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Andy Waters.

"Ti amo." La sua voce era oscura, la pesantezza portò una strana sensazione nel mio stomaco. Ogni parola che diceva era una bugia e mi faceva rabbrividire mentre respirava contro il mio collo. "Un premio adorabile."

Ero disgustata, ma non potevo dire niente. Non quando Suki stava guardando. Dovevo essere forte per lei.

"Lasciala andare."

"Mia." Adesso ero per strada e Calum mi stava guardando terrorizzato. Il coltello era tra le sue mani. I suoi occhi si spostarono da me sul coltello che era ricoperto con il mio sangue.

"Mi dispiace, Andy." Sussurrò. Apparve un altro paio di mani che iniziarono a strapparmi la pelle mentre davanti a me appariva Weazer.

"Fermati, ti prego!" Lo supplicai, colpendogli il petto e calciando mentre lui continuava a strapparmi la pelle. "Ti prego!" Singhiozzai.

"Andy!" Urlò. "Svegliati!"

Aprì gli occhi di scatto, il calore dei suoi occhi marroni mi circondò mentre mi toccavo subito la pancia.

"Thomas sta bene." Mi assicurò Calum e mi baciò la fronte sudata. "Mi avevi detto che gli incubi erano andati via."

Io deglutì e scossi lentamente la testa. "Ho paura che possa succedere di nuovo. Sono passati due anni da quando è successo, ma siamo di nuovo in dolce attesa e ho paura."

Calum annuì in modo comprensivo prima di passarmi un bicchiere d'acqua. "E' il matrimonio?"

"No." Sorrisi e feci un sorso. "Sono terrorizzata. Ho paura che il vestito non mi entrerà, ho paura che mi guarderai e vedrai quanto sono diventata grossa e mi lascerai—"

"Prima di tutto non sei grossa. Se non altro è Thomas quello grosso qui perché ti fa mangiare un sacco di sottaceti e senape." Io risi e lo aiutai a farmi sedere. "Sei perfetta in ogni forma, Andrea Waters. Domani camminerai verso l'altare e io ti darò tutto me stesso."

I miei occhi iniziarono a riempirsi di lacrime, la mia bocca trovò la sua nel buio della nostra camera da letto mentre lui mi teneva stretta e i baciava teneramente. Mi accarezzò una guancia con il pollice mentre mi rassicurava per tutto solo con questo bacio.

Mi accarezzo la pancia, un sorriso si formò sul suo bellissimo viso mentre sorridevo anche io. Quando ero rimasta di nuovo incinta avevamo paura che potesse succedere di nuovo qualcosa quindi eravamo andati dal dottore per assicurarci che non ci fossero difficoltà.

Visto che la causa dell'aborto era stata una grande perdita di sangue non ci sarebbero dovuti essere problemi con la gravidanza. Avevo raggiunto i quattro mesi e la mia pancia stava diventando grossa. Il dottore aveva detto che l'unico stress che mi era concesso provare era quello per il matrimonio e adesso che il giorno era arrivato ero troppo nervosa per fare qualcosa.

Quando arrivo la mattina Calum venne cacciato da casa dal resto degli altri ragazzi ed io ero seduta sul letto con mio padre che mi faceva i capelli mentre Erin mi truccava.

"Non posso crederci che ti stai sposando." Disse mia sorella, quasi disturbata per il fatto che mi stessi concedendo a qualcuno. "E' così strano. Odiavi l'idea del matrimonio--poi ti sei fidanzata con un ragazzo pazzo e adesso sei fidanzata con qualcuno con cui io faccio affari."

"Perché lo dici come se fosse quella la ragione del fidanzamento?"

"Perché all'improvviso il giorno dopo a quello in cui vi siete messi insieme la Hood Enterprises ha firmato un contratto con la Lancaster Holdings." Mio padre smise di farmi i capelli così che io potessi alzarmi. "So tutto riguardo il contratto che ti ha fatto firmare. Il fatto che tu sia diventata la sua piccola schiava del sesso e a lui è piaciuto così tanto che ha firmato un contratto con la mia compagnia."

Erin cercò nella sua borsa e prese due fogli prima di passarli a me.

"Me li accidentalmente mandati per email e volevo darteli, ma tu ti fidavi di lui così tanto—io non mi sono mai fidata degli affari." Erin incrociò le braccia al petto. "Aveva ogni singolo dettaglio su di te."

"Questo non prova niente." Sussurrai e iniziai a camminare avanti e indietro. "Perché non ti puoi solo fidare di me?"

"Mi fido di te, non di lui." Disse Erin e mi fece sedere di fronte il comò. "Se non mi fidassi di te non ti avrei lasciato fare tutto questo. Ti avrei portato via da lui. Non sono senza cuore."

"Allora perché mi stai dicendo tutto questo? Non—"

"Per fartelo sapere." Erin mi mise il rossetto rosso. "Non sto cercando di fermare niente. Sto pagando la metà di questo matrimonio e la tua luna di miele. Io e Calum parliamo, solo che non siamo amici-amici."

Io annuì e incrociai le braccia al petto. "Dovresti esserlo. Lui è un ragazzo fantastico. E' anche molto geloso di te."

Erin inarcò le sopracciglia per la sorpresa. Non disse niente, continuò solo a truccarmi. Volevo sorridere, sapendo che si sentiva compiaciuta del fatto che un altro uomo era invidioso del potere che lei aveva conquistato da giovane.

In fondo sapevo che anche mia sorella voleva sposarsi. Sapevo che le piaceva l'uomo che stava vedendo—l'uomo che pensava non conoscessi, ma Calum mi diceva sempre tutto come facevo io. Mi scaldava il cuore sapere che mia sorella stava cercando di concedersi a qualcuno, ma con Erin c'erano così tante complicazioni.

Tutti conoscevano la donna di pietra che si era prefissa di essere davanti a uomini implacabili. Conoscevo la donna nascosta sotto il granito e il marmo, la sua esteriorità era niente visto che conoscevo la donna nascosta sotto tutto. Sapevo che lei desiderava avere qualcuno per lei o che si preoccupasse per lei anche se non la guardava.

E mentre ci pensavo capì che era così che mi sentivo verso Calum. Desideravo essere nel suo caldo abbraccio ogni momento. C'erano queste volte in cui lui non c'era in cui mi innervosiva il fatto che non potessi parlare con lui. O anche adesso, quando lui era quaranta miglia lontano da me a Long Island, aspettando in una chiesa che avevamo scelto un giorno in cui eravamo annoiati e non avevamo niente da fare.

Non avevamo prestato molta attenzione ai dettagli per il matrimonio. Avevamo lasciato il compito a sua madre e ai miei papà, che si erano chiaramente dedicati a tutto questo. Io e Calum volevamo solo essere legati dal nostro amore, volevamo svegliarci ogni mattina e salutarci con lo stesso cognome che avevo promesso di avere fino al mio ultimo respiro.

"Stai bene?" Mi stavo guardando nello specchio. Mi resi conto che per essere incinta di quattro mesi non ero tanto grossa. Il vestito era senza spalline, il bustino era in pizzo. Il resto del vestito poi si allargava leggermente e si poteva a malapena vedere la pancia, anche se quella era l'unica cosa su cui potevo concentrarmi.

Mi stavo davvero per sposare... avrei anche partorito suo figlio.

Stavo per avere tutto quello che volevo e l'unica cosa che non avevo era una madre con cui piangere.

Mr. Hood } c.t.h traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora