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Andy Waters.

Non facemmo niente. Decidemmo di rimanere solo stesi a letto a stringerci l'uno all'altra. Il mio cuore batteva all'unisono con il suo, i nostri corpi diventarono uno solo per un attimo prima che lui si allontanasse e mi baciasse la fronte.

"Dobbiamo ancora parlare di quello che stava per succedere." Mi ricordò Calum e si mise a sedere. Era senza maglietta e completamente desiderabile, ma non potevo pensare a quello adesso. Tutto  quello a cui potevo pensare era alla tristezza che gli portava il pensiero di sposarmi.

Mi misi a sedere e mi portai le gambe contro il petto, posando la testa sul suo braccio.

"Non voglio che ti senta come se ci stiamo dividendo." Dissi, guardandolo mentre mi accarezzava un braccio. "Ti amo, Calum. E' abbastanza per te? Io sono abbastanza?"

Calum sospirò, baciandomi una guancia e posando la fronte contro una mia tempia per un attimo. Rimanemmo in silenzio, la risposta alla mia domanda non fu detta come se sarebbe stato deluso dalle sue parole. Gli presi una mano e intrecciai le nostre dita, lasciando poi un piccolo bacio sulle sue nocche.

"Non sono cosa significhi 'abbastanza', Andrea." Disse Calum. "Prendo e continuerò a prendere fino a lasciarti senza niente. E sono terrorizzato da quel giorno perchè non so come fermarmi."

Il suono del suo cuore spezzato faceva male e volevo solo stringerlo tra le mie braccia e baciare via tutto il dolore, ma non era così che Calum voleva essere trattato. Non voleva essere trattato come un debole e vulnerabile mentre amava ogni pezzo di me.

"Ti darò volentieri tutto, Calum." Gli assicurai e lo costrinsi a guardarmi. "E sarà colpa mia quando non avrò più niente da darti. Tutto ciò di male che succede non è sempre colpa tua."

Feci un respiro profondo.

"So che ti incolpi per la morte di Callie, ma non è stata colpa tua." Gli accarezzai il mento e mi mordicchiai il labbro. "Giuro che l'unica cosa di cui verrai incolpato è qualcosa che farai contro te stesso."

Calum sospirò e posò la fronte contro la mia. "Mi dispiace di essere così distante. Soprattutto solo perché sono uno stronzo spaventato."

"Perdonato." Dissi e lo baciai gentilmente. "Ti amo, Calum, ti prego tienilo a mente."

Uscì dal letto e afferrai i miei vestiti, infilandoli e poi voltandomi verso di lui. "Dovesti andare a finire quello che stavi facendo prima di venire a controllarmi, mentre io e Suki prepariamo la cena."

"Cucinerai?" Chiese Calum, sollevando un sopracciglio. Io annuì. "Questo è un inizio."

"Non provocarmi, tesoro."

****

Tai era in silenzio accanto a me, dipingendosi le unghie mentre io cercavo di scegliere che film guardare senza lo stimolo di correre in bagno. La puzza dello smalto mi stava facendo venire la nausea, tutto quello a cui guardavo mi faceva venire voglia di vomitare. Era da un paio di giorni che avevo il mal di testa e avere Calum che, praticamente, urlava ogni giorno e Suki che giocava rumorosamente con le sue amiche non mi aiutava.

"Calum mi ha detto che sei stata male." Disse Tai all'improvviso, muovendo le mani in aria per far asciugare le unghie. "Mal di testa, nausea, anche un po' di vertigini."

Io annuì, sfregandomi le tempie con la mia mano libera. "Sta solo peggiorando. Ho preso un sacco di medicine, ma non mi stanno aiutando."

"Sai, potresti essere incinta." Mi ricordò. "Non tutte le pillole sono efficaci al 100%."

Mr. Hood } c.t.h traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora