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Andy Waters.

"Miss Waters, si trova all'Henry Memorial Hospital." Disse qualcuno. Era tutto nebbioso e sembrava che mi stessero parlando da un miglio di lontananza. "E' stata pugnalata nel basso ventre, vicino l'addome. Il suo bambino è—"

"Lasciatemi vederla." Questa volta la voce era disperata mentre sembrava che tutto si muovesse a rallentatore. "Vi prego, è mia moglie--ho solo bisogno di vederla."

"Fatelo uscire!" Un dolore allucinante si estese nella mia pancia, l'effetto dell'anestetico stava svanendo. Potevo facilmente dirlo dal suono della voce piena di panico mentre io mi sentivo dieci volte peggiore.

"Sta inghiottendo il suo stesso sangue! La ferita si è aperta di nuovo--assicuratevi che siano vivi." La voce era allarmata, delle dita premute sulla mia pelle erano una delle poche cose che sentivo mentre lavoravano e mi sedavano di nuovo.

"Andy! Andy!" Potevo sentire il cuore battere più forte al suono di quella voce. Volevo svegliarmi e salutarlo, dirgli che stavo bene e poi tornare a casa con l'odore del suo profumo dolce. "Ti prego vivi, piccola, ti prego."

****

"Sta soffrendo per un grande trauma." Disse la stessa voce della prima volta. "Mr. Hood, ha avuto qualche problema con la gravidanza prima? So che sono solo due mesi, ma dobbiamo saperlo."

"No." La voce era spezzata, una mano toccò la mia. Il mio corpo intero si rilassò, volevo stringere la sua mano per averlo sempre con me. "E'stata perfettamente bene fino alla pugnalata. Il bambino sta bene?"

"C'è una piccola irregolarità nel battito del bambino. Il nostro tecnico degli ultrasuoni sta studiando di nuovo l'ecografia, ma volevamo assicurarcene."

Cosa c'era che non andava nel mio bambino? Volevo urlare, ma tutto quello che riuscì a fare fu stringere la mano di Calum prima di tornare di nuovo nel buio.

****

Sentì un singhiozzo nella stanza che mi mise in allerta. "Sono stato un padre terribile per te." No papà, non lo sei stato. Lo giuro. "Ti ho lasciato gestire tutto da sola. Ogni singola fottuta cosa."

"Rufus." La voce di Calum era soffusa. Potevo dire che voleva piangere anche lui.

"Dovresti andare a casa e fare una doccia, fare qualcosa per te stesso." Disse mio padre. "Non te ne sei andato da quando sei arrivato."

"E non intendo andarmene."

Svegliati, Andy, cazzo, svegliati.

"Quello che non capisco è perché la tengono così sedata. E' in salute, sta—"

"Pensano che una volta sveglia il trauma tornerà e che questa causerà più stress per lei e i bambini." Sussurrò Calum.

Bambini. Bambini. Ne stavo per avere due?

"Non so come gestirà tutto questo." Ammise mio padre. "Andy è davvero forte, lo sappiamo entrambi, ma tutti hanno un punto di rottura."

"So di aver raggiunto il mio." La voce del mio fidanzato sembrava così vacillante, la sua mano calda sopra la mia. Era come se io fossi morta, ma tutto quello che volevo fare era aprire gli occhi e dirgli che stavo bene. "Vedere i suoi occhi e il modo in cui la sua mano era premuta sulla sua pancia--vorrei esser stato al posto suo. Magari sarei a casa, incapace di fare qualcosa, ma sarei a casa con le mie due ragazze."

"Sono solo grato che quel bastardo sia fuori." Disse mio padre. "La polizia è fottutamente efficiente quando vuole."

"Non voglio neanche pensare a lui." Ammise Calum e poi ci fu un fruscio. "Il pensiero di lui mi fa venir voglia di strangolare qualcosa e immaginare che sia lui."

Mio padre rise.

"Si sveglierà, dicono che domani sarà intontita, ma sarà sveglia."

****

Tutto era troppo brillante, ma dovevo farcela. Sbadigliai, posando la mano contro la mia fronte prima che i miei occhi si spalancassero e allungai la mano verso la pancia, sentendo il piccolo rigonfiamento, poi ci fu un rumore verso la porta e vidi la schiena di Calum che aiutava un'infermiera a trascinare una macchina.

"Posso avere dell'acqua?" Calum mi guardò mentre io univo tra di loro le labbra screpolate, la mia gola era secca mentre l'infermiera annuiva e mi passava un bicchiere d'acqua. Feci piccoli sorsi, facendo dopo un respiro profondo. "Ciao."

L'infermiera lasciò la stanza dopo avermi controllato.

"Non so cosa dirti." Ammise e, per qualche ragione, pensai la stessa cosa perché non avevo il mio anello e avevo due gemelli dentro di me. "Sono così arrabbiato con te, Andrea. Avresti dovuto dargli i soldi e—"

"E lasciare Suki da sola in mezzo al marciapiede? Il mondo non è un posto sicuro, Calum, pensavo lo sapessi." Dissi e presi un altro sorso d'acqua. "Come ti senti tu?"

Calum sembrò sconcertato dalla mia domanda. "Mi stai chiedendo come mi sento? Avremmo due gemelli, sei stata pugnalata, mi hai praticamente lasciato e non so più in che direzione stia andando il mio cuore."

"Vieni qui." Gli dissi. Calum fece un passo avanti mentre io allontanavo il lenzuolo e odoravo la stoffa della sua maglietta. "Ci siamo lasciati, vero?"

Il suono di quella frase, il pensiero di noi divisi mi fece sentire male. Calum mi strinse forte, il mio labbro inferiore iniziò a tremare mentre lui mi accarezzava i capelli.

"Rimarremo così? Separati?" La sua voce era dolce, respiri spezzati lasciavano la sua bocca. "Dovremmo. Hai bisogno di tempo e anche io. Dobbiamo curare noi stessi."

"E i bambini?" Lui iniziò a singhiozzare al suono dei nostri bambini, l'unica cosa che avrebbe potuto tenerci insieme. Mi strinse a se, senza dire una parola che accompagnasse il nostro pianto.

"Avremmo potuto perderli entrambi, avrei potuto perdere te." Disse Calum mentre io gli asciugavo le lacrime dal viso. "Ti voglio, Andrea. Ti voglio ancora--ti vorrò sempre."

Sorrisi prima di sussultare per il fatto che stavo cercando di sistemarmi meglio. "Com'è il danno su di me?"

Lui alzò gli occhi al cielo e mi baciò la fronte prima di alzarsi. "Niente lavoro per almeno sei mesi. Fortunatamente non sei stata pugnalata con una gravidanza avanzata, quindi devi solo andarci piano da adesso."

Io annuì e mi accarezzai la pancia. "Ci sono bambini qui dentro, Calum... Porteremo due bellissimi bambini a casa nostra e--"

"L'unica cosa che manca è che tu mi sposi." Mi guardò prima di sospirare. "Vuoi che vada a vedere se posso farti uscire da qui?"

Io annuì e lo guardai mentre prendeva una borsa dall'unica sedia nella stanza prima di passarmela.

"C'è un paio di pantaloni da tuta, una delle mie magliette e le tue converse--quelle brutte che insisti a tenere." E sapevo che era strano e fuori luogo ma mi innamorai ancora di più di Calum.

Non appena se ne andò presi le mie cose e mi tolsi il camice da ospedale. I miei occhi si posarono direttamente sulla ferita che sarebbe stata per sempre impressa sulla mia pelle. C'erano segni neri dove mi avevano messo i punti. Deglutì e tremai.

"Mia." La sua voce era come un proiettile che si assicurava di lasciare il segno. "Mai sua, sarai sempre mia."

Le sue mani si aprirono sul mio corpo, mi afferrò la pelle e poi mi ritrovai ad urlare per il dolore. Quando Calum corse dentro io ero sul pavimento, mi ero strappata i punti con le mie stesse mani e non sapevo che cosa diavolo mi stesse succedendo.

Anche mentre le infermiere mi coprivano e mi rimettevano sul letto, lui rimase. Il sangue si sparse sul letto, i miei singhiozzi erano rumorosi e spezzati mentre Calum si trasformava in Weazer e poi tornava ad essere se stesso. Tutto urlava dentro di me, pregandomi di sparire prima che un ago venisse infilato nella mia pelle facendomi addormentare.

Mr. Hood } c.t.h traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora