epilogue

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Il pollice di Calum accarezzava le nocche di Andrea mentre aspettavano che la partita iniziasse. Era la prima partita della stagione e ancora lei non riusciva ad evitare l'ansia e il suo essere protettiva. Era una madre, era ovvio che si sarebbe sentita così anche se erano passati quattro anni dalla sua prima partita.

"Lui sta bene." Le sussurrò Calum in un orecchio. "Applaudi per lui."

"E se si rompe di nuovo qualcosa? Si è appena ripreso dalla ferita alla clavicola." Disse Andrea presa dal panico e strinse la presa sulla mano del marito. "Potrebbe romperla questa volta."

"Quella ferita non era neanche stata causata dal football." Calum rise. "Stava facendo sci d'acqua."

Andrea si calmò solo un po'prima che gli applausi diventassero eccessivamente rumorosi e i calciatori corressero in campo. Andrea si alzò, avvicinandosi alla ringhiera per avere una visuale migliore su suo figlio.

Thomas aveva in mano il suo casco, guardò verso la folla alla ricerca di sua madre prima di correre da lei e darle un bacio sulla fronte.

"Grazie per essere venuta, mamma." Disse e sorrise. "Riley verrà da noi per la cena... Se va bene."

Andrea annuì e baciò la guancia di suo figlio prima di guardarlo correre in campo. Si era guadagnato il titolo di capitano.

Per tutta la durata della partita Andrea rimase in punta di piedi. Non perché era eccitata (la verità era che non capiva le regole del gioco), era solo preoccupata per suo figlio e del fatto che potesse farsi male.

"Hai ancora paura?" Chiese Calum e le circondò la vita con le braccia.

Andrea aveva messo su un po' di chiletti. Aveva trasferito il suo lavoro a casa, lavorando da lì mentre cresceva Suki e Thomas. Certo, Calum era ancora lì, ma Thomas non aveva questo senso di affetto esagerato per suo padre come lo aveva per sua madre. Il suo stress e il non volersi allontanare dai suoi bambini l'aveva fatta diventare più in carne del solito.

Calum era innamorato di lei. Amava i suoi chili in più anche più di quanto lo facesse lei stessa. Andrea, non per la salvezza di Calum, rimase così invece che infilarsi in stancanti attività per dimagrire.

"Mi preoccuperò sempre per lui. E' il nostro unico figlio." Non le importava niente delle regole della società. Andrea trattava Thomas e Suki con la stessa quantità di proiettività.

La partita finì e Andrea era più che felice che suo figlio ne fosse uscito illeso. Thomas prese la mano della sua ragazza e andò verso sua madre che stava discutendo con suo padre.

"Sinceramente voi due litigate più di una coppia divorziata." Disse Thomas.

Andrea sbuffò a suo figlio mentre Calum stringeva le braccia intorno a sua moglie. Andrea premette il suo naso contro la sua guancia prima di dargli un bacio.

"Non sei innamorato se non sei diventato folle." Disse Calum e si allontanò da Andrea. "Dove volete mangiare?"

"Da Bowie." Supplicò Thomas e guardò verso la sua ragazza per approvazione. Riley voleva solo stare con Thomas ed essere colei che lui avrebbe sposato. "Ti prego?"

"Vi incontrerò lì." Disse Andrea, guardando il suo telefono. "Devo andare in ufficio e prendere una cosa. Vuoi venire, Riley?"

Riley annuì e baciò velocemente Thomas prima di seguire Andrea.

"come state tu e Thomas?" Chiese Andrea mentre guidava. "Ho sentito che siete stati accettati alla Colombia."

"Fortunatamente." Esclamò Riley. "Non so se sarei potuta stare lontana da lui per così tanto."

"E' esattamente così che mi sento io per suo padre." Andrea rise e parcheggiò davanti al suo ufficio. "Gli hai detto che hai avuto il lavoro alla compagnia?"

"Pensera che tu me l'abbia dato per li." Mormorò Riley e unì le labbra tra di loro.

"Era una lettera di raccomandazioni, Riley, non un milione di dollari." Le ricordò Andy.

Riley arrossì e annuì. "Lo amo davvero. Spero che non sia un problema il fatto che voglia sposarlo."

Andy sorrise e cercò di non mettersi a blaterare su quanto fosse bello l'amore. Voleva che lo capissero da soli e che chiarissero le cose insieme. Andy sapeva esattamente come si sentiva Thomas per Riley ed era bello il fatto che lei notasse come lui la guardava per tanto tempo. Andy unì le labbra tra di loro prima di mordicchiarsi il labbro.

"Non mi importa." Disse Andy. "Lui ti ama da morire."

Riley arrossì e nascose il viso. Andy avrebbe voluto dirle di non farlo, ma era solo una ragazzina. Non in senso brutto, ma era solo piccola ed Andy era un po' gelosa del fatto che avesse trovato l'amore così presto. Andy non aveva sentito l'amore fino ai ventiquattro anni.

Le venne in mente Caum e tutto sparì. Si ricordò che era innamorata così immensamente che la rendeva un po' folle.

****

Thomas stava andando fuori di testa, camminando avanti e indietro mentre Andy e Calum arrivavano. Thomas era nel corridoio, passandosi una mano tra i capelli scuri.

"Che succede?" Chiese Andy, ansimando per aver fatto correre Calum quando lui non voleva. "Riley sta bene?"

"Sta bene, è dilatata di quasi venti centimetri, ma io sto fottutamente andando fuori di testa, mamma." Sussurrò Thomas e abbracciò sua madre. Andy accarezzò la schiena del figlio prima di allontanarsi e guardarlo.

"Quando tu stavi per nascere tuo padre ha vomitato sulle sue scarpe per quanto era nervoso." Disse Andy e gli prese il viso tra le mani. "Non essere come tuo padre."

"Non lo so." Calum scrollò le spalle, infilandosi una mano in tasca. "Sono abbastanza figo."

Andy si voltò verso di li e lo baciò gentilmente. "Sempre, tesoro."

"Ma si, ho vomitato perché stavi arrivando e tua madre era la prima donna di cui mi ero innamorato completamente. Questo è il tuo momento di vomito, senza vomitare davvero." Disse Calum a suo figlio e sorrise.

Thomas annuì e guardò verso la stanza d'ospedale prima di ringraziare i suoi genitori ed entrare.

Monty Winona Hood nacque un giorno dopo. Proprio come suo padre Thomas aveva vomitato e pianto. Non allo stesso tempo ovviamente. Ma lo fece e Andy e Calum erano così fieri che rimasero in silenzio e permisero alla loro gioia di avere la meglio.

Era come se il tempo fosse un infinito giro di assolutezza. Non c'era altro che potevano dire o fare che avrebbe spezzato tutto e si, avevano detto parole sbagliate. Ma tutto era stato corretto –anche sulla carta. E quella correzione aveva cancellato tutto.

Ma anche quando si cancella c'era sempre l'indecisione del ricordo.

Andy e Calum rimasero insieme cercando di non litigare ogni giorno, ma le liti erano ciò che li tenevano insieme e ogni lite era un tassello aggiunto. La corda che li univa era così stretta che quando avevano cercato di tagliarla non si era rotta.

"Cosa facciamo adesso?" Chiese Calum, voltandosi verso sua moglie e guardandola negli occhi.

Andy lo guardo confusa, mentre sollevava le sopracciglia. "Mi scusi, chi è lei?"

E in un attimo il momento sparì, ma Calum non la ebbe mai completamente indietro. Lei si chiedeva sempre dove fosse, chi fosse lui.

Quando lei non si ricordava di lui, lui si sentiva spezzato.

"Ho paura." Sussurrò lei, guardandolo alla luce della luna nella loro casa. La mano di Calum stava tremando, i suoi occhi la guardavano con attenzione. "E se non mi sveglio?"

"allora non lo farò neanche io." Le promise e la baciò gentilmente. "Ti amo."

"Ti amo anche io." Andy sbadigliò e chiuse gli occhi.

A/N: Ed eccoci alla fine di Mr. Hood.

Volevo ringraziarvi immensamente per il supporto e dirvi che sono davvero felice che anche questa storia vi sia piaciuta. Spero sia lo stesso per l'ultimo libro della serie, Mr. Clifford, che inizierò a pubblicare molto presto.

Baci, Marta

Mr. Hood } c.t.h traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora