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Andy Waters.

Calum mi baciò la testa mentre camminavamo, salutando membri della famiglia e ringraziandoli per la vita prosperosa che ci avevano augurato. La sua mano stringeva la mia, come se fosse nervoso per qualcosa che stava per succedere.

"Cosa annebbia la tua mente, amore?" Chiesi, guardandolo mentre chiedeva al barista un bicchiere di scotch. "Non cercare di dirmi che stai bene perché posso dire quando qualcosa di sta infastidendo."

Calum mi rivolse un piccolo sorriso e prese il bicchiere prima di baciarmi teneramente. Io mi sciolsi, posai le mani sulla sua nuca mentre mi avvicinava a se. Sorrisi mentre lui si allontanava di nuovo.

"Ho paura che avrai bisogno di andare presto in ospedale—sono paranoico." Ammise e mi accarezzò il labbro inferiore con il pollice prima di sorseggiare il suo scotch. "Ti amo, ma posso essere un po' spaventato."

Presi il bicchiere di scotch e lo posai sul bancone. Gli presi il viso tra le mani, i miei occhi cercarono i suoi prima di baciarlo e mordergli gentilmente il labbro.

"Giuro che non entrerò presto in travaglio." Gli assicurai. "Mancano ancora due settimane."

Calum sorrise e allontanò i capelli dal mio viso. "Io ero prematuro di due settimane. Magari ho solo paura che uscirà come me."

"Tesoro." Dissi, sorridendo. "Ti sei assicurato che il nostro bambino stesse alla perfezione. Ti sei assicurato di farmi prendere tutte le vitamine, ogni pasto è stato salutare e non mi sono mossa dal letto se non far lavarmi o per infastidirti con voglie notturne."

Lui posò la fronte contro la mia e si mordicchiò il labbro. "Ti amo."

"Ti amo, Calum." Sussurrai. "Così tanto."

****

Per colpa della gravidanza e per l'imminente data del parto non potevo viaggiare. I miei dottori avevano paura che sarei potuta entrare in travaglio. Calum aveva preso l'abitudine di rimanere a casa per stare con me.

"Sto bene." Mormorai, una mano sulla mia schiena mentre entravo in cucina. Suki mi seguì, tenendo la borsa che le avevo chiesto. "Grazie, amore mio. Adesso puoi dire a tuo padre che sto perfettamente bene?"

Calum alzò gli occhi al cielo mentre Suki lo spingeva verso la porta. "Chiamami se succede qualcosa a tua madre! Vi amo entrambe!"

Suki rise e chiuse la porta dietro suo padre. Aveva quasi dieci anni e mi faceva venire da piangere il fatto che si fosse abituata a chiamarmi 'mamma'. Certo, all'inizio era titubante e voleva l'approvazione di Calum, ma lui le aveva assicurato che Callie non sarebbe mai stata rimpiazzata.

"Andiamo a farle visita." Sussurrai e iniziai a sistemare i sandwiches che avevo preparato. Suki annuì, prese le chiavi della macchina e uscì nel vialetto con me.

Lei rimase in silenzio per la maggior parte del tempo, sapendo che questa era una delle cose che io cercavo di fare per lei ogni anno. Volevo che Suki facesse visita a sua madre e che ascoltasse storie su di lei che neanche Calum conosceva. Volevo che sapesse che sua madre era una donna meravigliosa. Quando arrivammo al cimitero fui sorpresa nel trovare mio marito che posava una singola rosa bianche sulla tomba.

"Mi fa piacere sapere che abbiamo avuto la stessa idea." Dissi e posai sul terreno la borsa con i sandwiches.

Calum mi guardò e mi sorrise. "Non sei arrabbiata?"

"Tutti erano innamorati di Callie." Dissi e gli diedi un bacio sulla guancia. "Tu più di tutti."

"Mi sento ancora male per quello che abbiamo fatto. Voglio dire, non nel senso in cui voglio lasciarti o altro, ma sembra che io sia andato avanti troppo velocemente." Spiegò Calum e si mordicchiò il labbro.

"Hai aspettato cinque anni, quasi sei, per metterti con qualcuno." Gli ricordai. "Almeno, per metterti con qualcuno per più di quanto stabiliva un pezzo di carta."

Calum si accigliò quando menzionai il contratto e incrociò le braccia al petto. Sorrisi e gli baciai una guancia.

"Se non fosse stato per quello non sarei qui, con il tuo bambino in grembo." Risi e lo portai a stringere le braccia intorno a me.

"Avrei potuto portarti ad un appuntamento carino o anche cercare di conoscerti invece che dirti di venire nel mio ufficio." Mormorò prima di allontanarmi i capelli dal viso e darmi un bacio veloce. "Comunque, immaginavo saresti venuta qui. E' il suo compleanno."

Io unì le labbra tra di loro, guardando verso le lettere che immortalavano il suo nome. Mi passai una mano tra i capelli e trattenni il respiro mentre sentivo una piccola scia bagnata che scivolava sulla mia gamba.

"Calum." Sussurrai. "Si sono rotte le acque."

"Ma mancano ancora qualche giorno." Mormorò Calum e mi guardò mentre mi portavo una mano tra le gambe per mostrargli il liquido che dimostrava che, gli piacesse o no, suo figlio stava arrivando.

****

Thomas era un calcio nel sedere, ma lo era anche suo padre. Il fatto che fossero così simili era pazzesco e spaventoso allo stesso tempo perché entrambi avevano la capacità di spezzarmi e sistemarmi il cuore con uno schiocco di dita. Guardai Calum che leggeva al suo bambino di cinque anni mentre la quindicenne giocava al telefono.

"Stai bene?" Suki sollevò la testa mentre mi faceva la domanda. "Ho notato che sei un po' spenta."

"Solo stressata." Le assicurai e mi tirai indietro per vedere a cosa stava giocando. "E tu?"

"Bene." Suki unì le labbra tra di loro e pensò alla sua risposta. "Voglio portare Tommy a cena, ma non so come dire a papà che io e lui stiamo insieme."

Io annuì e mi leccai le labbra. "Tuo padre, per quanto possa sembrare folle, è un essere umano meraviglioso e misericordioso. Capirà. E' dura e so che gli ci vorrà del tempo per accettare il fatto che stai con qualcuno, ma non ti proibirà qualcosa di così bello, amore."

"Cosa è così bello in una relazione? Sono solo due persone che stanno insieme." Suki rise e guardò in modo nervoso verso suo padre.

"Lo capirai quando lo guarderai con occhi diversi dall'inizio. Sarà un qualcosa che ti consumerà e sarà difficile da capire, ma è uno dei punti per cui è bellissimo." Spiegai e non allontanai mai lo sguardo dall'uomo che sapeva di avermi senza domande.

Mr. Hood } c.t.h traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora