You can't understand my soul (Alison's pov)

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Alison's pov

"Cara, devi aiutarmi, tra un po' avrò già il primo esame di informatica e non ho capito assolutamente niente" mi lamento mentre mi butto di peso sul letto.

"Dai, non farne una tragedia, invece di startene lì sul letto perché non ti alzi così andiamo in segreteria a cercarti un tutor?" Mi dice tirandomi per un braccio.

"Sono troppo depressa per fare qualunque cosa" ribatto soffocando la faccia nel cuscino.

"Non iniziare con il solito melodramma, ti prego, alzati e andiamo" Esclama con tono deciso.
Così decido di abbandonare il letto e con passo strisciante mi avvicino all'armadio, lo osservo per qualche secondo dopodiché prendo le prime cose che ho sotto tiro e le indosso. Fatto questo ci avviamo verso la segreteria.
Una volta arrivate emerge la segretaria che dice con voce squillante:
"Buon pomeriggio ragazze, come posso aiutarvi?"

Una volta spiegata la situazione mi porge un bigliettino dove è scritto il nome e il numero del tutor.
Quindi immediatamente compongo le cifre al cellulare e attendo: una voce acuta risponde: "Pronto, sono Ronald, con chi parlo?"

"Ciao, sono Alison, ho bisogno di un aiuto in informatica, la segreteria mi ha dato il tuo numero."

"Dimmi un giorno per incontrarci così vediamo un po' gli argomenti insieme... Anzi se ti trovi in giro potremmo vederci anche ora in biblioteca."

"Ok, per me va bene... A tra poco, allora" Dico avviandomi verso la stanza per prendere i libri.

"Vado in camera mia, devo studiare. Appena finisci chiamami, voglio sapere tutto" mi dice Cara.

"Non credo ci sarà molto da dirti visto che sarà una semplice lezione."

"Non esserne tanto sicura, potrebbe accadere di tutto" esclama con la sua solita espressione maliziosa."

"Ma smettila" dico ridendo e scuotendo la testa.

Arrivata in camera prendo velocemente tutto il necessario e mi dirigo verso la biblioteca.
Giunta lì vedo un ragazzo che mi fa subito pensare ad un fiammifero; é di bassa statura, col fisico magro e i capelli rosso fuoco. Mi viene incontro con disinvoltura, indossa dei jeans chiari strappati sulle ginocchia, una T-shirt blu della Vans e delle scarpe abbinate alla maglietta.

"Tu devi essere Alison, giusto?"

"Sì, sono io" gli dico porgendogli la mano.

"Io sono Ronald, ma chiamami pure Ronnie."

L'ora è volata tra chiacchiere e programmazioni.
"Ci mettiamo d'accordo con un SMS per la prossima volta ?"

"Certo, ci vediamo Ali." Dice stampandomi un bacio sulla guancia.

Mi dirigo verso la mia stanza chiamando Cara al telefono, risponde dopo pochi squilli :"Mi dispiace rovinare il tuo sogno romantico ma è fidanzato con un ragazzo."

"Peccato, speravo in una favolosa storia d'amore" Afferma con voce cantilenante.

"Mi dispiace aver deluso le tue aspettative...Ora devo prepararmi per andare a correre, ci vediamo più tardi."

"Ricordati che stasera ceneremo tutte insieme... Mi raccomando, puntuale."

"Questo dovrei dirlo io, ti rammento che la ritardataria cronica sei tu." Le rispondo ridendo, dopodiché riattacco e velocemente indosso il costume, degli shorts di felpa neri e una canotta bianca.

Uscita dal college mi precipito verso la fermata del bus che porta in spiaggia.
Una volta arrivata metto gli auricolari ed inizio a correre sulle note di "Colors" di Halsey.
Vedendo questa spiaggia nella mia mente riaffiora ciò che è accaduto circa una settimana fa con James: le sue labbra calde che premevano sulle mie per poi spostarsi sul collo, le sue mani che mi accarezzavano il corpo delineandomi le forme.
Dopotutto credo di dovergli anche delle scuse, lui non può capire il vero motivo del mio comportamento; la mia improvvisa rabbia contro di lui dopo che mi chiese del livido.

Nel caso in cui lo incontrerò proverò a parlargli per farglielo capire.

Corro per una buona mezz'ora finché non lo vedo sdraiato su di un telo da mare con le mani intrecciate sotto la nuca, indossa solo dei pantaloni corti che fanno apparire le sue gambe ancora più magre, ma nonostante questo ha comunque un'aria terribilmente sexy.
Decido di farmi coraggio e mi avvicino.

"Ciao" gli dico con voce leggermente imbarazzata.

"Che cosa ci fai qui?" mi chiede alzandosi con un espressione stupita, come se al mio posto si aspettasse di vedere qualcun altro.

"Voglio chiederti scusa per il mio comportamento, dopotutto sei stato gentile con me e ho esagerato... Spero che tu possa capire" Dico arrotolando nervosamente una ciocca di cappello intorno al dito.

"Perdonata, ma questo mi richiede un enorme sforzo" mi dice fingendosi disperato.

"E che ...quando mi hai fatto quelle domande... per me è complicato" dico con tono freddo.

"Se hai bisogno di parlare con qualcuno, io ci sono." Mi dice prendendomi la mano

"È che io..." vengo interrotta da una ragazza, con i capelli biondo platino spettinati e il rossetto fucsia leggermente sbavato; chiaro richiamo di cosa é successo poco fa. Si posiziona alle spalle di James cingendogli i fianchi con le gambe.

"Perché non continuiamo quello che abbiamo interrotto... "
Nonostante glielo abbia sussurrato ciò ch e ha appena detto risulta chiaro anche a me .
Mi sento non so per quale strano motivo un po' infastidita, ma cerco di non farlo trapelare. Probabilmente é perché odio essere interrotta.

"Ci vediamo" annuncio con tono distaccato precipitandomi verso il bagnasciuga. Corro il più veloce che posso, come se potessi scappare dai miei pensieri.
Dopo un po' sento le mie gambe tremare per la stanchezza.
Decido di fare un bagno per rilassarmi, così mi tolgo il pantaloncino e la canotta ed entro in acqua: è calda e risplende di uno splendido arancio. Rimango qui finché non lo vedo venire nella mia direzione.

"Ehi, tutto bene?" mi chiede scrutandomi il viso.

"Non dovresti interessarti a me, ma piuttosto alla tua ragazza, che tra l'altro hai appena abbandonato."

"Non è la mia ragazza" afferma deciso.
"Non so cos'è per te e sinceramente neanche mi interessa, però so che la mia salute mentale mi sta a cuore, e se continui ad assillarmi in questo modo non resisterò a lungo" dico stizzita uscendo dall'acqua.

"Aspetta" mi dice divertito mentre ricomincia a correre al mio fianco.

Non riuscendo a seminarlo mi blocco di colpo, lo guardo negli occhi e puntandogli il dito sul petto gli dico: "Ascoltami bene, io non voglio avere niente a che fare con te, mi sembrava solo doveroso chiederti scusa.
Quindi ora lasciami in pace."

"Non ho mai incontrato una ragazza più amichevole di te."

"Voglio semplicemente stare sola, questo è l'unico momento che ho per farlo."
Vedo ora la sua espressione diventare seria come se lui potesse percepire il mio dolore.

"Cercare di rifugiarti nella solitudine per fuggire dai tuoi problemi non è la soluzione giusta, dovresti affrontarli" dice tenendo il suo sguardo fisso nel mio. Quando mi guarda in questo modo sembra che mi stia leggendo dentro e questo mi mette leggermente a disagio.

"Se non vivi determinate situazioni non puoi capire."

"Magari potresti aiutarmi tu a capire."

"Non ho voglia di parlarne... vorrei solo dimenticare."

"La soluzione giusta non è dimenticare..."

"Il ricordo mi uccide, non posso superare tutto quello che ho subito e che subisco tutt'ora, è insopportabile, a volte credo di non farcela, l'unica cosa che mi dà la forza di combattere e di resistere sono le mie amiche..." mi accorgo solo ora che le lacrime mi stanno rigando il volto, odio mostrare agli altri la mia fragilità così mi asciugo frettolosamente il viso con il dorso della mano senza che me ne rendo conto mi trovo tra le sue braccia con il viso poggiato sul suo petto.
La sua stretta è forte e sicura, inizio a tranquillizzarmi.
Mi sento così a mio agio con lui come se già lo conoscessi, come se avesse sempre fatto parte della mia vita.
Rimaniamo stretti l'uno all'altra per non so quanto tempo.
Sono io ad allontanarmi per prima e in questo momento mi sento inghiottita da un vortice di solitudine.
"Vieni andiamo a casa, ti preparo qualcosa di caldo" dice prendendomi per mano.
Senza alcuna obiezione lo seguo in silenzio tenendo la mia mano stretta nella sua.
"E la ragazza?" Gli chiedo tranquilla.
"Le ho detto che non poteva funzionare"
Quando pronuncia questa frase mi scappa un sorriso.

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