. Lei lo prese mentre io le tiravo indietro i capelli, il suono di lei che vomitava mi fece sentire male. Lacrime scivolavano sulle sue guance mentre si asciugava la bocca.

"Suki?" Calum corse nella cucina. Io mi accigliai e le spostai i capelli dal viso.

"Ti fa male qualcos'altro, piccola?" Chiesi, sentendo che aveva le guance bollenti. "Andiamo."

La presi in braccio e superai Calum, che mi seguì nella sua stanza. Le avvicinai un cestino e dell'acqua così che potesse pulirsi la bocca prima di farla stendere.

"Sta male?" Chiese Calum, sedendosi sul bordo del letto. Annuì e guardai la bambina di sei anni che si addormentava.

"Puoi portarmi il telefono così posso chiamare Tai e chiederle di assicurarsi che il mio appartamento sia chiuso? O puoi farlo chiamarla tu per me?" Calum annuì e sparì.

"A mio papà piaci." Disse lei all'improvviso, spaventandomi.

"No, siamo solo buoni amici." Le dissi e passai una mano tra i suoi capelli.

Suki scosse la testa. "Lui è solo davvero stupido con le ragazze. Anche tu sei stupida con lui."

"Lo sono?"

"Tu non lo ami." Fece una pausa e sospirò. "Ma ci tieni tanto a lui."

"Ci tento un sacco al tuo papà." Sorrisi e sentì le sue braccia circondare la mia vita. "Ma questo non significa che io piaccia a lui o che lui piaccia a me. E' solo che ti amiamo tanto quindi tu sei il nostro terreno comune."

Mr. Hood } c.t.h traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora