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Andy Waters.

Il funerale fu tranquillo e non smisi un attimo di piangere perché tutto quello a cui riuscivo a pensare era mia madre e di come lei avrebbe amato prendermi in giro il giorno del mio matrimonio per il mio nervosismo. Calum mi tenne stretta a se per tutto il tempo e mi promise che saremmo potuti tornare alla tenuta non appena tutto sarebbe finito, ma non potevo farlo. Dovevo pulire l'ufficio di mia madre.

"Posso farlo io." Mi disse Erin mentre tornavamo verso le macchine dopo aver visto mia madre sepolta sei metri sotto terra. "Non devi farlo."

"No." Dissi e mi passai una mano tra i capelli. "Devo farlo. Ho bisogno di avere una parte di lei con me e penso che pulire il suo ufficio mi aiuterà."

"Sai cosa faranno con i suoi disegni? Andy, non possiamo solo distruggere il suo lavoro." Mi ricordò Erin. "I suoi modelli erano ammirati da Victoria Beckham."

"Non lo so, magari papà vuole prendere le cose in mano." Feci un respiro profondo. "O potrei farlo io. Lei ha sempre parlato del suo desiderio di dare la compagnia a me e, diciamo la verità, amo i vestiti almeno quanto li amava lei."

"Non devi iniziare tutto adesso." Disse Erin, posano le mani sulle mie spalle e poi le posò sulle mie guance. "Puoi tenere le cose della mamma nel tuo ufficio o pulirlo completamente, ma non devi iniziare subito. Posso darci io un'occhiata mentre tu ti prepari e poi puoi prendere il controllo."

"Giusto, okay." Feci un respiro profondo. "Questo aggiunge un'altra cosa sulla bilancia. Andare a vivere con Calum, pulire l'ufficio della mamma, prendere il controllo della compagnia, controllare la sua nuova linea di vestiti--"

"Aspetta, ti stai trasferendo con Calum?" Chiese Erin, sorpresa.

"Si, l'abbiamo deciso qualche giorno fa." Sorrisi. "Compreremo una casa in periferia e so che è un po' stupido visto che entrambi saremo in città un sacco, ma è una grande cosa."

"Ho sentito che diceva a Michael che vuole provare ad avere un bambino." Mia sorella unì le labbra tra di loro prima di guardarmi. "A te va bene?"

"Non abbiamo avuto una conversazione ufficiale dove entrambi concordavamo, ma ci proverò." Feci spallucce e mi mordicchiai il labbro. "Lui vuole una famiglia."

"Ed è quello che vuoi tu?"

"Non è questa l'intera idea di promettersi a qualcuno per la vita? L'intera idea di volere ciò che vuole l'altro e accettarlo per amore?"

"Andy, devi tenere in mente il fatto che puoi non concordare con tutto quello che vuole lui." Erin mi prese il mento con una mano e sospirò. "Un bambino è un passo davvero grande. Sono così tante responsabilità."

"Lo so." Mormorai. "Erin, perché mi stai facendo la ramanzina quando tu non riesci neanche a dire a Michael come ti senti?"

"Cosa? Andy, qui non si tratta di me. Sei tu quella che è promessa in sposa, sei tu quella che sta pianificando di rimanere incinta senza neanche considerare tutte le conseguenze."

"Ne parli come se avere un figlio sia un peccato o qualcosa del genere." Sbottai, incrociando le braccia al petto. Voltai la testa, notando Calum che si avvicinava. "Devo andare."

"Puoi almeno prendere in considerazione quello che ho detto?" Mi supplicò Erin. "So che sembra un po' prevenuto, ma è qualcosa a cui dovresti pensare."

"Lo farò." Le promisi prima di abbracciarla e andare verso Calum. "Abbiamo un sacco di cose di cui parlare, Mr. Hood."

"Ti prego, non dirmi che vuoi lasciarmi." Mi pregò Calum mentre andavamo verso la sua macchina. "Perché questo farebbe schifo."

"Sei veloce a giungere a conclusioni." Commentai prima di entrare in macchina. Calum mi raggiunse dopo un momento e chiude la portiera velocemente. "Ma no, non ti sto lasciando. Ho promesso che non l'avrei fatto."

"Possiamo parlarne adesso?" Chiese Calum, prendendo la mia mano e intrecciando le nostre dita.

"Voglio dire, si, per quanto riguarda la prima cosa" iniziai a dire, Calum annuì e si assicurò che la sua attenzione fosse completamente su di me. "Mia madre mi ha lasciato la sua compagnia. Ce l'hanno detto mentre stavano leggendo il suo testamento e voglio sapere cosa ne pensi tu del fatto che prenderò la sua compagnia."

"E' fantastico." Ammise Calum. "E' bello che tu possa avere qualcosa da continuare per tua madre. A te va bene? Penso solo che l'unica cosa difficile per noi sarà andare e venire dalla periferia."

"Questa è un'altra cosa di cui ero preoccupata." Unì le labbra tra di loro. "E se prendessimo solo un appartamento più grande? Sarebbe come una casa e potremmo dare a Suki la sua stanza e poi se avremo un altro bambino potremmo avere una cameretta per lui e--"

"E' questa l'altra cosa di cui volevi parlare?" Io annuì alla sua domanda e deglutì. "Michael dice che forse dovremmo aspettare un po'."

"Erin mi ha detto la stessa cosa. Pensa che io non sia pronta per il bambino, ma io non mi sono mai sentita così pronta prima per un bambino, Calum." Sussurrai e mi posai una sua mano sul cuore. "Non lo so. Se non riusciamo a decidere possiamo solo aspettare come ha detto mia sorella. Saremo entrambi impegnati con il matrimonio e il lavoro e non voglio far aumentare le speranze di nessuno."

Calum unì le labbra tra di loro e annuì. "Dobbiamo anche parlarne con Suki. So che vuole un fratello, ma non so come si sentirebbe adesso. In più, dobbiamo partire per il suo compleanno domani."

"Giusto, giusto." Sospirai. "Avevo dimenticato che tutto aveva a che fare con tempo e programmi."

Calum mi baciò la testa e mi sorrise. "Ce la faremo, tesoro."

Mi mordicchiai il labbro. "Lo spero davvero, Calum."

****

Dopo aver finito con la compagnia di mia madre mi incamminai verso l'aeroporto. Erin mi aveva sempre parlato del potere che veniva con questi tipi di imperi. Non l'avevo capito fin quando non arrivai in aeroporto e persone mi scattavano foto visto che, accanto a Erin e ai quattro uomini d'affari, ero una delle donne più ricche nel mondo della moda.

Calum era davanti al gate, parlava al telefono mentre Suki giocava con il Nintendo DS che, probabilmente, le aveva regalato Calum questa mattina. Feci un respiro profondo e andai tra le sue braccia.

"Come ti senti?" Chiese Calum, prendendomi il viso tra le mani.

"Mi sento come una ricca stronza." Calum rise e mi baciò. "Per favore, dimmi che questa sensazione va via."

"Non va via, il che fa schifo, ma hai persone accanto a te che ti terranno con i miei per terra." Mi prese il viso tra le mani. "Tu e Suki siete quelle persone per me."

"Sei un romanticone, Calum." Risi e lo baciai. "Ti amo."

"Ti amo anche io, piccola." Sorrise e mi strinse a lui. "Ho sentito i paparazzi."

"Sono spietati." Mormorai e posai la testa sul suo petto. "Ho pulito l'ufficio di mia madre e più pesante diventava la scatola meglio mi sentivo io, è stato liberatorio."

"Questo è un bene." Calum mi accarezzò la schiena. "Non mi piace vederti triste."

"A me non piace vedere te arrabbiato." Gli dissi e mi strinsi a lui. "In più, stiamo organizzando un evento di beneficienza. Era una festa normale, ma voglio dare qualcosa alle organizzazioni di beneficienza di mia madre e mi stavo chiedendo se vorresti essere il mio accompagnatore."

"Ovunque stai tu, Andrea, ci sono io." Mi assicurò Calum e mi sollevò la testa per baciarmi. "Ovviamente sarò il tuo accompagnatore."

"Per un secondo ho pensato che mi avresti rifiutato." Lo provocai e baciai dolcemente il suo collo.

"Tu? Non ti rifiuterò mai, Andrea." Mormorò Calum e chiuse gli occhi alla sensazione delle mie labbra contro la sua pelle fredda. "Ti amo. Tu sei il mio mondo intero."

Potevo giurare su Dio che il mio cuore era fottutamente sciolto alle sue parole.

A/N: Per fortuna di questo capitolo mi mancava solo qualche frase finale quindi sono stata veloce. Penso comunque che a pomeriggio metterò un altro capitolo perchè vi ho fatto aspettare troppo ahahah

Baci, Marta

Mr. Hood } c.t.h traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora