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Andy Waters.

"No! Ti prego! No!" Urlò Suki, facendomi saltare subito giù dal letto. Calum mi seguì, inciampando mentre entravamo nella sua stanza per vedere lei che si dimenava nel letto e piangeva.

"Puoi prendere dell'acqua, Cal?" Chiesi, prima di prendere Suki e toccarle gentilmente il viso. "Piccolina, svegliati." La pregai, sentendomi sull'orlo delle lacrime. "Suki, piccola."

I suoi piccoli pugni mi colpirono il petto, combattendo il suo incubo prima di svegliarsi e abbracciarmi.

"Susa, mamma, scusa." Il mio cuore si distrusse in mille pezzi mentre la stringevo forte a me. Tremava. Non aveva freddo, era solo terrorizzata. Le posai un bacio sulla testa, assicurandole che era al sicuro tra le mie braccia.

"Stai bene." Deglutì, trattenendo le lacrime. "Ti ho preso. La mamma ti ha preso, piccolina."

Mi congelai. Suki non lo notò, ma io ero terrorizzata da quello che avevo appena detto. Non volevo illudere Suki e poi fallire. Lei meritava il meglio, il meglio era quello che Suki Hood meritava.

"Tu e papà eravate morti." Sussurrò lei, rifiutandosi di guardarmi negli occhi. "Io stavo chiamando qualcuno, te e papà ma non vi svegliavate e io non avevo più nessuno. Non te, non papà, neanche la zia Mali, la zia Tai, lo zio Luke, lo zio Ashton o Michael. Ero sola."

"Non sei sola, piccola." Le spostai i capelli dal viso e le asciugai le lacrime. "Sono proprio qui, tuo padre è sempre qui e tutte quelle persone che hai nominato, Suks, saranno sempre qui per te. La famiglia è sempre dov'è il cuore."

Lei annuì mezza addormentata e fece un respiro profondo. "Ti voglio bene, Andy."

"Ti voglio bene anche io, Suks." Le baciai la fronte e la feci stendere sul letto. "Stai bene?"

"Sto bene." Lei guardò verso la porta e sorrise. "Ciao papà."

"Hey, piccola." Calum venne verso di noi per dare a Suki il suo bicchiere. Lei lo accettò e bevve velocemente. "Stai bene?"

Lei annuì e fece un respiro profondo. "Mi dispiace di avervi svegliato."

"Va bene, piccola." Calum sorrise e le baciò la fronte mentre io le rimboccavo le coperte. "Ti voglio bene."

"Ti voglio bene anche io, papà." Sbadigliò. Calum uscì dalla stanza, la mano tremante di Suki stringeva la mia. "Mi dispiace di averti chiamato mamma, Andy."

"No, va bene." Le promisi e le baciai la mano. "Se tifa sentire a tuo agio chiamarmi così allora va bene."

Lei annuì e nascose la bocca sotto la coperta. "Non ho mai avuto una mamma."

Non dissi niente, le baciai la fronte e le augurai una buona notte prima di uscire dalla stanza. Calum era già steso nel letto quando entrai. Mi stesi accanto a lui, posando la testa sul suo braccio prima di iniziare a piangere.

All'inizio erano sospiri lenti, seguiti dal mio labbro tremante e lacrime silenziose, poi iniziai a singhiozzare e accoccolarmi contro Calum che mi stringeva a se. Sussultai, cercando di ricompormi.

"Mi ha chiamato mamma." Mi misi a sedere nel panico, passandomi una mano tra i capelli. "Sono delle grandi aspettative con cui vivere, Calum."

"Non devi fare niente che non vuoi fare, Andy." Sussurrò, quasi innervosito. "Se ricordo bene ti ho sentito dire 'la mamma è qui'."

"Perché mi sentivo come sua madre in quel momento." Sbottai. "Perché--Perché ti stai comportando come uno stronzo?"

Lui rimase in silenzio per un attimo. "Perché potresti andartene." Calum si passò una mano tremante tra i capelli. "Potresti fottutamente andartene e mi sono innamorato di te--Suki si è innamorata di te. Andrea, non voglio che tu entri a far parte della nostra piccola famiglia se non sei sicura che è quello che vuoi."

"So cosa voglio." Dissi e gli presi una mano, posandola sul mio petto. "E sei tu e tutto quello che viene con te Calum Hood. Tutto quello di bello che ti riguarda."

Mi misi a sedere sulla sua pancia. "Io, Andrea Waters, sono totalmente e completamente innamorata di te, Calum Thomas Hood."

Il naso di Calum sfiorò il mio, le sue labbra toccarono le mie. Lo baciai gentilmente, mentre le sue braccia calde e muscolose mi stringevano. Il mio petto era premuto contro il suo, le sue labbra iniziarono a muoversi febbrilmente contro le mie mentre mi premeva contro il letto.

Dopo un po' mi tenne semplicemente stretta a se mentre lasciava spontanei baci sulle mie labbra, i miei occhi erano chiusi mentre mi lasciavo affondare nel momento. Avremmo dovuto dormire, ma non volevamo farlo e non volevamo dimenticare la sensazione delle nostre pelli premute insieme.

****

Mi svegliai per colpa dell'aria fredda, il mio corpo stava tremando mentre mi alzavo, portando il lenzuolo con me. La porta che dava sul balcone era aperta e Calum era lì fuori con la sua felpa e i pantaloni della tuta a parlare con tono assertivo al telefono. Sorrisi e strinsi le braccia intorno a lui, ignorando il freddo pungente contro la mia pelle nuda.

"Piccola." Disse Calum con aria rimproverante quando sentì le mie braccia nude. Interruppe la telefonata senza un'altra parola e mi sollevò, portandomi dentro. "Sta nevicando e tu decidi di uscire nuda. Ti amo, ma sei la peggiore con le decisioni pratiche."

"Mi mancava solo il mio ragazzo." Misi il broncio e gli circondai il collo con le braccia. "E il suo corpo nudo."

"Inizio a pensare che tu sia qui solo per il mio corpo." Scherzò lui e mi baciò delicatamente.

"Assolutamente no." Mormorai contro la sua bocca. "Sono qui anche per il riscaldamento gratis."

Calum rise e mi baciò in un modo che mi fece tremare le ginocchia.

"Puoi preparare tu Suki? Sono riuscito ad avere un appuntamento con la preside della Constance e vuole incontrare Suki." Io annuì e recuperai i miei vestiti dal pavimento.

Non appena mi fui vestiti Calum tornò alla sua chiamata. Era arrabbiato, sicuramente con i suoi dipendenti. Suki si stava appena alzando quando entrai nella sua stanza.

"Buongiorno, piccolina." Sorrisi e la presi in braccio. "Ti senti meglio?"

"Molto meglio." Mi assicurò Sui e sbadigliò. "Ti ho chiamato mamma ieri, vero?"

"L'hai fatto." Sorrisi. "E a me va benissimo. Non devi cambiare niente."

"E' solo che non ho mai avuto una mamma e se avere una mamma è così bello come quando ci si tu allora voglio che tu sia la mia mamma." Suki fece una pausa. "Va bene se tu non vuoi."

"Non dire questo." La feci sedere sul letto e le sollevai il viso verso di me. "Se vuoi chiamarmi mamma mi va perfettamente bene. E' un tale onore per me, Suki, il fatto che tu mi vedi come una madre per te."

"Mio padre si arrabbierà se ti chiamo mamma?"

"Non penso. Sinceramente penso che ne sarebbe più che felice." Risi e andai verso il suo armadio. "Va bene signorina, dobbiamo alzarci e vestirci perché qualcuno ha un incontro con la preside della Constance."

Suki sorrise e si allontanò i capelli dalla faccia prima di alzarsi e cercare qualcosa tra i vestiti con me.

Chiunque sarebbe stato onorato di avere come figlia qualcuno di così brillante come Suki. Diavolo, ero anche un po' triste per il fatto che non fosse mia figlia biologicamente. Dopo che la vestì e le sistemai i capelli, mi affrettai a tornare da Calum e rimasi a pochi passi di distanza da lui.

"Cal?"

"Si, piccola?" Stava rispondendo a delle email mentre parlava.

"Voglio adottare Suki."

A/N: Scusate se aggiorno con tanto ritardo, ma sto studiando talmente tanto per l'esame che ho perso la conizione del tempo e non mi ero resa conto che fossero passati quattro giorni dall'ultimo aggiornamento ahahah

Baci, Marta

P.s: preferireste giocare a monopoli con i 5sos o giocare a twister con i 5sos? Io dico decisamente twister ahahah

Mr. Hood } c.t.h traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora